Buongiorno Giuseppe,

Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it> writes:

[...]

> Ne ho accennato altre volte, ed è quello che chiamo modello delle
> Utopie Virtuali, ossia comunità che si organizzano in base a proprie
> regole, costituendo un bene comune, difendendolo e anche sfruttandolo
> a proprio beneficio.

Ho già letto di questa tua proposta e ho una domanda da 5000 trilioni di
dollari (o EUR): fino a che punto le comunità possono "spingersi" a
definire le /proprie/ regole?

Tipo: per auto-limitarmi al software (ma non dovrei, per essere serio),
io vorrei organizzarmi in una Utopia Virtuale in cui siano /totalmente/
aboliti i brevetti (mica solo quelli software, eh), tutti i programmi
**di default** (se non c'è indicazione di copyright) siano software
libero /non copyleft/ (tipo licenza MIT o BSD), chiunque voglia
distribuire il proprio codice in forma solo binaria o senza codice
rilasciato con licenze libere debba pagare una tassa sul modello della
Tobin tax e infine chiunque voglia commercializzare qualsiasi
dispositivo elettronico o elettrotecnico sia obbligato a fornire ai
propri clienti lo schema dei circuiti, le ABI per le chiamate del kernel
*e* il codice sorgente di **tutti** i cosiddetti firmware incorporati, a
partire dal microcode della CPU, se c'è; più o meno l'analogo di quello
che faceva Geloso col suo Bollettini Tecnici [1] a cavallo della metà
del secolo scorso (non c'era il software ma John Geloso lo avrebbe
pubblicato, ne sono sicuro).

Ho come l'impressione che sarebbe una cooperativa (o come vogliamo
chiamarla) di circa 4 gatti, per di più /squattrinati/, mentre la
Distopia Reale di tutte le BigTech mondiali con _pochi_ma_"buoni"_
interessi concordanti continuerebbe a disporre di una ricchezza
violentemente indecorosa.

Mi permetto una battuta:
«Quando una Utopia Virtuale incontra una Distopia Reale, l'Utopia
Virtuale è una utopia morta»

[...]

> Un’Utopia dovrebbe andare oltre la cooperativa, e diventare una vera
> comunità, di livello sovranazionale e di dimensioni globali, tali da
> poter fare da contraltare alla grandi multinazionali e poter competere
> e contrattare con esse.

Quindi Utopie Virtuali (sottolineo virtuali) che operano in un sistema
multinazionale - con economia e relativi rapporti di potere inalterati -
tale e quale a quello di oggi?  Delle specie di Cooperative
Multinazionali Non Governative (CMNG) ?

> Le grandi dimensioni sono necessarie per poter avere voce in capitolo,
> dato che ohe oggi il contrasto alle multinazionali passa per le
> nazioni e per organismi sovranazionali che non sempre sono in grado di
> tenere loro testa, visti i contrasti tra gli interessi in gioco
> (es. Minimum Tax).

Dunque: le nazioni *e* gli organismi sovranazionali non sempre
(bell'eufemismo) sono in grado di tenere testa alle multinazionali e
vovrebbero riuscirci le Mega CMNG?  Tipo ONU delle Utopie Virtuali?

Scusa, ma non si farebbe prima a riformare, o anche a radere a zero se
fosse irriformabile come temo, la stessa ONU?

> Gli stati westfaliani nacquero nel’600, prendendo atto che non ci
> poteva mettere d’accordo
> (https://en.wikipedia.org/wiki/Westphalian_system) e quindi lasciando
> che ciascuno facesse ciò che gli pareva in casa propria.

Quello che gli pareva?  Quello che gli pareva?!?!?!?

Cioè del tipo l'80% delle nazioni del mondo è stato /lasciato/ in pace a
fare i propri interessi in casa propria?  No, dai! :-D

Comunque è OT, perdono.

> Ma oggi il concetto di casa, legato alla geografia, nel mondo digitale
> globale non ha più molto senso

Anche?  Cioè non ha più senso il concetto di **casa mia** (cioè la mia
sfera individuale) nel mondo globalizzato?

Tipo «non avrai più casa tua e sarai felice» :-O

Ma anche questo è OT, perdono di nuovo.

In ogni caso, faccio notare che il "mondo digitale" è
/indissolubilmente/ legato alla geografia (la prima parte del termine
geopolitica), nemmeno nel fantomatico Metaverso gli individui sono
/slegati/ dalla geopolitica.

> e le nazioni si confrontano con organismi globali più grandi di loro,
> che rappresentano gli interessi trasversali del capitalismo, non più
> dei popoli.

Quindi stai dicendo che organismi quali ad esempio Unione Europea, WEF,
IMF, WTO, OMS, ONU non rappresentano gli interessi dei popoli ma quelli
trasversali del capitalismo?  Se no, quali sarebbero questi organismi
globali, le multinazionali?

Inoltre: organismi globali più grandi delle nazioni da contrastare con
Mega Cooperative organizzate secondo il modello di Utopia Virtuale?

[...]

> Sarebbe vietato ad altri raccogliere dati sulle persone, ma dovrebbero
> richiederli esplicitamente alla Utopia di appartenenza. Per esempio,
> una Utopia potrebbe concedere i dati per usi in ambito di ricerca
> medica, altre non concederli in nessun caso.

Io non vorrei fare il Rompiscatole Utopico ma in questa Distopia Reale
ci sono enti (di solito con acronimi a 3 lettere, coincidenza!) che se
ne strafregano dei divieti: non è complottismo, è ampiamente dimostrato.

Ma anche se non fosse così, come si farebbe a stabilire e *applicare*
regole che vietino _ad_altre_ Utopie di raccogliere dati personali senza
richiesta esplicita?

Occorrerebbe un ente "Sovra-Utopico" per concordare le regole, verificarne
l'applicazione e comminare sanzioni in caso di mancato rispetto, giusto?

Ma siccome anche "organismi sovranazionali non sempre sono in grado
di tenere loro (multinazionali, n.d.r.) testa, visti i contrasti tra gli
interessi in gioco", come si potrebbero conciliare i contrasti tra gli
interessi in gioco delle diverse Utopie Virtuali?

[...]


Cordiali saluti, 380°


[1] https://www.geloso.net/pagineIT/bollettini.asp?MyVar=bollettini

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

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