Il 11/10/23 09:56, Guido Vetere ha scritto:
[...]ma non si fa nulla, hai ragione, e proprio per i motivi che dicevi, gli stessi, tra l'altro, a causa dei quali sono franati e franano tutti i discorsi di integrazione interoperabilità nella PA da 30 anni a questa parte
Su questo, concordo (per quel che possa valere...) e... rilancio (vedi sotto).
: non c'è potere, non ci sono appalti, i fornitori (veri decisori politici) non sono interessati, bisognerebbe fare tanta formazione, ecc
Su questo, sono in parziale disaccordo: disaccordo su "potere" e "appalti"; accordo su "fornitori" e "formazione"
Dal mio punto di vista, il problema è piu' semplice, e *NON* è "nuovo"; Vi chiedo la cortesia di leggere *CON ATTENZIONE* il frammento seguente:
==========================================...gia' nel 1981 era possibile leggere in un rapporto CNEL "/un processo di riforma della Pubblica Amministrazione che voglia essere moderno e produttivo non può prescindere da un utilizzo razionale dell'informatica. Il che comporta un'altra affermazione che è corollario naturale di quella che precede e cioè che *l'informatica non è uno strumenti aggiuntivo nella pubblica amministrazione, ma uno strumento di riforma*"./ Dalle audizioni emerge piu' volte che mancano le competenze interne e l'amministrazione sceglie di fare ampio ricorso al mercato. L'analisi dei curricula dei responsabili della transizione alla modalita' operativa digitale rende difficile affermare che il comma 1-ter dell'articolo 17 del CAD sia rispettato, e cioè che "/il responsabile dell'ufficio (...) è dotato di adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali/", in alcuni casi per stessa ammissione dei responsabili durante le audizioni.
[...]Dai lavori della Commissione non si può desumere che la spesa ICT sia eccessiva, ma sicuramente emerge una scarsa capacità di controllo della qualità della spesa, soprattutto per quanto riguarda i sistemi informativi e l’impatto che dovrebbero produrre, sia in termini di risparmi, sia in termini di miglioramento della qualità dei servizi, che non viene quasi mai misurato.
La mancanza di adeguate competenze interne impedisce alla PA di contrattare adeguatamente con i fornitori, di progettare correttamente le soluzioni necessarie, di scrivere bandi di gara che selezionino il prodotto o il servizio più adeguato e aperto a nuove implementazioni e, infine, di controllare efficacemente lo sviluppo e la realizzazione delle soluzioni informatiche.
[...]La mancanza di competenze adeguate, soprattutto nei livelli apicali, e una concezione desueta del digitale, visto come ancillare, di servizio e non come strategico, porta al rischio sistematico di impiego inefficiente di denaro pubblico, in alcuni casi vero e proprio spreco.
[...]la Commissione ha constatato che molto raramente la PA committente si pone il problema di misurare l’efficacia e la qualità della digitalizzazione.
[...]è auspicabile che la spesa di sviluppo e innovazione tecnologica nei prossimi anni aumenti [...] ma la precondizione consiste nell’immettere una massiccia dose di competenze nella PA in modo da agevolare il cambio culturale necessario ad una trasformazione evitando che la spesa pubblica sia solo acquisto di tecnologia.
============================================ Vi ci ritrovate? Poteva essere scritto meglio di cosi'?Come facciamo a *NON* concordare sul fatto che è *QUESTA* la radice del problema?
Attenzione: quello riportato qui sopra è un estratto della:* "*Relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione e l’innovazione della PA*" del 13/10/2020
https://docs.italia.it/media/pdf/relazionecommissionedigitale-docs/bozza/relazionecommissionedigitale-docs.pdf C'e' altro da aggiungere?Fin quando questo problema non verra' affrontato e non verra' risolto (evidentemente su scala "a lungo termine"), quello che accadra' è scientificamente prevedibile. Mi si perdonera' l'autocitazione, ma per "prevedibile" intendo che, ad esempio, in ambito "cybersecurity" (molto trendy, in questo periodo) è assolutamente normale che accada quello che descrivevo in un mio scritto su Linkedin:
* "P.A. e (in)sicurezza delle infrastrutture" https://www.linkedin.com/pulse/pa-e-insicurezza-delle-infrastrutture-damiano-verzulliLe norme ci sono. I problemi sono chiari. È tutto chiarissimo.... Basta solo (volerci) mettere mano...
Io --nel mio piccolo-- c'ho provato, ed ho fallito. Due volte. Non ci sara' una terza volta.
Bye, DV -- Damiano Verzulli e-mail:dami...@verzulli.it --- possible?ok:while(!possible){open_mindedness++} --- "...I realized that free software would not generate the kind of income that was needed. Maybe in USA or Europe, you may be able to get a well paying job as a free software developer, but not here [in Africa]..." -- Guido Sohne - 1973-2008 http://ole.kenic.or.ke/pipermail/skunkworks/2008-April/005989.html
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