Interessante discussione; che, però, non "esce dal seminato" del dualismo fra capitale privato e capitale collettivo.
Mentre è solo uscendone che si potrà coniugare libertà e uguaglianza; e da qui ricostruire la società su basi diverse (con il profitto, per esempio). 
È ciò per cui mi batto io.
as

Andrea Surbone
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Il 22 gen 2023 10:52, Paolo Del Romano <delrom...@gmail.com> ha scritto:


Intervengo con piacere per dire la mia  su questa  discussione sul valore "negativo" o "positivo"  del profitto che è derivata dal thread sugli effetti negativi della "automazione del lavoro".
 
Si è vero esiste nel comune sentire di molti l'idea che il profitto è una cattiva parola. Probabilmente perchè due secoli fa,  il famoso economista Karl Marx,  disse che il profitto si riferisce alla differenza fra il valore del lavoro di un lavoratore e la paga che questi percepisce. Una definizione questa molto ideologica, ma molto fortunata,  che quindi fa ancora breccia molto facilmente nelle  menti di tutti coloro che credono fermamente nel valore universale della uguaglianza ma che è poco utile (a volte perfino fuorviante) nell'analisi dei problemi di natura microeconomica e macroeconomica.  
L'enciclopedia Treccani fornisce una pluralità di definizioni del concetto di Profitto e come vedete non prevale affatto una connotazione negativa di essa:
https://www.treccani.it/enciclopedia/profitto_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/

Il sistema capitalistico (quello che si basa sul profitto)  che rimane ancora il sistema economico dominante ha dimostrato che un sistema dove le scelte rimangono decentrate cioè nella libera disponibilità di tutti (cioè degli imprenditori piccoli e grandi ma anche dei consumatori) funziona meglio del sistema opposto dove l'economia è governata dallo Stato. In verità la storia ha dimostrato che i sistemi misti sono quelli che funzionano meglio. Anche nel paese piu' capitalistico di tutti, gli USA, lo Stato in certe fasi del ciclo economico  diventa fortemente interventista nell'economia (vedi un caso recente, di successo,  quando Obama decise di affidarsi alla Fiat di Marchionne, una società non americana ma addirittura italiana,  per salvare i posti di lavoro della Chrysler, cioè degli operai americani).
Tutto questo per dire che il profitto non è una brutta parola ma il parametro utilizzato nei sistemi economici di tutto il mondo per allocare in modo efficiente le risorse umane, materiali e immateriali. Naturalmente ci sono casi dove l'EFFICIENZA non è il driver decisionale giusto e allora ben vengano (ma solo in questi casi)  altri modelli alternativi.

Concordo con l'affermazione fatta da qualcuno in lista che "il problema non è il profitto, ma la sua massimizzazione" ma non dimentichiamoci che esiste la leva fiscale che quando funziona rimedia perfettamente (penso a quei sistemi che tassano più aspramente i profitti non reinvestiti). Il problema è che però esistono i paradisi fiscali e quindi ci vorrebbe una linea comune a livello globale per limitarli al massimo. Su questo pare che si voglia fare qualche passo in avanti (vedi la Global Minimum Tax).

Saluti.


--
Paolo Del Romano
delrom...@gmail.com

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