Buongiorno,

Maria Chiara Pievatolo <mariachiara.pievat...@unipi.it> writes:

[...]

> Abbiamo a che fare con un problema che, nei suoi termini astratti, è 
> antichissimo: l'alienazione del sapere perché separato dai sapienti 
> tramite strumenti alieni. Strumenti che non producono conoscenza ma 
> "doxosofia", ovvero collezioni di nozioni (dal nostro punto di vista) 
> che si recepiscono e usano senza essere in grado di intenderle e 
> spiegarne il perché.

Grazie per aver contestualizzato così bene dove si colloca l'universo di
discorso dell'Intelligenza Artificiale (debole, detta anche ristretta);
l'IA non è altro che una "macchina doxosofica", molto complessa (ma pur
sempre comprensibile) e purtroppo spesso inutilmente /complicata/ (per
renderla artificiosamente meno comprensibile)

Tra l'altro, la doxosofia "sparata fuori a raffica" dall'AI è di almeno
un ordine di grandezza più approssimativa rispetto a quella
"lentissimamente sudata" dagli umani... ma non ho studi in merito :-D

In più, aspetto fondamentale nella produzione dei SALAMI, a volte
(spesso?) capita che le doxosofie selezionate (i metadati, i label) per
il problema in esame siano di scarsissima qualità, questo sì che è
documentato, mi pare.

> https://btfp.sp.unipi.it/dida/fedro/ar01s19.xhtml
>
> Abbiamo, in relazione a questi strumenti alieni, un margine di 
> trattativa, così da non dipendere (come da citazione nascosta nel mio 
> penultimo post) dalla benevolenza (o malevolenza) di altri più potenti 
> di noi?

Sì: possiamo almeno comprendere i principi di funzionamento di questi
strumenti e partendo da lì imparare a modificare parti della macchina (a
cominciare dalle interfacce) per vedere l'effetto che fa, imparando
ulteriori cose in merito al loro funzionamento e /quindi/ anche in
merito a come e perché producono errori (nozioni deformate dalla "lente"
che le produce sulla base della doxosofia usata per programmarle, come
descritto in https://nooscope.ai/)

Certo: per riconoscere /come/ la "doxosofia prodotta" (sintetizzata) è
errata, occorre essere in grado di... superarla (come dice più avanti)

[...]

> Che margini di trattativa abbiamo con i SALAMI? Anch'essi dipendono
> dal lavoro cognitivo delle persone ma, essendo automatici, possono
> talvolta (*)

Quel "talvolta" è **decisivo** perché rendere automatica l'applicazione
delle doxosofie sintetizzare dai SALAMI è sempre e **solo** una
decisione umana, spesso presa da /altri/ umani (alienazione?): qui il
margione di trattativa dove sta?  Sta nella possibilità di poter
/partecipare/ al processo decisionale di applicare automaticamente una
determinazione dei SALAMI.  Da questo punto di vista cambia poco
rispetto alla possibilità di partecipazione al processo decisionale che
porta all'approvazione di qualsiasi altra legge, a sua volta basata sul
complesso di doxosofie adottate in quel momento.

In ogni caso, decidere di /trasformare/ la doxosofia sintetica in un
automatismo è sempre solo e soltanto una decisione umana.

> eseguirsi nel mondo senza la mediazione delle persone che li ricevono:
> qui il margine di trattativa non c'è più.

Oltre al margine di trattativa detto sopra, quello che i sostenitori del
software libero (SALAMI liberi!) propongono è di dare a tutti la
possibilità di agire per studiare, eseguire, modificare, migliorare la
"macchina doxosofica"

Lo stesso /identico/ principio per il quale a tutti è data la
possibilità di partecipare (studiare, modificare, migliorare...) alla
produzione scientifica; mica tutti diventano scienziati nella vita, ma a
tutti /in potenza/ è dato poterlo diventare: col software proprietario
(SALAMI proprietari) è impossibile poter /partecipare/.

> I più famosi sono inoltre soggetti a un doppio monopolio: quello
> legale del copyright che li rende chiusi, a differenza dell'alfabeto,
> e quello fattuale del controllo della quantità di dati e di potenza di
> calcolo da cui dipende il loro funzionamento.

Sì, ma i problemi di ordine fattuale possono essere superati: dei due
quello davvero più impegnativo è quello della disponibilità di dati di
qualità per il problema in esame, la potenza di calcolo comincia a
essere alla portata di "gruppi organizzati" (non è certo economica ma
non irraggiungibile)

> I due monopoli potrebbero, con il diritto, essere frantumati. E anche il 
> margine di trattativa eliminato dall'automazione potrebbe essere almeno 
> in parte ripristinato tramite il diritto, come si fa quando a toglierlo 
> sono esseri umani

Mi permetto di insistere ribadendo che /sempre/ il margine di trattativa
eliminato per mezzo dell'automatismo (decisione automatica?) lo è /solo/
attraverso il diritto (positivo): è solo de jure che un automatismo può
essere imposto, altrimenti chiunque potrebbe decidere di /disattivare/
l'automatismo (spero di essermi spiegato, sono un po' approssimativo)

...per questo sono stati inventati i DRM, l'APOCALISSE del diritto, il
vulnus che rimarrà nella storia nei secoli dei secoli

[...]

> Non si tratta, cioè, di eliminare le doxosofie, ma di imparare a
> superarle.

Meraviglioso concetto, che mi permetto di "trasliterare" in; non si
tratta di eliminare i SALAMI, ma di imparare a superarli (o decidere di
NON usarli)... perché sennò non potrà mai uscire NULLA di nuovo, non
potranno mai essere corretti gli errori delle nostre doxosofie.

A mio modesto avviso in questo passo tratto (e tradotto) da una lezione
di Theodor W. Adorno del 1967 [1]:

--8<---------------cut here---------------start------------->8---

The logical apparatus owes its immeasurable improvement beyond primitive
consciousness to this autonomy. It contains, intensified, at the level
of content, the force of enlightenment that marks the historical
development of philosophy. Yet as it became autonomous and developed
into an apparatus, thinking also became the prey of reification and
congealed into a high-handed method. Cybernetic machines are a crude
example of this. They graphically demonstrate to people the nullity of
formalized thinking abstracted from its contents insofar as such
machines perform better than thinking subjects much of what used to be
the proud achievement of the method of subjective reason. Should
thinking subjects passively transform themselves into the instruments of
such formalization, then they virtually cease being subjects. They
approach the machine in the guise of its imperfect
replica. Philosophical thinking begins as soon as it ceases to content
itself with cognitions that are predictable and from which nothing more
emerges than what had been placed there beforehand. The humane
significance of computers would be to unburden the thinking of living
beings to the extent that thought would gain the freedom to attain a
knowledge that is not already implicit.

--8<---------------cut here---------------end--------------->8---

...i SALAMI non possono essere in grado di andare oltre le nostre
doxosofie, anzi a volte (spesso?) le distorcono, tantomeno possono
esserlo gli umani che si limitano a essere "esecutori di modelli
statistici" preconfezionati :-O

> Quanto detto, però. è solo una potenzialità teorica, che in passato e 
> con altre rivoluzioni mediatiche è stata almeno in parte messa in atto. 
> Che sia messa in atto anche domani è, naturalmente, tutto da vedere.

Certo che è da vedere se e /come/ verrà messa in atto, ma potenzialmente
è possibile così come lo è che un giorno i fisici - superando le
doxosofiche utilizzate finora - trovino il modo di unificare le quattro
interazioni fondamentali [2] in un'unica toria :-D

> Buonanotte e buona fortuna,
> MCP

Grazie mille per gli stimoli!  380°


[1] http://www.autodidactproject.org/quote/adorno_formalism.html

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Interazioni_fondamentali

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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