Buongiorno Daniela, grazie mille: credo che stiamo arrivando al nocciolo degli aspetti tecnico-politici del discorso "diritti e doveri di cittadinanza cibernetica"
Daniela Tafani <daniela.taf...@unipi.it> writes: [...] > Tecnicamente siamo clienti, certo, ma il mio riferimento > all'alternativa tra sudditi e cittadini > > presupponeva la tesi che siamo di fronte a soggetti privati che > esercitano, di fatto, prerogative statali credo che stiamo descrivendo il fenomeno da due prospettive differenti ma "spazialmente" molto ravvicinate per quello che ho capito della storia delle telecomunicazioni, fino a Internet come lo conosciamo adesso, io ritengo che non siano soggetti privati a esercitare di fatto prerogative statali ma siano gli stati (le burocrazie che controllano "The Administrative State"), specialmente alcuni stati che ere geopolitiche fa si sarebbero chiamati imperialisti, a usare soggetti privati per esercitare prerogative para-statali totalitarie che non potrebbero giustificare in altro modo senza perdere quel poco di legittimità che ancora hanno gli stati moderni - controllati dalla burocrazie - e che permette loro di tenere in piedi tutta la baracca ...ormai il "giochino" è abbastanza chiaro IMHO, i Twitter Files sono solo l'ultima delle prove (abbastanza) circostanziate che domostrano che in realtà certe aziende eseguono ordini [...] > Se entro in Twitter, il consenso è estorto e il contratto è fittizio: > entro di fatto in uno stato con le sue leggi e il suo potere > giudiziario; > > non è uno spazio pubblico, una piazza digitale, chiedo scusa se insito (lo farò finché credo sia necessario) ma il problema è uno e uno solo: Internet fa schifo [1] e va rifatta (quasi) da zero; con Internet intendo esattamente la rete di telecomunicazioni a pacchetto, non tutti i servizi che funzionicchiano ora sulla base di quella schifezza di rete in poche parole, Internet è "solo" un pezzo dell'attuale dispositivo amministrativo usato dalle burocrazie per controllare gli stati, un pezzo del Leviathan insomma [2] spesso ho l'impressione che molte riflessioni sulle "piattaforme", il fediverso, la net neutrality e molti altri discorsi su come "regolare" internet **da fuori** siano viziati dal fatto che sia dato per scontato che Internet sia "dato": non è così è Internet che deve essere rifatta, non "il Twitter" o "il Mastondon" del momento in questa lista l'ho già detto N volte, ma https://www.gnunet.org è la cosa che meglio descrive ciò che è possibile; in GNUnet nessuna delle storture a cui stiamo assistendo sarebbe possibile... perché non sarebbe "amministrabile burocraticamente" [...] > Sul contratto sociale mi piacerebbe discutere, alla prima occasione: > lo si può intendere in modi molto diversi. sì è vero e io ho scelto quello a mio avviso peggiore, però anche gli altri modi non mi sono mai piaciuti... ma questa rischierebbe di diventare una discussione di filosofia politica (anzi fenomenologia dello spirito); io sono discretamente ignorante in filosofia, leggerò volentieri quello che scriverà [...] grazie mille per il confronto buongiorno, 380° [1] https://www.w3.org/2014/strint/papers/65.pdf [2] «Law and Leviathan: Redeeming the Administrative State» CASS R. SUNSTEIN, ADRIAN VERMEULE, 2020 https://www.jstor.org/stable/j.ctv2jfvcb2 -- 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego) «Noi, incompetenti come siamo, non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché» Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice but very few check the facts. Ask me about <https://stallmansupport.org>.
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