Sono d’accordo con Alberto, ma dirò di più.
Il modello di sfruttare anche economicamente, i risultati del lavoro e dei 
contributi della comunità sarebbe secondo me proprio la strada da seguire per 
contrastare il modello del profitto aziendale.

Ne ho accennato altre volte, ed è quello che chiamo modello delle Utopie 
Virtuali, ossia comunità che si organizzano in base a proprie regole, 
costituendo un bene comune, difendendolo e anche sfruttandolo a proprio 
beneficio.
Il bene comune è gestito sotto forma di cooperativa, di cui i membri 
dell’Utopia sono soci, e quindi decidono sia le regole, che l’utilizzo del bene 
comune, la sua protezione e il suo sviluppo.
Mi rifaccio agli studi della Nobel Elinor Ostrom 
(https://en.wikipedia.org/wiki/Elinor_Ostrom) o più anticamente alle Regole 
Ampezzane (https://it.wikipedia.org/wiki/Regole_ampezzane).

Nel mondo digitale i Commons potrebbero essere vari: l’insieme dei dati 
personali delle persone (da affidare a una Cooperativa di dati), lo spazio di 
discussione social, la stessa Internet 
(https://www.garr.it/it/documenti/1553-selected-papers-conferenza-2011-g-attardi
 
<https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwif_-2as8WBAxWliP0HHd5jCugQFnoECBEQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.garr.it%2Fit%2Fdocumenti%2F1553-selected-papers-conferenza-2011-g-attardi&usg=AOvVaw0BdjnGlrdyG2vZdK8jOQoa&opi=89978449>).

Un’Utopia dovrebbe andare oltre la cooperativa, e diventare una vera comunità, 
di livello sovranazionale e di dimensioni globali, tali da poter fare da 
contraltare alla grandi multinazionali e poter competere e contrattare con esse.
Le grandi dimensioni sono necessarie per poter avere voce in capitolo, dato che 
ohe oggi il contrasto alle multinazionali passa per le nazioni e per organismi 
sovranazionali che non sempre sono in grado di tenere loro testa, visti i 
contrasti tra gli interessi in gioco (es. Minimum Tax).
Gli stati westfaliani nacquero nel’600, prendendo atto che non ci poteva 
mettere d’accordo (https://en.wikipedia.org/wiki/Westphalian_system) e quindi 
lasciando che ciascuno facesse ciò che gli pareva in casa propria. Ma oggi il 
concetto di casa, legato alla geografia, nel mondo digitale globale non ha più 
molto senso e le nazioni si confrontano con organismi globali più grandi di 
loro, che rappresentano gli interessi trasversali del capitalismo, non più dei 
popoli.

Ogni Utopia avrebbe i suoi fini e principii. 
Ad esempio, alcuni utenti potrebbero decidere di conferire i propri dati 
personali a una Utopia, delle cui politiche si fidano, magari con la tecnologia 
Solid (https://solidproject.org/about), che a sua volta negozia con le 
piattaforme le modalità del loro uso. Sarebbe vietato ad altri raccogliere dati 
sulle persone, ma dovrebbero richiederli esplicitamente alla Utopia di 
appartenenza. Per esempio, una Utopia potrebbe concedere i dati per usi in 
ambito di ricerca medica, altre non concederli in nessun caso.

L’idea è solo un abbozzo e andrebbe articolata meglio, se si ritiene plausibile.

Potrebbe essere una risposta anche alla domanda di Damiano Verzulli sul cosa 
fare: elaborare il concetto di Utopia e metterla in pratica, creandone alcune e 
invitando persone a partecipare.

— Beppe 


> On 25 Sep 2023, at 07:49, <nexa-requ...@server-nexa.polito.it> 
> <nexa-requ...@server-nexa.polito.it> wrote:
> 
> Date: Sun, 24 Sep 2023 20:19:56 +0200
> From: Alberto Cammozzo <ac+n...@zeromx.net <mailto:ac+n...@zeromx.net>>
> To: 380° <g...@biscuolo.net <mailto:g...@biscuolo.net>>, 
> nexa@server-nexa.polito.it <mailto:nexa@server-nexa.polito.it>
> Subject: Re: [nexa] [OT] il modello di business di Wikipedia
>       (Wikimedia)
> Message-ID: <dd4fc3ef-538a-7969-61d6-a20c1d9b2...@zeromx.net 
> <mailto:dd4fc3ef-538a-7969-61d6-a20c1d9b2...@zeromx.net>>
> Content-Type: text/plain; charset="utf-8"; Format="flowed"
> 
> Caro Giovanni,
> 
> In estrema sintesi, la definizione di surveillance capitalism non 
> riguarda il fatto che uno ricavi denaro dai dati raccolti /dai/ suoi 
> utenti, ma che venda i comportamenti (passati o futuri) /dei/ suoi utenti.
> 
> A mia conoscenza Wikimedia non profila i propri utenti, non usa 
> recommendation systems per condizionarli, non adatta i contenuti a chi 
> ha davanti, e non mi risulta nemmeno che venda a terzi i dati dei propri 
> utenti, per cui il modello di business descritto dalla Zuboff come 
> /surveillance capitalism/ non si applica.
> 
> Grazie per gli articoli sul modello di business di Wikimedia, 
> interessanti. Mi pare però che delineino un modello tradizionale di 
> servizio premium a pagamento.
> 
> Un saluto,
> 
> Alberto
> 
> 
> On 9/23/23 12:38, 380° wrote:
>> Buongiorno Alberto,
>> 
>> follow the money? :-)
>> 
>> Alberto Cammozzo via nexa<nexa@server-nexa.polito.it 
>> <mailto:nexa@server-nexa.polito.it>>  writes:
>> 
>> [...]
>> 
>>> Attardi fa l'esempio di Wikipedia che è l'unica piattaforma
>>> centralizzata di scala globale confrontabile con GAFAM e che non usa il
>>> surveillance capitalism come modello di business.
>> Io preferisco la parola capture a surveillance perché rende meglio il
>> concetto (capture implica surveillance), ma è una /pignoleria/ :-)
>> 
>> Sono imbarazzato, non capisco perché sostieni che Wikipedia, o meglio
>> Wikimedia, non usa quel modello di "business", considerato - per dire
>> l'ultima - che ha appena lanciato il suo "Enterprise" service con
>> relativa azienda con sede nel... Delaware, ma ROTFL!
>> 
>> Wikipedia’s Deep Ties to Big Tech
>> By Michael Olenick APR 5, 2021
>> 
>> https://www.ineteconomics.org/perspectives/blog/wikipedias-deep-ties-to-big-tech
>> 
>> --8<---------------cut here---------------start------------->8---
>> 
>> Wikipedia’s online fundraising efforts that highlight its dependence on
>> donations for its continued functioning,[*] its assurance that it is
>> “super transparent with the public,” and occasional threats to run ads
>> to assure Wikipedia’s financial stability. Most users probably also
>> assume that Wikipedia’s content, even if sometimes mistaken or
>> incomplete, is basically harmless, with occasional errors the price of
>> straitened production conditions and limited staff. [...]
>> 
>> Wikipedia Is Wealthy & Works with Big Tech
>> 
>> Despite frequent protestations to the contrary, Wikimedia – the San
>> Francisco-based parent non-profit of Wikipedia – has enormous financial
>> reserves.
>> 
>> [...] implementing a new service, Wikimedia Enterprise, a for-profit
>> Delaware-based company to charge Big Tech for easier electronic access
>> to Wikipedia content.
>> 
>> Lest there be any ambiguity about who “these companies” are, they
>> explain high-volume commercial reusers include “the ‘infoboxes’ ..
>> shown in search engine results,” “voice-operated virtual assistants such
>> as Siri and Alexa,” and “augmented information .. such as in-flight
>> entertainment systems or smartphones.” For those who still don’t get it,
>> the term infoboxes links to a Wikipedia article about Google’s knowledge
>> panel.[1]
>> 
>> Wikimedia argues for-profit high-volume information “reusers” (its term)
>> have repeatedly asked for a dedicated service to efficiently funnel
>> information away from the site and money towards it. Big Tech wants a
>> contractual arrangement along with a service level agreement
>> (SLA). Wikimedia argues it is unable to offer a contract or provide an
>> SLA under its current legal scheme.
>> 
>> When asked, Wikimedia representatives responded that the Big Tech
>> businesses are uncomfortable supporting the non-profit through donations
>> and that they’d prefer a more explicit fee-for-service arrangement.[2]
>> Furthermore, the ongoing practice of embedding Wikimedia content into
>> the websites and information outlets of others deprives Wikimedia of an
>> ability to advertise for donations which, over the long-run, may impact
>> its ability to fundraise.
>> 
>> [...] Wikimedia Lacks Transparency
>> 
>> [...] Google’s former charity, Google.org <http://google.org/>, shuttered 
>> the year ending
>> 2018.[9] Google made two large donations to Tides Foundation, a total of
>> $50,264,173 listed in their 2018 disclosure (consisting of three
>> donations: $43,844,348, $844,448, and $560,055) and $76,385,901 in
>> 2017. Neither matches a line-item amount Tides Foundation reported for
>> the corresponding years.[10] Google also contributes money directly to
>> both Wikimedia and the Wikimedia Endowment, announcing a $7.5 million
>> donation at the 2019 Word Economic Forum.[11]
>> 
>> [...] While Wikimedia donates money to Tides – to support its endowment
>> and Knowledge Equity Fund (via Tides Advocacy) – Tides also donates
>> money to Wikimedia. However, the Tides donations do not appear in
>> Wikimedia annual reports [...]
>> 
>> --8<---------------cut here---------------end--------------->8---
>> (e /molto/ altro ancora nell'articolo)
>> 
>> Il suo primo cliente /pare/ essere Google:
>> 
>> --8<---------------cut here---------------start------------->8---
>> 
>> It’s not exactly clear how Google’s new partnership will change the
>> end-user side of things. Tim Palmer, the managing director of Google’s
>> search partnerships, vaguely commented that Google looks forward to
>> “deepening” its partnership with the Wikimedia Foundation through its
>> Enterprise service. Lane Becker, Wikimedia Enterprise’s senior director
>> of earned revenue told The Verge that the service is still in its “early
>> days” and declined to comment on specific ways Google might use it.
>> 
>> I would imagine that Google users probably won’t notice a change at all
>> — maybe we’ll see Wikipedia cited more often in knowledge panels or
>> perhaps Google will come up with a new way to integrate Wikipedia’s
>> information into its services. Google has made donations to the
>> Wikimedia Foundation in the past, but this marks the first time it’s
>> signing on as an actual customer.
>> 
>> [...] Wikimedia argues it currently subsidizes Big Tech by providing the
>> labor required for the coordination of information dissemination. The
>> implication is that there are resources at Wikimedia with an incremental
>> cost to feed data to Big Tech. A question asking for a guesstimate about
>> how many people spend how much time on this activity went unanswered,
>> along with all other written questions.
>> 
>> --8<---------------cut here---------------end--------------->8---
>> (https://www.theverge.com/2022/6/22/23178245/google-paying-wikimedia-foundation-information)
>> 
>>> Mi pare suggerisca che abbiamo bisogno di alternative al modello di
>>> business, e in questo la proposta di offrire gli stessi servizi con un
>>> modello stile WP senza sorveglianza mi pare valida.
>> WP come Wikipedia?  Non credo proprio.
>> 
>> WP come WordPress? :-D
>> 
>> Scherzi a parte, ho la /vaga/ sensazione che potremmo star qui in eterno
>> a giocare di inventarci nuovi modelli di business senza mai risolvere il
>> problema (quale problema?)
>> 
>> In altri termini: cambiare modello di business in un mercato NON libero
>> come quello attialmente dominante (capitalismo) credo sia inutile.
>> 
>> Trovare modelli di business alternativi in un libero mercato credo sia
>> più efficace... libero per davvero però, non per finta come vogliono
>> farci credere i narratori delle magnifiche e progressive sorti del
>> capitalismo (in ogni sua declinazione: classico, finanziario, turbo, a
>> energia eolica, corretto grappa...).
>> 
>> Già, questo però non c'entra proprio nulla con la lista Nexa:
>> perdonatemi!
>> 
>> [...]
>> 
>> Saluti, 380°

_______________________________________________
nexa mailing list
nexa@server-nexa.polito.it
https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa

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