On Sat, Mar 15, 2025 13:11:35 PM +0100, Claudio Agosti wrote:

>     Platforms designed to intensify user atomization and exasperation can only
>     produce the same dialogue-killing "desperate need of definition by what
>     excludes others"...
> ...
> Mi è piaciuta la tua analogia...

Grazie Claudio. In generale, concordo con te, tranne su questo punto:

> La qualità dei contenuti dipendono da chi decidiamo di seguire. Se
> scegliamo creatori che stimiamo e che lavorano onestamente, possiamo
> trarre un reale arricchimento. In questo caso, le piattaforme social
> giocano un ruolo positivo...

In teoria questo e' vero, in pratica l'effetto positivo succede cosi'
di rado da essere trascurabile, altrimenti non avremmo mai avuto i
problemi da social che abbiamo.

Di motivi ce ne sono tanti, incluso quello contenuto in quanto hai
scritto: il mondo e' pieno di persone che:

1) in perfetta buona fede, stimano e quindi seguono online, SOLTANTO

2) fonti o autori ("creatori" e' parola che odio anche piu' di
"competitor", per quanto e' usata a sproposito) che sono

3) 100% onesti (nel senso che non violano nessuna legge e sono in
buona fede pure loro), ma producono solo ed esclusivamente boiate che
non portano nessun arricchimento umano, culturale eccetera.

Per dire, citando solo l'esempio su cui mi sono imbattuto pochi
minuti fa per coincidenza:

qui a Roma ci sono diverse radio "sportive" che parlano quasi
esclusivamente (anche sui loro canali social) **soltanto** di tifo
calcistico. E i loro conduttori sono persone che, fino a prova
contraria, sono tutte persone in buona fede che lavorano onestamente.

Poi ci sono migliaia di persone che, non avendo null'altro che il
calcio in testa, seguono SOLO quei conduttori, proprio perche' li
stimano eccetera. Ricavandone tutto tranne che arricchimento. E in
questa realta', i social progettati come oggi non fanno che aumentare
il danno, nel 99,999999% dei casi.

A parte questo:

> Perché ranto di questo dopo il tuo articolo? Quando c'è una lista di
> esempi di piattaforme che creano comunità problematiche,aggiungerei
> anche Bluesky...

Certo. Comunque, anche se e' uscito solo a gennaio, quel saggio e'
nato quando BlueSky nemmeno esisteva, per un pubblico che ancora oggi
probabilmente non sa che esiste. A parte questo, non c'e' mai stata
l'intenzione di fare un elenco completo delle piattaforme. Sarebbe
stata una perdita di tempo, perche' cambiano continuamente, e per
l'obiettivo di quell'articolo sarebbe bastato anche solo Facebook.

Marco

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