Salve Laura,

è un piacere leggerti e grazie per aver condiviso la tua prospettiva.

On Thu, 22 Dec 2022 09:40:30 +0100 (CET) Laura Garbati wrote:

> Ora, penso che anche questo debba essere applicato all'informatica. 

Personalmente, vorrei davvero che tu avessi ragione.

Purtroppo c'è un problema di scala che evidentemente non riesco a far
cogliere.

Ogni secondo ci sono centinaia di programmi in esecuzione sul tuo
cellulare. Ci sono milioni di cellulari accesi in Italia. Ognuno di
questi software comporta l'esecuzione di milioni di righe di codice.
E questi software cambiano con una rapidità estrema, addirittura più
volte al giorno quando si tratta di software in parte eseguito "sul
cloud" (come la maggioranza dei software più diffusi).


Un Magistrato quanti criminali può perseguire in un anno?


Se ci affidiamo a strutture pensate per una società non-cibernetica per
regolare una società cibernetica, di fatto, affidiamo quella società
cibernetica al controllo da parte di chi realizza e controlla gli
automatismi che ne costituiscono la stragrange maggioranza degli agenti.


L'unico modo per sottrarre le persone alla riduzione ad ingranaggi
è diffondere questo potere in modo capillare, riconoscendo la
programmazione e il debugging come la scrittura e la lettura
critica della società cibernetica: presupposti per la piena
cittadinanza.


Siamo davvero a cavallo di un cambio di paradigma.

Continuare a pensare in termini novecenteschi, purtroppo, significa
avviarci speditamente verso la peggiore distopia che l'umanità abbia
affrontato, con miliardi di persone intrappolate dentro solitudini
automatizzate, senza diritti e senza possibilità di comunicare.


Giacomo
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