Premesso - per evitare qualsiasi dubbio - che per RMS provo grande stima
e profonda gratitudine per quel che ha fatto e continua a fare, la
questione che tu poni, Giacomo, è una questione politica della massima
rilevanza.
Come mi è già capitato di argomentare in pubblico, (per esempio in
questa occasione <https://youtu.be/u8_taSWrdGM?si=4e-R79gG3KfB6gfD>),
sono convinto che uno Stato che non controlli, anche fisicamente, le
infrastrutture di comunicazione, archiviazione ed elaborazione delle
informazioni è uno Stato a sovranità estremamente limitata.
Molti Paesi, anche europei, tra cui l'Italia, si trovano - chi più, chi
meno - in tale condizione.
Sospetto che qualche decennio fa i politici di tutti gli orientamenti
politici, inclusi i più atlantisti, avrebbero immediatamente compreso la
rilevanza della questione. La sovranità è, infatti, la prerogativa
fondamentale dello stato, a prescindere dal colore politico. Senza
sovranità non c'è politica.
Oggi, invece, dopo trent'anni di progressivo spappolamento culturale e
politico, siamo in pochi a parlare di qualcosa che in altri tempi
sarebbe stato senso comune...
jc
On 14/03/25 14:17, Giacomo Tesio wrote:
Perdonami Juan Carlos, ma pur condividendo la critica al movimento del
software libero [1], alla luce degli scarsi risultati ottenuti
dall'approccio non-violento di Monitora PA, non mi è chiaro come
affidarsi allo Stato possa funzionare.
[...]