Buonasera, Daniela Tafani <daniela.taf...@unipi.it> writes:
[...] > (sorvolando sulla stravaganza della pretesa che una simile educazione > possa darsi, > > quando i luoghi in cui adempiere ai doveri della cittadinanza digitale > sono piattaforme private con prerogative statali, in cui si è sudditi, > anziché cittadini, e in cui chiunque può vedersi privato, ad esempio, > del diritto di parola o dell'identità digitale, in base a regole > misteriose e sentenze inappellabili). [...] purtroppo la sensazione di essere trattati come sudditi anziché cittadini è forte anche nella "cittadinanza analogica"... ma sorvoliamo sulla stravaganza :-) ritengo che "tecnicamente" la reductio sia più verso "clienti" che "sudditi", cioè clienti di servizi digitali che per loro natura sono regolati per mezzo di contratti, dove il "potere contrattuale" dei clienti è rasente allo zero mentre i "fornitori" dei servizi si permettono sostanzialmente di fare quello che vogliono, in perfetto accordo coi governi nazionali di riferimento - USA nel 94,56% dei casi - cui **sempre** devono rispondere... e qui il discorso si ricollega a quello della "sudditanza analogica" messe in questi termini, cioè di "contratto", le relazioni come possono anche solo lontanamente essere concepite come "tra pari cittadini"? aggià, dimenticavo però che secondo alcuni notevoli pensatori la società addirittura *nasce* con un contratto sociale, perché l'uomo per sua natura non sarebbe in grado vivere senza la pagina di Wikipedia [1] scrive così: --8<---------------cut here---------------start------------->8--- Social contract arguments typically are that individuals have consented, either explicitly or tacitly, to surrender some of their freedoms and submit to the authority (of the ruler, or to the decision of a majority) in exchange for protection of their remaining rights or maintenance of the social order. --8<---------------cut here---------------end--------------->8--- se vale per i cittadini analogici a maggior ragione vale per i cittadini cibernetici che a volte non hanno nemmeno gli strumenti per comprendere il funzionamento del "dispositivo", figuramoci se possono "contrattualizzarlo". e se invece facessimo /semplicemente/ che il "dispositivo" lo costruiamo tutti assieme in modo partecipativo e **di conseguenza** il contratto che lo regola non servirebbe più, perché le regole del suo funzionamento sono /embedded/ nel "dispositivo"? non sarebbe fantastico se l'unico /dovere/ del "cittadino cibernetico" fosse quello di contribuire secondo il proprio talento alla costruzione del "dispositivo cibernetico"? [...] > Dovere o obbligo? > > Ad esempio il Codice dell'amministrazione digitale (CAD) è un corpus di > disposizioni nato per stabilire il /diritto/ di cittadini e imprese a > relazionarsi con la PA attraverso le tecnologie digitali. Il /dovere/ di > dotarsi degli strumenti per consentire ai cittadini di esercitare questo > diritto è in capo alle amministrazioni pubbliche. credo che l'intento della domanda originale, almeno per come l'ho interpretata io, fosse quello di indagare se e "dove" in giurisprudenza viene sviluppato il discorso in merito ai doveri di cittadinanza digitale (cittadinanza cibernetica), non tanto i doveri dei "funzionari digitali" (Amministrazione pubblica, internet provider, piattaforme dei servizi) [...] > Nel 2019 l’Università degli Studi di Milano, il CORECOM (Comitato > regionale per le comunicazioni) della Lombardia e l’Ordine degli > Avvocati di Milano hanno elaborato un decalogo per diffondere un uso > responsabile delle tecnologie, non ho trovato il documento in rete ma > qui [2] il prof. Ziccardi ne tratta i punti salienti. [...] > [2] > https://www.scuoladifuturo.it/wp-content/uploads/2020/06/La-buona-battaglia_cittadinanza-digitale_Ziccardi-def.pdf non ho ancora letto tutto il documento che citi ma così come i doveri di cittadinanza **non si limitano** a "comportarsi con correttezza" (rispettare le regole?), la stessa cosa /dovrebbe/ valere anche nel caso dei doveri di "cittadinanza cibernetica" ...altrimenti ci riduciamo a una sterile discussione sull'obbligatorio e il proibito. Saluti, 380° [1] https://en.wikipedia.org/wiki/Social_contract -- 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego) «Noi, incompetenti come siamo, non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché» Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice but very few check the facts. Ask me about <https://stallmansupport.org>.
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