Il 21/01/23 10:38, Daniela Tafani ha scritto:
[...]
L'automazione del lavoro ha luogo comunque, semplicemente perché costa meno, e dunque genera maggior profitto, non perché funzioni;
[...]

Fra le righe dell'interessantissima discussione su ChatGPT, intravedo una certo rifiuto preconcetto, e "a prescindere", nei confronti del mondo del business.

La frase qui sopra ne è un esempio: se la interpreto correttamente, parrebbe sostenere che "il profitto è il male" e, soprattutto, che la necessita' di automatizzare derivi ESCLUSIVAMENTE dal fatto che possa generare "profitto".

Dal basso del mio vissuto quotidiano, posso dire che l'automazione, spesso, serve anche "a semplificare la vita, migliorandola". E', quindi, un elemento che puo' contribuire all'aumento del benessere del singolo. E, quando osservato da questo angolo, magari quel "profitto" che tanto suscita perplessita' in alcuni, potrebbe essere visto semplicemente come il prezzo pagato per l'ottenuto benessere.

Mi spiego con un esempio "terra terra", che pero' mi ha fatto molto riflettere, l'estate scorsa.

Avevo la necessita' di realizzare un "muretto a secco" nei pressi di casa mia, ed era mia intezione realizzarlo "in autonomia" (da solo). Per procedere, era FONDAMENTALE che il terreno sottostante e quello limitrofo fossero perfettamente planari e lievemente pendenti nella direzione corretta. Non lo erano.

Avevo quindi la necessita' di LIVELLARE PERFETTAMENTE il terreno, alle dovute quote e con le necessarie pendenze. Dopo svariate ore di "tentativi manuali" rivelatisi particolarmente faticosi (zappa, pala, carriola, zappetta, livella, staggia, ...fatica...), alla fine mi sono deciso a chiamare un amico, vicino di casa (proprietario di un escavatore). Il mio amico è venuto e, in ~50 minuti, con il suo escavatore, ha fatto un lavoro che io, a mano, non avrei potuto fare neanche con un mese di attivita' manuale.... e neanche se avessi chiesto aiuto a qualche altro amico. Ho pagato a M. (il mio amico) 60 euro. Lui era contento (avevo pagato senza alcun borbottare). Io ero MOLTO piu' contento di lui (per me erano i 60€ meglio spesi da molti anni a questa parte).

Lo scavatore avra' bruciato qualche litro di gasolio. Il trattore con cui è stato trasportato ne avra' bruciato qualcun altro. Entrambi gli oggetti sono stati acquistati (da M.) per qualche decina di migliaia di euro. Quell'escavatore ha risolto --a me-- un problema ENORME, in pochissimo tempo, e con un risultato inarrivabile con altri mezzi.

M. ha avuto un "profitto" da 60€? 40€ (al netto dei costi)? ....e questo è un male? Possiamo veramente sostenere che: "L'automazione del lavoro ha luogo comunque, semplicemente perché costa meno, e dunque genera maggior profitto, non perché funzioni"?

Io sono fortemente convinto che non sia cosi'. Non sempre.

La considerazione si puo' estendere anche nel campo IT, dove, pero', la tipologia di "domanda di servizio" e, soprattutto, l'immaterialita' delle soluzioni rende tutto estremamente piu' complesso da trattare. Detta in altri termini: se si parla di escavatori, pale, zappe, carriole... ci si capisce tutti, istantaneamente. Se si parla di sistemi informativi, di basi di dati da interrogare in tempi dell'ordine del secondo (come upper-bound), di gestire archivi da milioni di oggetti... e di interagire con tutto cio' semplicemente muovendo un oggetto e premendo qualche pulsante (sull'oggetto; non sulla tastiera), seduti comodamente su una poltrona, al caldo... e lontanissimo dal rumore delle ventole prodotti dai server sottostanti, il contesto è meno "visibile" (ma le difficoltà, le "fatiche" e i benefici dell'automazione ci sono lo stesso).

Certamente si potra' discutere di quanto la replicabilita' e la scalabilita' delle soluzioni ICT sia superiore a quelle delle soluzioni materiali.... Ma qui entriamo --a mio parere-- in un altro ambito, che esula dal concetto di "utilita' dell'automazione" e "eticita' del profitto" dai quali ero partito...

Un caro saluto,
DV

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Damiano Verzulli
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