Ciao Rob
ho letto il tuo post su Zafferano e mi permetto alcuni commenti, che
sono nello spirito in linea con le parole di cautela di Giacomo (quanto
mai appropriate, visto che mi sembra che qui stiamo usando - come
topolini dietro il pifferaio magico di Hamelin - una tecnologia
largamente imperfetta che ci sta conducendo al disastro)
Tra virgolette i passaggi dal tuo articolo, seguiti dai miei commenti
"Diverso è il caso opposto, quando dall’inglese si traduce in latino: lo
strumento produce una buona bozza, che lo studente caprone non riesce a
migliorare, ma quello bravo sì."
Appunto, allo studente caprone impedisce di migliorare (e l'insegnante
non se ne accorge, del livello dello studente) mentre a quello bravo
(che è bravo perché certamente si è esercitato sforzando il suo
cervello) risparmia un po' di fatica (che però è stata essenziale per
arrivare a costruire la sua bravura). Non vedo dove sia il vantaggio.
"Ecco che se un liceale prova ad usare l’LLM per tradurre un suo tema,
lo strumento se la cava ma lascia spazio per miglioramento. Questo è un
punto chiave in aula coi ragazzi, perché consente all’insegnante di
entrare nel costrutto delle frasi, nella logica della lingua, ed in un
colpo solo aiutare la coerenza e precisione del pensiero"
Di nuovo, l'insegnante può prendere spunto da una traduzione fatta in
classe da un LLM per commentarla insieme ai ragazzi e migliorarla. Ma
davvero questo è più efficace di dare quel testo ai ragazzi da tradurre
in classe e poi commentare le loro versioni? Se si commentano gli errori
di un ragazzo certamente a lui personalmente l'esperienza può essere di
vantaggio (e ad altri che hanno fatto gli stessi errori, pure).
Sul problema della privacy non aggiungo altro a ciò che ha detto
Giacomo: la maggior parte di quelli che lo usano non hanno idea di come
vengano usati i loro dati e - per quanto ne so - le aziende che stanno
introducendo LLM nel loro flusso di lavoro lo fanno con versioni
"chiuse" proprio per evitare l'esfiltrazione di informazioni
commercialmente sensibili.
Infine
"Questo non significa girare la testa dall’altra parte rispetto alla
tecnologia: ChatGPT ed LLM in generale ci consentono un’analisi dei
testi, ed una comprensione di come traduciamo il pensiero in linguaggio,
che non possiamo perdere"
Chi, come me e Giacomo è critico sull'uso di ChatGPT nel processo
educativo non vuole girare la testa dall'altra parte. Il punto
fondamentale è che se non si esercita PRIMA la fatica di addestrare lo
sviluppo del proprio pensiero non si potrà mai migliorarlo mettendo alla
prova con uno LLM.
Questo fatto che educatori non si rendano conto che far usare a ragazzi
della scuola, nel periodo essenziale per la loro formazione di
cittadini, degli strumenti che gli impediscono di esercitare e quindi
sviluppare le loro capacità cognitive è un danno più che un vantaggio mi
sembra davvero incredibile.
Spero che, così come sta accadendo adesso per l'uso dei social e degli
smart-device, tra vent'anni (ma mi auguro prima) dopo la grande
ubriacatura - sotto la spinta di forti interessi commerciali - ci
rinsaviremo e vedremo con chiarezza quanti guasti sono stati causati.
Il problema è che la portata di questi danni sarà sicuramente maggiore.
Ciao, Enrico
------ Messaggio originale ------
Da "Giacomo Tesio" <giac...@tesio.it>
A nexa@server-nexa.polito.it
Data 07/07/2024 15:35:58
Oggetto Re: [nexa] [CAUTION: SUSPECT SENDER] Re: Didattica a distanza,
l’84% degli studenti è più sicuro e con voti migliori.
Ciao Roberto,
Il 7 Luglio 2024 12:49:09 UTC, Roberto Dolci <rob.do...@aizoon.us> ha scritto:
Da pragmatico, preferisco dare uno strumento in mano ai prof
sennonché non si tratta di "dare uno strumento" ma di sussidiare l'uso di un
prodotto in affitto
da parte di insegnanti in modo che ne impongano l'uso da parte degli studenti.
Né importa _quale_ uso.
L'importante è normalizzarne la dipendenza, scaricando la responsabilità dei
danni
sugli utenti perché "bastava solo usarlo diversamente".
lasciare siano loro a sperimentare e poi decidere come meglio usarlo
Come hanno fatto con Google Workspace dopo la sentenza Schrems II?
Stai caricando i docenti di responsabilità per cui non hanno le competenze
necessarie.
La tua prof di latino a Boston non ha idea di come funzioni ChatGPT, di quali
bias
possa diffondere o come le interazioni degli studenti verranno usate per
manipolarli.
Né ha idea dei danni che può fare inviando sul cloud le informazioni necessarie
a rispondere ad una mail dei genitori.
che sperare una qualche autorita’ illuminata possa normare la cosa.
Invece usare la scuola e l'autorevolezza dei docenti per diffondere la
dipendenza
da questi prodotti (che NON sono "strumenti" se non per chi li realizza) è
un'ottima idea.
Guarda come ha funzionato bene durante il COVID!
I reparti di neuropsichiatria infantile sono PIENI di vittime che non
risponderanno a questionari
come quello che ha avviato questo thread.
Giacomo
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https://www.hoepli.it/libro/la-rivoluzione-informatica/9788896069516.html
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Prof. Enrico Nardelli
Past President di "Informatics Europe"
Direttore del Laboratorio Nazionale "Informatica e Scuola" del CINI
Dipartimento di Matematica - Universit� di Roma "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica snc - 00133 Roma
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