Buongiorno,

visto che possiamo sbizzarrirci con la fantasia, _esageriamo_...

380° <g...@biscuolo.net> writes:

[...]

> io vorrei organizzarmi in una Utopia Virtuale in cui siano /totalmente/
> aboliti i brevetti (mica solo quelli software, eh), tutti i programmi
> **di default** (se non c'è indicazione di copyright) siano software
> libero /non copyleft/ (tipo licenza MIT o BSD), chiunque voglia
> distribuire il proprio codice in forma solo binaria o senza codice
> rilasciato con licenze libere debba pagare una tassa sul modello della
> Tobin tax e infine chiunque voglia commercializzare qualsiasi
> dispositivo elettronico o elettrotecnico sia obbligato a fornire ai
> propri clienti lo schema dei circuiti, le ABI per le chiamate del kernel
> *e* il codice sorgente di **tutti** i cosiddetti firmware incorporati, a
> partire dal microcode della CPU, se c'è

Una persona mi ha fatto giustamente notare che le licenze non copyleft
non sono proprio il massimo della vita per una società informatica
(digitale, cibernetica, fate voi) sana: ha ragione!  Ma...

In effetti una delle caratteristiche non dichiarate di questa mia
personalissima Utopia Virtuale è che più del 50% (facciamo 25% e non se
ne parli più?) dei _partecipanti_ sia in grado di leggere e comprendere
il codice sorgente del software binario distribuito all'interno
dell'Utopia.  Intendiamoci: non è un obbligo per poter _partecipare_
all'utopia, è una scelta che ciascuno può fare **liberamente*,
considerato il /probabile/ vantaggio economico che gliene deriverebbe,
in una tale Utopia.

In questo modo, anche se _non_ tutti i partecipanti all'Utopia sanno
leggere e comprendere il codice, per quel piacevole effetto collaterale
che comporta /essere umani/, troveranno senza ombra di dubbio un
/gruppo/ di _partecipanti_ - magari lo fanno *addirittura* di mestiere -
che sanno e vogliono aiutarlo (a prezzi modici, anche col baratto al
volte) e quindi sapranno verificare che quel codice binario corrisponda
al sorgente, aiutati da alcuni efficacissimi strumenti informatici già
disponibili oggi.  I "verificatori di software" potrebbero /addirittura/
costituire aziende che gestiscono distribuzioni fidate di software
binario e relativo codice sorgente; mumble, dove l'ho già sentita?

«Tu chiamala, se vuoi, verifica decentralizzata del software.»

Questo avrebbe il piacevole effetto collaterale che difficilmente
qualcuno si azzarderebbe mai a usare software binario del quale non può
verificare - per mezzo di appositi e velocissimi strumenti, già
disponibili oggi - la corrispondenza al codice sorgente.

A questo punto che la licenza del software sia copyleft o meno non fa
poi 'sta gran differenza, anche se il copyleft aumenterebbe di molto la
reputazione dei _partecipanti_ che collaborano a progetti software.

«Tu chiamalo, se vuoi, incentivo non pecuniario».

Soprattutto, comporterebbe che difficilissimamente qualche
_partecipante_ all'Utopia si azzardi a distribuire codice binario con
dentro funzioni non dichiarate, perché la probabilità di essere sgamato
è prossima a 1 (0.9999 periodico?) e il solo pensiero di perdere la loro
reputazione agli occhi degli altri partecipanti - e con quella la
possibilità di poter operare sul mercato - li farebbe desistere anche
senza la minaccia di sanzioni pecuniarie, antitrust, enti di
standardizzazione e altre varie istituzioni variopinte.

Ovviamente, considerato quanto sopra, il BSaaS (Binary Software as a
Service) sarebbe solo un ricordo, perché nessuno sentirebbe il bisogno
di /roba/ del genere avendo la possibilità di installarselo o farselo
installare (a prezzi modici!) su una macchina propria, visto che chi
gliela vende è obbligato a dargli la documentazione, bla, bla, bla.

Ovviamente, nella mia Utopia i problemi di interoperabilità non sapremmo
nemmeno dove stanno di casa, considerato che il codice... "parla", e
scrivere altro codice interoperabile - o la documentazione
sull'interoperabilità - sarebbe praticabile da quel 50% (25%?) di
_partecipanti_; potrebbero addirittura farlo per mestiere!

Ah già, dimenticavo: ovviamente servirebbe anche una rete che
consentisse di comunicare all'interno dell'Utopia in modo anonimo e
riservato, così che nessun partecipante possa fare lo spione o tracciare
il grafo sociale di chi-parla-con-chi [1] per /qualsiasi/ ragione gli
venga in mente, neanche il Presidente Mega Galattico Supremo dell'Utopia
(com'è umano Lei).

«Immagina, puoi.»

Hei, 380°: sveglia! :-D


[1] quando, dove, come... dire, fare, baciare.

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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