sottoscrivo le parole di JC e vi segnalo questa mia recensione a riguardo.
Non si tratta di invocare il "centralismo", ma di accettare che
l'orizzontalìsmo e l'auto-organizzazione sono figlie di un repertorio che
non ha funzionato ed è anzi stato assorbito dai meccanismi di accumulazione
del capitale:
https://www.lindiceonline.com/scienze-umane/economia-e-politica/bolle-di-politica-quando-la-rabbia-non-e-sufficiente/

ciao


Il giorno ven 14 mar 2025 alle ore 10:30 J.C. DE MARTIN <
juancarlos.demar...@polito.it> ha scritto:

> Colgo l'occasione del messaggio di Stefano, che saluto, per osservare che
> dopo 40 anni di movimento del software libero credo sia davvero ora di
> prendere atto che la strategia di perseguire il "bene" contando sulla
> lungimiranza, l'attivismo e persino la propensione al sacrificio (parola
> esplicitamente usata da Richard Stallman nel suo recente incontro a Torino)
> dei singoli non ha funzionato.
>
> O, per essere più precisi, ha ottenuto risultati di certo lodevoli ma
> molto limitati, ovvero, che toccano una ristrettissima percentuale della
> popolazione.
>
> Chi appartiene alla ristretta cerchia degli "happy few" è - giustamente -
> orgoglioso delle sue scelte e di quello che ha costruito/ottenuto, e tende
> quindi a invitare tutti gli altri (il 95%? il 99%?) a fare come lui/lei.
>
> Questo approccio basato su una sorta di proselitismo, ovvero, "illuminiamo
> le persone e incoraggiamole a fare la cosa giusta", era un approccio
> comprensibile nel 1995. Anche nel 2005. Forse persino ancora nel 2010.
>
> Ma oggi, nel 2025, mi sembra assolutamente ora di essere realisti e
> ammettere che se si ha a cuore la collettività nel suo complesso (e non
> solo gli "happy few") questo approccio non ha funzionato, non funziona e
> non potrà mai funzionare.
>
> Occorre, invece, puntare su azioni collettive per chiedere che sia lo
> Stato (che il movimento del software libero, col suo orientamento
> ideologico anarchico, vede con sospetto, se non con ostilità) a, in alcuni
> casi, intervenire direttamente (andando contro l'ideologia neoliberale di
> questi ultimi 45 anni) e, più in generale, a fare regole molto più
> stringenti.
>
> Scusate la leggera divagazione rispetto al tema della petizione, ma era un
> po' che volevo condividere con voi queste riflessioni...
>
> jc
>
> On 14/03/25 08:57, Stefano Borroni Barale wrote:
>
> Buongiorno lista,
> giustissimo opporsi all'invasione "militare" dell'interesse privato in un
> "luogo virtuale" che dovrebbe essere pubblico e rispettato come tale (come
> anche la scuola, e il ministero dell'istruzione, ma tant'è). Purtroppo è
> solo l'ultimo atto di una lunga catena di eventi demolitivi della scuola
> portati avanti negli ultimi 30 anni da politici di tutti gli schieramenti.
>
> Quello che mi fa specie, però, è la richiesta di una maggiore
> centralizzazione nelle mani dello Stato e -soprattutto- l'idea che per
> fermare questa deriva si possa contare sullo stesso ministero che, da
> diversi decenni, persegue la privatizzazione della scuola a prescindere da
> chi ne occupi il più altro scranno. Mi pare tanto wishful thinking,
> soprattutto in questo 2025 segnato dalla presa diretta del potere da parte
> di Silicon Valley (e qui siamo nella prima delle sue colonie).
>
> Non sarebbe forse meglio che la petizione si facesse ai Consigli
> d'Istituto e delle nostre 8574 scuole d'Italia? Questi organi, in cui siamo
> rappresentati tutte e tutti noi (studenti, genitori, docenti) hanno già il
> potere di acquistare il servizio da fornitori che lo offrono come software
> libero (sono già circolati in lista esempi, la mia lista completa la
> fornisco qui in fondo). Trovo davvero che sarebbe più educativo che noi
> cittadini si prenda in mano le redini della vita scolastica dei nostri
> figli, senza aspettare che qualche Potere Magico e Supremo metta le cose a
> posto: rimboccarsi le maniche e giù a far Politica con la P maiuscola :-)
>
> Ecco quello che ho trovato confrontandomi anche con i ragazzi del FUSS:
>
> https://gibbonedu.org/
>
> https://www.scuola247.org/
>
> https://github.com/iisgiua/giuaschool
>
> https://github.com/scaforchio/LAMPSchool (attualmente non in sviluppo)
>
>
> My 5 cents
> Stefano
>
>
> Inviato con l'email sicura Proton Mail <https://proton.me/mail/home>.
>
> giovedì 13 marzo 2025 07:05, J.C. DE MARTIN
> <juancarlos.demar...@polito.it> <juancarlos.demar...@polito.it> ha
> scritto:
>
> Registro elettronico: vogliamo una piattaforma pubblica per le scuole
> Perché questa petizione è importante
> Lanciata il 10 marzo 2025 da Comitato Registro Elettronico Pubblico
> <https://www.change.org/u/1367592587>
>
>
> https://www.change.org/p/registro-elettronico-vogliamo-una-piattaforma-pubblica-per-le-scuole-5d33ab9a-c0f9-46ca-89e6-8e897a6155a9
>
> Dall’anno scolastico 2012/2013 *il Registro Elettronico è obbligatorio
> per legge* anche come strumento di comunicazione ufficiale con le
> famiglie.
>
> Oggi però *non è un servizio pubblico* ed è fornito da aziende private a
> cui *le singole autonomie scolastiche pagano un canone annual*e; quindi
> il Registro Elettronico cambia da una scuola all’altra.
>
> Inoltre "La Stampa
> <https://www.lastampa.it/politica/2025/03/07/news/registro_scolastico_elettronico_pubblicita_valditara-15039415/?ref=LSHA-BH-P1-S1-T1>"
> negli scorsi giorni ha fatto emergere una deriva preoccupante data dalla
> natura privata, frammentata e non regolamentata del Registro Elettronico:
> l’inserimento in una delle app, di una singola azienda, per la gestione del
> registro, di contenuti extra comprendenti giochi (visualizzati in forma di
> feed a imitazione dei social network) e presentazione di servizi
> commerciali quali tutoraggio online, consulenze psicoterapeutiche, corsi di
> lingua, prestiti studenteschi.
>
> Alla luce di questi elementi, *chiediamo che il Ministero dell’Istruzione
> e del Merito sviluppi un Registro Elettronico unico che possa essere messo
> a disposizione delle scuole gratuitamente* in modo uniforme sul
> territorio nazionale, come già avviene in altri Paesi europei.
>
> Un Registro Elettronico pubblico presenta diversi vantaggi:
>
>    - Innanzi tutto consente un *risparmio per i bilanci delle scuole* sui
>    quali attualmente grava il canone annuale di noleggio (con una stima
>    approssimativa di circa 5.000 euro annui per circa 7500 autonomie
>    scolastiche, oggi si spendono oltre 37 milioni di euro)
>    - Garantisce l’*assenza di contenuti inappropriati* e non coerenti la
>    funzione
>    - Garantisce *sicurezza nella gestione dei dati* che rimarrebbero
>    esclusivamente in mano pubblica
>    - *Semplifica la vita* alle famiglie, ai docenti e alle segreterie
>    didattiche, evitando di dover familiarizzare e imparare a usare strumenti
>    anche molto diversi
>    - Facilita una riflessione collettiva e necessaria sulla
>    regolamentazione dell’uso del Registro Elettronico che tenga conto anche
>    degli ultimi studi nazionali e internazionali sul *Benessere Digitale*
>    (per evitare che venga consultato in modo compulsivo in attesa di compiti e
>    voti) e della coerenza con le Indicazioni Nazionali sulla valutazione.
>
> In attesa che venga realizzato un Registro Elettronico unico per tutte le
> autonomie scolastiche, *chiediamo* *altresì* *al Ministro Giuseppe
> Valditara che vengano immediatamente elaborate delle linee guida* alle
> quali le singole aziende private debbano attenersi.
>
> Giovanna Garrone, genitore
>
> Federica Patti, genitore e insegnante
>
>
>
>

-- 

Professor of Economic Sociology

CPS Department

University of Torino


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2023 Le piazza vuote. Riprendiamo gli spazi della politica, Bari, Laterza

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