On 27 Sep 2023, at 22:37, 380° <g...@biscuolo.net> wrote:

Buongiorno Giuseppe,

Per essere chiari: io e tutte le fonti giornalistiche da cui attingo non
abbiamo mai inteso far credere che chiunque abbia lavorato a Internet e
*tantomeno* chi la utilizza e/o apprezza sia "un venduto" e
_men_che_meno_ un utile idiota.

Non intendevo questo, dicevo che quella di Internet rete dei militari USA è la vulgata comune.

...anche perché io stesso la utilizzo, /nonostante/ quello che so,
perché purtroppo non ci sono alternative ;-(.

Avviso ai naviganti: questo messaggio è piuttosto pesantino da leggere,
siete avvisati.

Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it> writes:

[...]

Si sente dire spesso che Internet nasce da ArpaNet che fu finanziata
dai militari e, “quindi” è maligna e serve gli interessi geopolitici
degli USA.

Ma questo è una grossa semplificazione

Una semplificazione /quasi/ azzeccata. :-)

Appunto, la vulgata comune.
La mia esperienza personale è diversa e ne racconto un altro pezzo.


propagandata dai media per gettarvi discredito.

Io non sono i media :-), io (e **molti** altri) ne parlo /tentando/ di
semplificare per riuscire a rimanere "leggibile" ma senza il minimo
intento propagandistico.

Purtroppo il discredito Internet se l'è ampiamente guadagnato
indipendentemente dalla (presunta) propagana dei media: le rivelazioni
di Snowden sono INAPPELLABILI e mostrano in tutta evidenza, a chi ha la
pazienza di studiare, come i bachi di progettazione di Internet siano
stati sfruttati per la sorveglianza globale.

Come tutte le tecnologie, non è perfetta e può essere usata per fini malevoli.
Internet infatti è evoluta nel tempo, anche se non è facile farlo, da quando a usarla sono miliardi di dispositivi: vedi la vicenda IPV6.
Quanto agli usi malevoli, mi pare che siano più malevoli i governi che vogliono impedire di usarla.

In altre parole: so anche io di cosa parlo, nonostante non fossi lì a
vedere o a lavorare con le persone geniali che hanno implementato
Internet... e nonostante io abbia sicuramente 1/1000 della tua
competenza.

Abbiamo addirittura osato scriverlo nel capitolo relativo al livello L0
(The net) dell'ormai autocitatissimo libro https://c18e.it, per dire la
faccia tosta che ci ritroviamo.

ARPANET era una rete specifica, costruita con macchine dedicate

Internet è fatta di tanti layers, quelli "core" sono gli stessi di
ARPANET.

e di tante altre reti, come quelle che cito dopo.

[...]

Internet invece è una rete di reti, non una rete fatta su uno
specifico hardware, basata su una suite di protocolli: TCP/IP.

ARPANET è stata la prima a implementare il TCP/IP, quindi la differenza
/architetturale/ tra Internet e ARPANET _non_ è il protocollo TCP/IP:

https://en.wikipedia.org/wiki/ARPANET:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

one of the first computer networks to implement the TCP/IP protocol
suite.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

https://en.wikipedia.org/wiki/Internet_protocol_suite

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

Early versions of this networking model were known as the Department of
Defense (DoD) model because the research and development were funded by
the United States Department of Defense through DARPA.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

Quindi dire che il "core" di quello che poi è stato inglobato in
Internet fu finanziata dalla DARPA (militari USA) non è una
semplificazione.

ARPANET, per quanto finanziata da DARPA, era una rete civile, che collegava una cinquantina di università e centri di ricerca
La rete dei militari fu creata dopo e si chiama MILNET.
DARPA, che a quell’epoca si chiamava ARPA, senza la D di Defense, era l’agenzia a cui il governo USA affidava il finanziamento dei progetti di ricerca avanzati, in collaboraziine tra università e industria.
Finanziava gran parte delle ricerche delle università americane ed era guidata da civili, tra cui stessi colleghi universitari.
Il progetto di ARPANET fu proposto da Joseph Licklider, un professore del MIT, che passò per qualche anno ad ARPA.

ARPANet, anche dopo il passaggio a TCP/IP, rimase una minuscola parte di Internet che venne dismessa, quando nel 1985 cominciò ad essere sostituita da NSFNet.

Per collegarsi ad ARPANet occorreva dotarsi di una macchina apposita, un IMP.
Per il primo nodo italiano a Pisa, visto che il CNUCE non aveva i soldi per comprarselo, venne donato per intercessione di Vint Cerf (https://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/luciano-lenzini/internet-italia-raccontato-da-dei-protagonisti-allinizio-nessuno ) un BBN Butterfly



[...]

Le reti multi-platform erano Internet, NetWare, X.25 e ISO/OSI.
Queste tre reti competerono a lungo sul mercato, con OSI propugnata
dagli europei.

e Internet/ARPANET dagli USA

for a period in the late 1980s and early 1990s, engineers,
organizations and nations were polarized over the issue of which
standard <https://en.wikipedia.org/wiki/Protocol_Wars>

ecco appunto: Protocol /War/, cito:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

The United States Department of Defense developed and tested TCP/IP
during the 1970s in collaboration with universities and researchers in
the United States, United Kingdom and France. IPv4 was released in 1981
and the DoD made it standard for all military computer networking. By
1984, an international reference model known as the OSI model had been
agreed upon, with which TCP/IP was not compatible. Many governments in
Europe – particularly France, West Germany, the United Kingdom and the
European Economic Community – and also the United States Department of
Commerce mandated compliance with the OSI model and the US Department of
Defense planned to transition away from TCP/IP to OSI.

Meanwhile, the development of a complete Internet protocol suite by
1989, and partnerships with the telecommunication and computer industry
to incorporate TCP/IP software into various operating systems laid the
foundation for the widespread adoption of TCP/IP as a comprehensive
protocol suite. While OSI developed its networking standards in the late
1980s, TCP/IP came into widespread use on multi-vendor networks for
internetworking and as the core component of the emerging Internet.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---
(https://en.wikipedia.org/wiki/Protocol_Wars)

La mia (e non solo) interpretazione storica è: Internet è una
architettura composta da protocolli "core" basati su standard de-facto
imposti per mezzo della supremazia economica *e* geopolitica degli USA
sull'Europa e ça va sans dire sul resto del mondo.

Non direi. A quel tempo per esempio NetWare aveva un dominio del 90% nel settore dei PC.
Le cose cambiarono quando Microsoft implementò winsock, una libreria di rete basata sull’implementazione dei socket di Unix BSD.
DecNet era preferita dai fisici, che la usavano al CERN e in Italia spinsero per farla usare al GARR, che avrebbe dovuto essere una rete multiprotocollo.
Ve lo immaginate: i fisici dell’INFN che comunicano solo tra loro e gli altri si arrangino.
Gli operatori telefonici spingevano X.25, una rete basata sul concetto tradizionale di circuito, con i suoi Virtual Circuits, e poi ATM.

Fui la persona che installò la prima rete multi-vendor al CERN basata su TCP/IP.
Mi infilai di persona sotto il pavimento del loro datacenter per fare passare un cavo giallo Ethernet e collegare un DEC Vax, in cui avevo installato una scheda Interlan, una Sun e una Lisp Machine.
Lo stesso feci allo CSELT di Torino, il centro di ricerca di Telecom.

Internet veniva invece osteggiata da gran parte degli ingrgneri delle telecomunicazioni, perché non offriva QoS sufficiente per i cosiddetti servizi avanzati. Un discorso che prosegue ai giorni nostri con gli attacchi alla Net Neutrality e il marketing del 5G.

Quindi ho operato in vari modi per la diffusione di una rete aperta, multivendor e basata su software libero.
Pensavo di agire nell’interesse degli utenti e non mi sono accorto di aver agito invece per imporre la supremazia geopolitica americana.


Tuttavia OSI crollò sotto il suo stesso peso:

Questo è un modo di narrare i fatti.

L'altro modo è: può essere che /tecnicamente/ il protocollo OSI fosse
così tanto più "pesante" di Internet, ma è un fatto storico che lo
standard approvato in tutto l'occidente sia stato OSI, che però non è
mai stato _implementato_ su larga scala.

La differenza a mio avviso _dirimente_ tra il modello OSI e quello
Internet è questa:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

The design of protocols in the TCP/IP model of the Internet does not
concern itself with strict hierarchical encapsulation and layering. RFC
3439 contains a section entitled "Layering considered harmful".[43]

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---
(https://en.wikipedia.org/wiki/OSI_model#Comparison_with_TCP/IP_model)

Ma guarda un po': è **esattamente** la /provvidenziale/ mancanza di
(encrypted) hierarchical encapsulation e layering che ha reso necessarie
le "overlay network" come Tor e GNUnet per poter instaurare connessioni
di rete decenti dal punto di vista della _riservatezza_ e _anonimità_,
che è un principio costituzionalmente garantito.

Stai attribuendo a chi ha progettato i protocolli degli intenti malevoli, ma lo stesso fatto che tu possa fare overlay su Internet di reti con ulteriori requisiti di riservatezza dimostra che non è così.

Io ed altri abbiamo ragione di credere che il fallimento del modello OSI
NON sia stato per suoi demeriti tecnici, anche perché di demeriti
tecnici Internet, in _tutto_ il suo spettro da "internet layer" fino a
"application layer", di difetti ne ha **una valanga**: è /ampiamente/
dimostrato.

Un sunto abbastanza efficace delle falle tecniche di Internet è questo:

https://secushare.org/broken-internet

Nessuno sostiene che Internet sia perfetta, e infatti è evoluta nel tempo e alcune delle critiche riguardano aspetti aggiuntivi o applicativi (né BGP né SMTP, né il DNS o TSL, per non dire di NAT, sono parte della Internet Protocol Suite).

cito UN aspetto, quello dell'IP:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

According to Washington Post's "Net of Insecurity" series the inventors
of TCP/IP originally wanted to build basic end-to-end cryptography
directly into the protocols, thus guaranteeing at least the authenticity
of transmissions if not the content, within the possibilities of the
late '70s. By impeding any public use of cryptography, the National
Security Agency fundamentally broke the Internet early on. Since then we
not only have an Internet which is unencrypted by default, it is also
insecure as the provenience of any IP packet can be spoofed at will.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

Tutti ricorderanno che fino al 1999 la crittografia era soggetta a
restrizioni sull'export perché elencata nel United States Munitions
List.  Anche questo è un fatto ed è anche per questo che la crittografia
non fu implementata.

Esatto, non avrebbe avuto molto senso all’epoca inchiavardare l’encryption nei protocolli core.

L'inchiesta di Craig Timberg sul Washington Post [1] a cui fanno
riferimento sopra è pubblicata in 5 parti, quelle più pertinenti a
Internet sono:

1. «A flaw in the design - The Internet’s founders saw its promise but
didn’t foresee users attacking one another», del 2015.05.30

disponibile qui: https://archive.ph/fzHxa
o qui: https://web.archive.org/web/20150601091347/https://www.washingtonpost.com/sf/business/2015/05/30/net-of-insecurity-part-1/

2. «The long life of a quick fix - Internet protocol from 1989 leaves
data vulnerable to hjjackers», del 2015.05.31

disponibile qui: https://archive.ph/Y3cUW
e qui: https://web.archive.org/web/20230927194659/https://www.washingtonpost.com/sf/business/2015/05/31/net-of-insecurity-part-2/

3. «A disaster foretold — and ignored LOpht’s warnings about the
Internet drew notice but little action», del 2015.06.22

disponibile qui: https://archive.ph/cdAkH
e qui: https://web.archive.org/web/20230927194939/https://www.washingtonpost.com/sf/business/2015/06/22/net-of-insecurity-part-3/

[...]

Tutte critiche legittime, ma questo non ti può portare a dire che furono difetti /volutamente introdotti/ per il dominio geopolitico.
Il dominio geopolitico degli USA è un fatto incontestabile e hanno usato ogni mezzo per ottenerlo, conservarlo ed estenderlo, anche al giorno d’oggi.
Non sono d’accordo con la vulgata corrente che Internet sia nata per questo.


Per merito di Bill Joy, TCP/IP venne incluso nella distribuzione di
Unix 4.2 BSD e divenne lo standard di rete ovunque, sia come software
free, che per la diffusione di Unix.

Esatto: la deficienza degli europei molto probabilmente fu quella di non
avere un indutrial-military complex come quello USA (che include le
università), che diffondeva standard de-facto attraverso software
libero... non-copyleft.

A onor del vero un timido tentativo di dotarsi di una adeguata industria
informatica fu fatto in Italia con la Olivetti, ma non so se in Olivetti
abbiano mai pensato seriamente di prendere il codice BSD e implementarci
su i protocolli del modello OSI.  Sono ignorante in questa parte di
storia.

Comunque sia, Olivetti fu /ammazzata/ (per fortuna non come con Mattei)
... pensate come sarebbe potuta essere diversa la storia.

Anche qui ho avuto una parte, perché feci conoscere a Mario Mazzola, il progetto della rete ChaosNet del MIT compresi i diagrammi dei transceiver.
Olivetti poco dopo si mise a produrre dei terminal server ed i migliori transceiver sul mercato.
Purtroppo Olivetti non li seppe promuovere e Mazzola andò a fondare una azienda di reti in California e poi divenne vicepresidente di Cisco.

Ma per tornare alla vecchia Europa, è dai tempi di ECHELON che ai suoi
vertici sanno _perfettamente_ come gli USA usano il loro dominio
geoplolitico per perseguire i propri interessi, tanto da farne una
commissione d'inchiesta con tanto di rapporto, ovviamente **schifato** e
di conseguenza caduto nel dimenticatoio:

https://en.wikipedia.org/wiki/Temporary_Committee_on_the_ECHELON_Interception_System#Final_report

Dulcis in fundo, svelo un segreto: Internet è il medium usato nei
programmi di sorveglianza nipotini di nonna ECHELON.

[...]

In altre parole Internet è uno dei principali successi del free
software e dei protocolli aperti non proprietari.

Anche il modello OSI non era proprietario ed era aperto, ed era stato
addirittura approvato /anche/ dal dipartimento del commercio USA che
aveva _imposto_ la transizione.

Ma non c’era un’implementazione free software e quelle proprietarie erano incompatibili tra loro.

Diciamo che fu un aborto spIntaneo, OK? :-O

No, io lo vissi come una scelta fatta da tante persone indipendentemente perché quella ritenuta al momento la migliore, quella che avrebbe garantito di raggiungere l’obiettivo di essere la rete di tutti, come diceva Vint Cerf (https://www.itu.int/ITU-D/ict/papers/witwatersrand/Vint%20Cerf.pdf).

Cordiali saluti, 380°

Saluti

— Beppe

[1] https://duckduckgo.com/?q=%22The+making+of+a+vulnerable+Internet%22+site%3Ahttps%3A%2F%2Fwww.washingtonpost.com%2F&ia=web

--
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

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