Grazie Enrico
Sia per la lettura, sia specialmente per i rilievi.

Io condivido la sorpresa della prof nell'enorme differenza tra la traduzione 
verso l'inglese (perfetta) e quella verso il Latino, valida appunto come bozza. 
Questo le ha dato lo spunto per far riflettere la classe, e per metterli a 
ripulire il loro testo prima di darlo in pasto a ChatGPT, fino ad ottenere 
ottime traduzioni in Latino.

La prof correttamente non ha speso tempo nel correggere il Latino tradotto 
malamente dalla macchina, ma ha fatto lavorare I ragazzi sulla pulizia del loro 
inglese, fino a quando ChatGPT ha poi tradotto bene.

Hanno capito il vecchio garbage in, garbage out: se butti un testo 
approssimativo in inglese, la macchina te ne restituisce uno allo stesso 
livello.

Poi ti dico, ti riporto il parere di una prof che ha insegnato Latino in Italia 
e qui a Boston, ha notevole esperienza, e secondo me ha trovato un ottimo uso 
dello strumento. Ne io ne lei avremmo previsto la totale differenza nella 
qualita,' delle traduzioni a seconda della lingua di partenza, ma lei s'e' 
adattata bene

Ciao
Roberto

________________________________
From: nexa <nexa-boun...@server-nexa.polito.it> on behalf of Enrico Nardelli 
<narde...@mat.uniroma2.it>
Sent: Wednesday, July 10, 2024 9:50:38 AM
To: Nexa <nexa@server-nexa.polito.it>
Subject: [CAUTION: SUSPECT SENDER] Re: [nexa]  Didattica a distanza, l’84% 
degli studenti è più sicuro e con voti migliori.


Ciao Rob
ho letto il tuo post su Zafferano e mi permetto alcuni commenti, che sono nello 
spirito in linea con le parole di cautela di Giacomo (quanto mai appropriate, 
visto che mi sembra che qui stiamo usando - come topolini dietro il pifferaio 
magico di Hamelin - una tecnologia largamente imperfetta che ci sta conducendo 
al disastro)
Tra virgolette i passaggi dal tuo articolo, seguiti dai miei commenti
"Diverso è il caso opposto, quando dall’inglese si traduce in latino: lo 
strumento produce una buona bozza, che lo studente caprone non riesce a 
migliorare, ma quello bravo sì."
Appunto, allo studente caprone impedisce di migliorare (e l'insegnante non se 
ne accorge, del livello dello studente) mentre a quello bravo (che è bravo 
perché certamente si è esercitato sforzando il suo cervello) risparmia un po' 
di fatica (che però è stata essenziale per arrivare a costruire la sua 
bravura). Non vedo dove sia il vantaggio.
"Ecco che se un liceale prova ad usare l’LLM per tradurre un suo tema, lo 
strumento se la cava ma lascia spazio per miglioramento. Questo è un punto 
chiave in aula coi ragazzi, perché consente all’insegnante di entrare nel 
costrutto delle frasi, nella logica della lingua, ed in un colpo solo aiutare 
la coerenza e precisione del pensiero"
Di nuovo, l'insegnante può prendere spunto da una traduzione fatta in classe da 
un LLM per commentarla insieme ai ragazzi e migliorarla. Ma davvero questo è 
più efficace di dare quel testo ai ragazzi da tradurre in classe e poi 
commentare le loro versioni? Se si commentano gli errori di un ragazzo 
certamente a lui personalmente l'esperienza può essere di vantaggio (e ad altri 
che hanno fatto gli stessi errori, pure).
Sul problema della privacy non aggiungo altro a ciò che ha detto Giacomo: la 
maggior parte di quelli che lo usano non hanno idea di come vengano usati i 
loro dati e - per quanto ne so - le aziende che stanno introducendo LLM nel 
loro flusso di lavoro lo fanno con versioni "chiuse" proprio per evitare 
l'esfiltrazione di informazioni commercialmente sensibili.
Infine
"Questo non significa girare la testa dall’altra parte rispetto alla 
tecnologia: ChatGPT ed LLM in generale ci consentono un’analisi dei testi, ed 
una comprensione di come traduciamo il pensiero in linguaggio, che non possiamo 
perdere"
Chi, come me e Giacomo è critico sull'uso di ChatGPT nel processo educativo non 
vuole girare la testa dall'altra parte. Il punto fondamentale è che se non si 
esercita PRIMA la fatica di addestrare lo sviluppo del proprio pensiero non si 
potrà mai migliorarlo mettendo alla prova con uno LLM.
Questo fatto che educatori non si rendano conto che far usare a ragazzi della 
scuola, nel periodo essenziale per la loro formazione di cittadini, degli 
strumenti che gli impediscono di esercitare e quindi sviluppare le loro 
capacità cognitive è un danno più che un vantaggio mi sembra davvero 
incredibile.
Spero che, così come sta accadendo adesso per l'uso dei social e degli 
smart-device, tra vent'anni (ma mi auguro prima) dopo la grande ubriacatura - 
sotto la spinta di forti interessi commerciali - ci rinsaviremo e vedremo con 
chiarezza quanti guasti sono stati causati.
Il problema è che la portata di questi danni sarà sicuramente maggiore.
Ciao, Enrico

------ Messaggio originale ------
Da "Giacomo Tesio" <giac...@tesio.it<mailto:giac...@tesio.it>>
A nexa@server-nexa.polito.it<mailto:nexa@server-nexa.polito.it>
Data 07/07/2024 15:35:58
Oggetto Re: [nexa] [CAUTION: SUSPECT SENDER] Re: Didattica a distanza, l’84% 
degli studenti è più sicuro e con voti migliori.

Ciao Roberto,

Il 7 Luglio 2024 12:49:09 UTC, Roberto Dolci 
<rob.do...@aizoon.us<mailto:rob.do...@aizoon.us>> ha scritto:
Da pragmatico, preferisco dare uno strumento in mano ai prof

sennonché non si tratta di "dare uno strumento" ma di sussidiare l'uso di un 
prodotto in affitto
da parte di insegnanti in modo che ne impongano l'uso da parte degli studenti.

Né importa _quale_ uso.

L'importante è normalizzarne la dipendenza, scaricando la responsabilità dei 
danni
sugli utenti perché "bastava solo usarlo diversamente".

lasciare siano loro a sperimentare e poi decidere come meglio usarlo

Come hanno fatto con Google Workspace dopo la sentenza Schrems II?

Stai caricando i docenti di responsabilità per cui non hanno le competenze 
necessarie.

La tua prof di latino a Boston non ha idea di come funzioni ChatGPT, di quali 
bias
possa diffondere o come le interazioni degli studenti verranno usate per 
manipolarli.
Né ha idea dei danni che può fare inviando sul cloud le informazioni necessarie
a rispondere ad una mail dei genitori.

che sperare una qualche autorita’ illuminata possa normare la cosa.

Invece usare la scuola e l'autorevolezza dei docenti per diffondere la 
dipendenza
da questi prodotti (che NON sono "strumenti" se non per chi li realizza) è 
un'ottima idea.

Guarda come ha funzionato bene durante il COVID!

I reparti di neuropsichiatria infantile sono PIENI di vittime che non 
risponderanno a questionari
come quello che ha avviato questo thread.


Giacomo


-- EN

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Prof. Enrico Nardelli
Past President di "Informatics Europe"
Direttore del Laboratorio Nazionale "Informatica e Scuola" del CINI
Dipartimento di Matematica - Universit� di Roma "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica snc - 00133 Roma
home page: 
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