Ma pure parecchi che apprezzano l'approccio di Wiener/McLuhan/Mumford/Illich 
alle questioni tecnologiche. ;-)
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"Non scampa tra chi veste da parata / chi veste una risata" - F. Guccini

-------- Messaggio originale --------
20/01/25 22:17, Guido Vetere  ha scritto:

>>L'aspetto dirimente è l'alienazione.
>>Aspetto che accomuna la fabbrica >comunista e quella capitalista.
>
> Giacomo, attento che qui ti leggono un sacco di marxisti .. :-)
>
> G.
>
> Il Lun 20 Gen 2025, 21:25 abregni <abre...@iperv.it> ha scritto:
>
>> Hanno scritto tonnellate di carta, Giacomo, su come realizzare fabbriche
>> diverse di automobili, ...finché non le hanno robotizzate, e i bei
>> discorsi sono finiti.
>> Adriano Oivetti ha perseguito la sua giusta utopia, finché non ha
>> cominciato a dare fastidio.
>>
>> Tu fai discorsi spezzettati, che alla fine non hanno niente a che vedere
>> con la tecnologia. L'architettura riesce a fare cose belle, quando è
>> ispirata, ma il discorso rimane sempre lo stesso: è l'uomo che sceglie,
>> il responsabile di tutto (nel bene o nel male).
>> Il resto sono solo bulloni. O mattoni.
>>
>> Il 2025-01-20 21:13 Giacomo Tesio ha scritto:
>>> Non dovresti concentrarti sull'aspetto economico Guido, la distinzione
>>> fra operaio sfruttato o meno è solo superficiale.
>>>
>>> L'aspetto dirimente è l'alienazione.
>>> Aspetto che accomuna la fabbrica comunista e quella capitalista.
>>>
>>>
>>> Se il tuo processo produttivo è progettato per evitare l'alienazione
>>> degli operai,
>>> anche i loro strumenti, per quanto avanzati, saranno diversi
>>> da quelli imposti da chi persegue tale alienazione.
>>>
>>> <https://www.passaggilenti.com/adriano-olivetti-pozzuoli-storia-della-fabbrica/>
>>>
>>>
>>> Giacomo
>>>
>>>
>>> Il 20 Gennaio 2025 18:06:17 UTC, Guido Vetere <vetere.gu...@gmail.com>
>>> ha scritto:
>>>> Buon punto, Alessandro
>>>>
>>>>
>>>> *Se con la macchina si compie fino in fondo il processo della
>>>> sottomissione
>>>> reale del lavoro al capitale […] una macchina non capitalisticamente
>>>> usata
>>>> dovrebbe essere una macchina diversa da quella usata
>>>> capitalisticamente*
>>>> ma siccome la macchina che usava il compagno Stakanov era identica a
>>>> quella
>>>> che usava l'operaio sfruttato, la premessa è falsificata (modus
>>>> tollens),
>>>> dunque non è vero che *con la macchina si compie fino in fondo il
>>>> processo
>>>> della sottomissione reale del lavoro al capitale. *QED
>>>>
>>>> G.
>>>>
>>>>
>>>> On Mon, 20 Jan 2025 at 18:20, abregni <abre...@iperv.it> wrote:
>>>>
>>>> > Ciao, Giulio.
>>>> > Come ho già risposto ad Alberto, posso essere d'accordo in generale, ma
>>>> > ci sono dei punti "cruciali" che continuo a contestare.
>>>> >
>>>> > >> Se con la macchina si compie fino in fondo il processo della
>>>> > >> sottomissione reale del lavoro al capitale...
>>>> >
>>>> > Questo è un presupposto già "politico" (con forte connotazione
>>>> > ideologica)...
>>>> >
>>>> > >> ...una macchina non capitalisticamente usata dovrebbe essere una
>>>> > >> macchina diversa da quella usata capitalisticamente.
>>>> >
>>>> > Io sono invece convinto che il laminatoio "del padrone" e quello "della
>>>> > cooperativa di lavoratori" (che ha rilevato l'acciaieria dal padrone
>>>> > fallito) siano tecnicamente identici.
>>>> > E, come ho detto altrove (per gli eventuali luddisti), a fabbri e forge
>>>> > non ritengo si possa tornare.
>>>> >
>>>> > >> In altri termini, le macchine, così come noi le conosciamo, sono il
>>>> > >> frutto di una tecnologia (e fors’anche di una scienza) che è stata
>>>> > >> pensata tutta sulla base del presupposto del lavoro alienato.
>>>> >
>>>> > Questa è la conclusione (sbagliata) che viene direttamente dal
>>>> > presupposto politico-ideologico di cui sopra.
>>>> > Scienza e tecnologia, come conoscenza e know-how, per me sono sempre
>>>> > buoni in sé.
>>>> > Se poi i denari per la ricerca vengono dai militari o dai ricchi (che,
>>>> > quest'ultimi, io continuo a vedere divisi fra ladri e onesti, a
>>>> > differenza di chi li eguaglia ai primi), questo è un problema diverso, a
>>>> > monte ...e molto generale (parte buona: accumulazione di capitale; parte
>>>> > cattiva: predazione / sfruttamento), che non può essere trattato come
>>>> > "facente parte del tema tecnologico".
>>>> >
>>>> > >> In una situazione diversa, il mutamento dovrebbe interessare lo stesso
>>>> > >> processo di conoscenza e di realizzazione tecnologica al cui termine
>>>> > >> la macchina si trova”.
>>>> >
>>>> > Invece io penso che debba cambiare tutt'altro.
>>>> >
>>>> > [Ho fatto per oltre vent'anni il consulente di business, e dovevo essere
>>>> > "convincente". A parte dire il vero, e avere evidenze a supporto, età
>>>> > importante anche costruire discorsi inappuntabili sul piano logico,
>>>> > ...non che "sembrassero solo tali", per cui mi nasce un'irritazione
>>>> > automatica, di fronte a logiche non stringenti e provate.]
>>>> >
>>>> >
>>>> >
>>>> > Il 2025-01-20 15:33 de petra giulio ha scritto:
>>>> > > _Non so in quale conversazione inserire le considerazioni che seguono,
>>>> > > considerato che in almeno tre conversazioni contemporaneamente attive
>>>> > > sulla lista si sta discutendo dello stesso tema. Lo faccio qui, come
>>>> > > segno di apprezzamento per il contributo di karlessi, ma le cose che
>>>> > > scriverò fanno riferimento anche ad argomentazioni comparse nelle
>>>> > > altre conversazioni._
>>>> > >
>>>> > > Sul tema della neutralità delle macchine (della tecnologia, della
>>>> > > scienza) per avere (forse) qualche ulteriore elemento di ragionamento,
>>>> > > può essere utile rileggere scritti del secolo corso, quando la
>>>> > > tecnologia prevalente non era ancora quella digitale (potremmo
>>>> > > chiamarla "l'età del coltello") , e quindi potevano sembrare più
>>>> > > forti gli argomenti a favore della neutralità della tecnica (e della
>>>> > > scienza), eppure...
>>>> > > Recentemente è stato ripubblicato un testo di Claudio Napoleoni, uno
>>>> > > dei più importanti economisti e filosofi italiani del 900, troppo
>>>> > > poco frequentato. Si tratta delle ‘Lezioni sul capitolo VI inedito
>>>> > > di Marx', (ed. Rogas), lezioni tenute da Napoleoni alla Facoltà di
>>>> > > Scienze politiche dell'Università di Torino nel 1971. In questo testo
>>>> > > Marx descrive e analizza ellicacemente il rapporto tra il capitalismo
>>>> > > e le macchine giungendo alla conclusione che 'la pienezza della
>>>> > > produzione capitalistica si ha soltanto quando il capitale determina
>>>> > > la tecnologia'.
>>>> > >
>>>> > > _Il problema è che Marx distingueva tra macchine e loro uso
>>>> > > capitalistico - una “distinzione insostenibile” secondo Napoleoni
>>>> > > proponendo una critica della tecnica che svilupperà sempre di più
>>>> > > partendo proprio da Heidegger (per il quale la macchina esiste solo in
>>>> > > base all’impiego dell’impiegabile, cioè diviene produttiva e
>>>> > > impiegabile per uno scopo che tuttavia cessa progressivamente di
>>>> > > essere uno scopo umano e diventa lo scopo dell’impiegabilità della
>>>> > > macchina, dove soggetto e oggetto si confondono definitivamente):
>>>> > > “Se con la macchina si compie fino in fondo il processo della
>>>> > > sottomissione reale del lavoro al capitale […] una macchina non
>>>> > > capitalisticamente usata dovrebbe essere una macchina diversa da
>>>> > > quella usata capitalisticamente. In altri termini, le macchine, così
>>>> > > come noi le conosciamo, sono il frutto di una tecnologia (e
>>>> > > fors’anche di una scienza) che è stata pensata tutta sulla base del
>>>> > > presupposto del lavoro alienato. In una situazione diversa, il
>>>> > > mutamento dovrebbe interessare lo stesso processo di conoscenza e di
>>>> > > realizzazione tecnologica al cui termine la macchina si trova”._
>>>> > >
>>>> > > Il testo in corsivo è tratto da un articolo di Lelio Demichelis di
>>>> > > prossima pubblicazione sul sito del CRS
>>>> > >
>>>> > > Il giorno mar 14 gen 2025 alle 13:40 Alfredo Bregni <abre...@iperv.it>
>>>> > > ha scritto:
>>>> > >
>>>> > >> Ciao.
>>>> > >>
>>>> > >> Ritengo che in genere -- e soprattutto qui: "_Non dipende (solo)
>>>> > >> dall'uso che se ne fa perché le tecnologie incorporano ideologie,
>>>> > >> convinzioni, ecc. e questo è tanto più verificabile per prodotti
>>>> > >> come gli smartphone equipaggiati con software proprietario,
>>>> > >> costruiti secondo logiche di obsolescenza programmata, assurdo
>>>> > >> spreco di risorse, ecc ecc._" -- tu tenda a confondere l'aspetto
>>>> > >> banalmente "di vendita" con quello di "impatto sociale".
>>>> > >>
>>>> > >> Se io (generico) vendo una tecnologia, e un altro la utilizza:
>>>> > >> - Io cercherò -- con mezzi leciti e illeciti -- di massimizzare il
>>>> > >> mio guadagno, indipendentemente dall'uso che ne verrà fatto (magari
>>>> > >> costruirò un fucile che piacerà tanto ai suprematisti bianchi, ma
>>>> > >> di loro come ideologia me ne frego, basta che comprino);
>>>> > >> - L'altro ne farà un uso benigno, maligno, idiota, perverso,
>>>> > >> benefico, ..., in funzione degli obiettivi e della fantasia
>>>> > >> (delicata o predatrice) che si ritrova ad avere.
>>>> > >>
>>>> > >> Voglio dire:
>>>> > >> 1.
>>>> > >> La scienza / tecnologia / tecnica / anche ingegneria direi -- intese
>>>> > >> come conoscenza / know-how, e relativa possibilità di farne
>>>> > >> qualcosa in pratica -- IN SE' ritengo siano sempre cosa buona;
>>>> > >> 2.
>>>> > >> La progettazione concreta, produzione e vendita di artefatti ha due
>>>> > >> componenti DIVERSE:
>>>> > >> a. L'aspetto economico, con le relative pratiche commerciali;
>>>> > >> b. L'EVENTUALE contenuto EX ANTE di intenzione d'uso / applicazione
>>>> > >> (es. bomba).
>>>> > >> 3.
>>>> > >> L'utilizzo è quello che ha un contenuto "morale" / "non neutrale"
>>>> > >> (e con esso l'eventuale contenuto ex ante di intenzione d'uso di cui
>>>> > >> al punto precedente).
>>>> > >>
>>>> > >> Ne consegue che:
>>>> > >> - Quanto indicato al punto 1 dovrebbe essere "totalmente libero";
>>>> > >> es. nella ricerca scientifica i cc.dd. "comitati etici" non
>>>> > >> dovrebbero mettere becco (e invece lo fanno: troppo difficile
>>>> > >> mettere becco in 3 e 2a, ma questo dovrebbero fare)
>>>> > >> - Il punto 2a ha già i suoi presìdi (inefficaci);
>>>> > >> - Il punto 2b e 3 sono quelli che -- appunto rivenienti dall'uso /
>>>> > >> applicazione -- dovrebbero essere più monitorati.
>>>> > >>
>>>> > >> INVECE si insiste a colpevolizzare a monte. E io INSISTO a non
>>>> > >> comprenderne il motivo (magari perché insisto anche a distinguere
>>>> > >> pere e patate...).
>>>> > >>
>>>> > >> Saluti.
>>>> > >>
>>>> > >>> ----- Original Message -----
>>>> > >>> From: karlessi
>>>> > >>> To: nexa@server-nexa.polito.it
>>>> > >>> Sent: Monday, January 13, 2025 11:52 AM
>>>> > >>> Subject: Re: [nexa] In a mirror (Alfredo Bregni)
>>>> > >>>
>>>> > >>>> Message: 2
>>>> > >>>> Date: Mon, 13 Jan 2025 10:04:38 +0100
>>>> > >>>> From: "Alfredo Bregni" <abre...@iperv.it>
>>>> > >>>> To: "Giuseppe Attardi" <atta...@di.unipi.it>
>>>> > >>>> Cc: <nexa@server-nexa.polito.it>
>>>> > >>>> Subject: Re: [nexa] In a mirror
>>>> > >>>> Message-ID: <66C5B22CA7AD43A9A87D9EA18F885D48@Bregnip2>
>>>> > >>>> Content-Type: text/plain; charset="utf-8"
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Ciao, Giuseppe.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Sto continuando a "litigare" (bonariamente) con Giacomo in
>>>> > >>> privato sulla faccenda:
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> - Lui insiste ad es. che Ethernet aumenta la velocità delle
>>>> > >>> telecomunicazioni (e questo è un effetto "politico"), che ogni
>>>> > >>> tecnologia ha certe "capacità"
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> - Io insisto che:
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> a) ogni evoluzione -- culturale (filosofia, letteratura, ...)
>>>> > >>> oltre che scientifica / tecnica / tecnologica -- ha impatti sulla
>>>> > >>> società;
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> b) le tecnologie non "hanno", ma "danno" certe capacità /
>>>> > >>> sono fatte apposta per dare un qualche potere (altrimenti, a che
>>>> > >>> servono?);
>>>> > >>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> c) tutto dipende da come si usano / applicano;
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> d) solo quando uso e applicazione sono predeterminati (es.
>>>> > >>> bombe), allora lo sviluppo della tecnologia è orientato a monte
>>>> > >>> (se vado in giro con C4 e detonatori, mi auguro che per una volta
>>>> > >>> ci sia presunzione di colpevolezza, invece che di innocenza, e sia
>>>> > >>> io a dover dmostrare che il tutto mi serve per stanare delle
>>>> > >>> talpe);
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> e) ergo, sono l'uso e l'applicazione le cose che contano,
>>>> > >>> politicamente, economicamente, ..., per determinare cosa davvero
>>>> > >>> poi avviene.
>>>> > >>>
>>>> > >>> buongiorno
>>>> > >>>
>>>> > >>> convengo che ci sono intendimenti diversi dietro all'uso della
>>>> > >>> parola
>>>> > >>> "neutrale"
>>>> > >>>
>>>> > >>> personalmente ritengo disfunzionale l'insistenza sul "dipende
>>>> > >>> dall'uso
>>>> > >>> che se ne fa", e, anzi, colpevolizzante nei confronti delle
>>>> > >>> persone. Se
>>>> > >>> poi si arriva all'impersonale del "si usano", diventa impossibile
>>>> > >>> distinguere chi fa cosa e perché: ammesso che sia possibile!
>>>> > >>>
>>>> > >>> Non dipende (solo) dall'uso che se ne fa perché le tecnologie
>>>> > >>> incorporano ideologie, convinzioni, ecc. e questo è tanto più
>>>> > >>> verificabile per prodotti come gli smartphone equipaggiati con
>>>> > >>> software
>>>> > >>> proprietario, costruiti secondo logiche di obsolescenza
>>>> > >>> programmata,
>>>> > >>> assurdo spreco di risorse, ecc ecc.
>>>> > >>>
>>>> > >>> Inoltre mettere insieme nella stessa categoria tabelle
>>>> > >>> logaritmiche,
>>>> > >>> funzioni statistiche, coltelli, tecnologie cibernetiche in rete e
>>>> > >>> bombe
>>>> > >>> (ma può esserci una bomba innescata per far saltare in aria il
>>>> > >>> Furher e
>>>> > >>> il suo stato maggiore: è questo un uso che prevede presunzione di
>>>> > >>>
>>>> > >>> colpevolezza, errore, sbaglio? si tratta di una provocazione per
>>>> > >>> evidenziare che non si va lontano con la casistica, c'è sempre
>>>> > >>> almeno un
>>>> > >>> caso che eccede e a quel punto ci si perde in distinguo da
>>>> > >>> legulei) mi
>>>> > >>> sembra un'indebita semplificazione che fa di tutte le erbe un
>>>> > >>> fascio.
>>>> > >>> invece ogni cosa è diversa. per quanto si possano effettuare
>>>> > >>> delle macro
>>>> > >>> distinzioni.
>>>> > >>>
>>>> > >>> in particolare vorrei attirare l'attenzione sulla cruciale
>>>> > >>> differenza
>>>> > >>> fra utensile e "strumento cibernetico" (non dico "essere tecnico"
>>>> > >>> sennò
>>>> > >>> giacomo s'imbizzarrisce :D )
>>>> > >>>
>>>> > >>> la differenza è bene illustrata da Gilbert Simondon. un utensile
>>>> > >>> si può
>>>> > >>> portare con sé, e ha senso (senso tecnico) in connessione a un
>>>> > >>> corpo
>>>> > >>> umano che lo porta con sé e lo utilizza per relazionarsi con il
>>>> > >>> mondo.
>>>> > >>> Il coltello, il martello, ecc. sono utensili in questo senso
>>>> > >>>
>>>> > >>> gli strumenti cibernetici, come lo smartphone, non hanno senso
>>>> > >>> separati
>>>> > >>> dalla rete di retroazioni che le alimenta, che comprende i corpi
>>>> > >>> umani
>>>> > >>> (in rete), altri smartphone, reti, ecc ecc ecc quindi lo
>>>> > >>> smartphone non
>>>> > >>> è un utensile. Da solo, non ha senso (senso tecnico). E non
>>>> > >>> dipende solo
>>>> > >>> dall'uso che se ne fa: perché è progettato con determinate
>>>> > >>> finalità,
>>>> > >>> benché in maniera molto più sofisticata rispetto alle affordance
>>>> > >>> (inviti
>>>> > >>> all'uso, cf. Gibson) tipiche es. di coltelli, martelli, sedie ecc.
>>>> > >>>
>>>> > >>> (utensili). Tuttavia lo smartphone ha una materialità (è fatto
>>>> > >>> di cose
>>>> > >>> materiali), e questa materia è "neutra" nel senso che non è
>>>> > >>> orientata
>>>> > >>> dall'uso che ne verrà fatto; al contrario, però, lo influenza,
>>>> > >>> nel senso
>>>> > >>> che se è di metallo robusto magari non si spacca alla prima
>>>> > >>> caduta, cosa
>>>> > >>> che invece accade se è fatto di plastichina: quindi anche qui, la
>>>> > >>>
>>>> > >>> materialità influenza l'uso, la plastichina invita alla
>>>> > >>> protezione
>>>> > >>> dell'oggetto più del metallo; ma la materialità non determina in
>>>> > >>> toto
>>>> > >>> l'uso, perché se mi va (in quanto es. artista "controcorrente", o
>>>> > >>> comune
>>>> > >>> umano esasperato) con lo smartphone pesto i chiodi nel muro, e
>>>> > >>> vabbè,
>>>> > >>> non avevo il martello, mi sento libero di scassare l'ennesimo
>>>> > >>> smartphone. Questa "neutralità" per cui dipende da me e dall'uso
>>>> > >>> che ne
>>>> > >>> faccio è quindi più teorica che pratica.
>>>> > >>>
>>>> > >>> oltre a utensili e strumenti cibernetici, vi sono anche le
>>>> > >>> macchine,
>>>> > >>> come posizione "intermedia" fra i due precedenti. Es.
>>>> > >>> un'automobile, o
>>>> > >>> un telefono analogico, senza software, non ha senso senza
>>>> > >>> l'infrastruttura (strade/autostrade; rete elettrica, rete
>>>> > >>> telefonica),
>>>> > >>> ma non ha quella caratteristica cibernetica spinta tipica del
>>>> > >>> digitale
>>>> > >>> di massa.
>>>> > >>>
>>>> > >>> G. Simondon, "Sulla Tecnica", Orthotes riporta in diversi articoli
>>>> > >>>
>>>> > >>> questa tripartizione, da prendere come categorizzazione lasca,
>>>> > >>> come
>>>> > >>> descrizione operativa
>>>> > >>> https://www.orthotes.com/prodotto/gilbert-simondon-sulla-tecnica/
>>>> > >>>
>>>> > >>> altra distinzione riguarda la tecnicità in quanto caratteristiche
>>>> > >>>
>>>> > >>> materiali degli oggetti tecnici (di cosa sono fatti) che non
>>>> > >>> coincide
>>>> > >>> con la "libera avventura" (sempre Simondon) degli oggetti tecnici
>>>> > >>> nel
>>>> > >>> mondo: sono quelli che sono stati descritti come effetti
>>>> > >>> psicosociali
>>>> > >>> nelle mail precedenti. Questo è l'aspetto evolutivo in senso
>>>> > >>> relazionale, in relazione con il mondo umano, in cui è chiaro che
>>>> > >>> la
>>>> > >>> fitness tecnica non è legata (solo) alle caratteristiche
>>>> > >>> materiali, ma a
>>>> > >>> un complesso coacervo di interazioni socio-psico-economiche. E,
>>>> > >>> quindi,
>>>> > >>> tanto più ideologico-politiche per tecnologie di massa e
>>>> > >>> cibernetiche.
>>>> > >>> Non sono (solo) le caratteristiche materiali dirimenti per il
>>>> > >>> "successo"
>>>> > >>> di una tecnologia: VHS si è imposto su Betamax; Explorer su tutti
>>>> > >>> gli
>>>> > >>> altri browser per parecchio tempo, e non era certo "meglio";
>>>> > >>> Windows su
>>>> > >>> altri OS aperti e liberi; i protocolli e le innovazioni che
>>>> > >>> passano
>>>> > >>> nell'uso sono relativamente indipendenti dalle caratteristiche
>>>> > >>> tecniche
>>>> > >>> materiali. Indipendente non significa neutrale.
>>>> > >>>
>>>> > >>> queste argomentazioni sono chiaramente non-antropologiche, nel
>>>> > >>> senso che
>>>> > >>> ricordano che l'uso umano delle tecnologie non dipende solo
>>>> > >>> dall'umano,
>>>> > >>> ma anche dalla complessa avventura sociotecnica. D'altra parte,
>>>> > >>> sono
>>>> > >>> argomentazioni non heideggeriane. Magari ai tecnici puri
>>>> > >>> (esistono? beh,
>>>> > >>> cmq hanno delle idee, delle convinzioni, dei desideri più o meno
>>>> > >>> inconsci, quindi mi permetto di considerarli soggetti filosofici
>>>> > >>> come
>>>> > >>> tutti noialtri...) interessa poco, ma la fanfaluca di Heidegger su
>>>> > >>>
>>>> > >>> "l'essenza della tecnica non è tecnica" che ha tanto influenzato
>>>> > >>> anche
>>>> > >>> pensatori che si ritengono progressisti, per non dire di sinistra,
>>>> > >>>
>>>> > >>> riguarda anche loro tecnici puri, perché l'argomento "la tecnica
>>>> > >>> è
>>>> > >>> neutrale, dipende da come la si usa" è in effetti avversato da
>>>> > >>> Heidegger
>>>> > >>> per sostenere, come è suo tipico, una posizione apolitica,
>>>> > >>> impolitica,
>>>> > >>> in cui la Tecnica s'impone come Spirito dei tempi ineluttabile...
>>>> > >>> quadro
>>>> > >>> e inquadramento del mondo, senza possibilità di scampo, senza
>>>> > >>> possibilità di articolare politiche personali e collettive.
>>>> > >>>
>>>> > >>> e invece la tecnica è politica, molto politica; se chiunque fosse
>>>> > >>> i
>>>> > >>> grado di maneggiare le tavole logaritmiche, se chiunque fosse
>>>> > >>> capace di
>>>> > >>> smontare uno smartphone perché lo strumento viene venduto con un
>>>> > >>> cacciavite che consente di smontare ogni sua parte e sostituirla
>>>> > >>> facilmente... se chiunque potesse gestire in maniera autonoma i
>>>> > >>> propri
>>>> > >>> dati e scegliere le tecnologie di cui si fida, decidendo in piena
>>>> > >>> libertà cosa sì e cosa no... la situazione politica sarebbe
>>>> > >>> diversa,
>>>> > >>> perché l'alienazione tecnica sarebbe un lontano ricordo, e le
>>>> > >>> persone
>>>> > >>> sarebbe singolarmente più forti, potenti, autonome e quindi più
>>>> > >>> libere,
>>>> > >>> individualmente e collettivamente.
>>>> > >>>
>>>> > >>> invece oggi non si può scegliere. solo in teoria. in pratica, i
>>>> > >>> genitori
>>>> > >>> si devono piegare ai gruppi whatsapp dei genitori, o quantomeno al
>>>> > >>>
>>>> > >>> registro elettronico, come gli studenti e gli insegnanti a google
>>>> > >>> classroom, gli accademici a microsoft suite, e tutti quanti allo
>>>> > >>> SPID.
>>>> > >>> tutte queste tecnologie non sono affatto neutrali, IMHO. di certo
>>>> > >>> non si
>>>> > >>> sono imposte perché migliori, frutto di un processo evolutivo di
>>>> > >>> selezione delle tecnologie più adatte e regolate dal mutuo
>>>> > >>> appoggio, il
>>>> > >>> secondo fattore più importante dell'evoluzione naturale che
>>>> > >>> potrebbe
>>>> > >>> senz'altro essere posto come linea guida anche nell'evoluzione
>>>> > >>> tecnica.
>>>> > >>>
>>>> > >>> peggio ancora, ci sono evidenti contraddizioni nel ricorso a
>>>> > >>> tecnologie
>>>> > >>> in situazioni limite. le navi che salvano le persone nel
>>>> > >>> mediterraneo
>>>> > >>> nonostante i governi sempre più autoritari in Europa e altrove,
>>>> > >>> non
>>>> > >>> possono scegliere: devono usare Starlink. perché grazie al fatto
>>>> > >>> che il
>>>> > >>> governo USA ha foraggiato Musk da anni, Starlink è l'unica
>>>> > >>> opzione a
>>>> > >>> "basso costo" per comunicazioni su satelliti LEO. vedremo se il
>>>> > >>> governo
>>>> > >>> italiano chiederà di togliere Starlink a queste navi, perché
>>>> > >>> no... è
>>>> > >>> logico, sta nella logica della tecnocrazia.
>>>> > >>>
>>>> > >>> no, non dipende da come le usi. Starlink è un problema comunque
>>>> > >>> si
>>>> > >>> voglia vedere: per la sua genesi, per come è gestito, manutenuto,
>>>> > >>> e
>>>> > >>> immagino che sia software proprietario, security by obscurity,
>>>> > >>> nonché
>>>> > >>> gestito da un miliardario bianco dispotico senza alcun controllo
>>>> > >>> democratico, che viene considerato un genio, non si sa perché se
>>>> > >>> non
>>>> > >>> perché le persone desiderano essere come lui.
>>>> > >>>
>>>> > >>> mi spiace la divagazione, spero non vi abbia troppo annoiato, a
>>>> > >>> mia
>>>> > >>> parziale discolpa ho approfittato di quest'ora di ritardo per
>>>> > >>> leggere e
>>>> > >>> scrivere, perché i treni sono stranamente in ritardo di 60-120
>>>> > >>> minuti
>>>> > >>> oggi per un guasto fra Napoli e Roma (se il ministro "competente"
>>>> > >>> non
>>>> > >>> darà nuovamente la colpa ai lavoratori inetti, forse riconoscerà
>>>> > >>> di
>>>> > >>> esser troppo impegnato a buttare risorse nel necessarissimo ponte
>>>> > >>> fra
>>>> > >>> Scilla e Cariddi, per entrare nella storia delle idiozie più
>>>> > >>> nocive, per
>>>> > >>> poter badare ai treni di linea)
>>>> > >>>
>>>> > >>> buona giornata
>>>> > >>>
>>>> > >>> k.
>>>> > >>>
>>>> > >>> PS: filosofia e tecnica nell'approfondimento a tecnologie
>>>> > >>> conviviali:
>>>> > >>> https://www.eleuthera.it/materiale.php?op=2585#FilosofiaETecnica
>>>> > >>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> A presto,
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> A
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> ----- Original Message -----
>>>> > >>>> From: Giuseppe Attardi
>>>> > >>>> To: nexa@server-nexa.polito.it
>>>> > >>>> Cc: nexa@server-nexa.polito.it
>>>> > >>>> Sent: Monday, January 13, 2025 9:27 AM
>>>> > >>>> Subject: Re: [nexa] In a mirror
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Temo che non siamo d’accordo sul significato di
>>>> > >>> “neutrale” per una tecnologia.
>>>> > >>>> I LLM calcolano una funzione (la distribuzione di
>>>> > >>> probabilità della prossima parola), pertanto sono altrettanto
>>>> > >>> neutrali di una tabella di logaritmi.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Non è neutrale l’uso che se ne fa, esattamente come una
>>>> > >>> tabella dei logaritmi usata per il calcolo delle traiettorie dei
>>>> > >>> proiettili non lo è.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Quindi ribadisco che si deve distinguere tra la tecnologia
>>>> > >>> (LLM) e i suoi utilizzi (chatbot, Predictive AI, ecc.).
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Tutta la discussione su come vengono allenati e prodotti i
>>>> > >>> vari LLM non inficia la neutralità della tecnologia. Se le
>>>> > >>> tabelle dei logaritmi venissero fatte calcolare da degli schiavi
>>>> > >>> sottopagati o se usano per base 10, incorporando un bias
>>>> > >>> tradizionale sulla scelta della numerazione, le tabelle stesse
>>>> > >>> rimarrebbero neutrali.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Tornando all’analogia di Alfredo, un coltello è neutrale e
>>>> > >>> può essere usato in tanti modi, più o meno utili o disdicevoli.
>>>> > >>> Ci sono varie fogge di coltelli, così come ci sono tanti diversi
>>>> > >>> LLM, ciascuno prodotto secondo i gusti di qualcuno.
>>>> > >>>> Il fatto che ad alcuni non piacciano certi modelli (di
>>>> > >>> coltello) o si critichi come il coltello è stato progettato e
>>>> > >>> realizzato, ancora non riguarda la tecnologia dei coltelli in sé.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> I primi LM che facevo costruire 15 anni fa ai miei studenti
>>>> > >>> erano ad esempio allenati sul corpus delle opere di Shakespeare:
>>>> > >>> serviva a dimostrare come fossero in grado di acquisire la lingua
>>>> > >>> e lo stile di Shakespeare. Poi lo si faceva sugli articoli del
>>>> > >>> WSJ, mostrando che imparavano un altro linguaggio. Era quindi una
>>>> > >>> tecnologia neutra rispetto al linguaggio.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> Che poi tutto sia condizionato dalle nostre esperienze e dal
>>>> > >>> contesto in cui operiamo è talmente ovvio che non serve
>>>> > >>> ribadirlo, né attribuirlo in particolare a un singolo aspetto
>>>> > >>> della nostra realtà.
>>>> > >>>>
>>>> > >>>> —
>>>> > >>>>
>>>> > >>>>> On 9 Jan 2025, at 18:56, nexa-requ...@server-nexa.polito.it
>>>> > >>> wrote:
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> From: Giacomo Tesio <giac...@tesio.it>
>>>> > >>>>> To: nexa@server-nexa.polito.it, Giuseppe Attardi
>>>> > >>> <atta...@di.unipi.it>
>>>> > >>>>> Subject: Re: [nexa] In a mirror
>>>> > >>>>> Message-ID: <fded4eb6-b488-4e8e-8af7-2b0feb9ad...@tesio.it>
>>>> > >>>>> Content-Type: text/plain; charset=UTF-8
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Ciao Giuseppe,
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> speravo davvero che intervenissi! :-)
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Il 9 Gennaio 2025 11:58:04 UTC, Giuseppe Attardi ha
>>>> > >>> scritto:
>>>> > >>>>>>
>>>> > >>>>>> 1. I LLM vanno distinti dai ChatBot, che sono una delle
>>>> > >>> loro tante
>>>> > >>>>>> possibili applicazioni.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Vero, ma il "riassunto" dalla cui critica è partito questo
>>>> > >>> filone di
>>>> > >>>>> discussione è stato realizzato da un chatbot (chatgpt) cui
>>>> > >>> si è fatto
>>>> > >>>>> riferimento come un "chi". Non trovi allarmante tanta
>>>> > >>> alienazione?
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> La distinzione fra chatbot e LLM rimane informaticamente
>>>> > >>> valida in
>>>> > >>>>> generale, ma non credo fosse rilevante per il dibattito
>>>> > >>> perché né
>>>> > >>>>> chatbot né LLM esprimono alcuna forma di intelligenza.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>>> Gran parte delle critiche riguardano appunto i chatbot
>>>> > >>>>>> (allucinazioni, superficialità, ecc.).
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Perché costituiscono la base della narrazione allucinata
>>>> > >>> che domina
>>>> > >>>>> il dibattito informatico attuale, determinando scelte
>>>> > >>> politiche,
>>>> > >>>>> economiche ed educative altrettanto allucinate.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>>> I LM sono decisamente una tecnologia neutra
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Solo nel mondo della fantasia, Giuseppe.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Nella realtà, i LLM sono prodotti a partire da testi che
>>>> > >>> sono
>>>> > >>>>> culturalmente e storicamente situati.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Già solo per questo semplice fatto, nessun LLM reale può
>>>> > >>> essere
>>>> > >>>>> "neutro". Ricorderai certamente le critiche pretestuose con
>>>> > >>> cui fu
>>>> > >>>>> accolto Minerva l'anno scorso. [1]
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Poi c'è l'attività di programmazione statistica che parte
>>>> > >>> dalla scelta,
>>>> > >>>>> fra tutti i testi disponibili, di quelli da utilizzare e di
>>>> > >>> quelli da
>>>> > >>>>> scartare.
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> A valle di un'accurata attività di selezione e rinforzo, i
>>>> > >>> "modelli"
>>>> > >>>>> producono output "politicamente corretto", quale che siano
>>>> > >>> gli
>>>> > >>>>> obiettivi politici dei programmatori, dal legittimare il
>>>> > >>> proprio
>>>> > >>>>> software agli occhi dei moralisti statunitensi, difendere
>>>> > >>> il proprio
>>>> > >>>>> modello di business o cancellare piazza Tiananmen dalla
>>>> > >>> storia [2]
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> E spero tu non creda davvero che i modelli di Google, Meta
>>>> > >>> o Open AI
>>>> > >>>>> siano in alcun modo "neutrali".
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>>
>>>> > >>>>> Dunque anche se l'idea di LLM non fosse intrinsecamente
>>>> > >>> orientata
>>>> > >>>>> politicamente (e lo è), lo sono tutti gli LLM reali.
>>>> > >>>>>
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>>>> > >>>
>>>> > >>
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