Buongiorno.
A me paiono truffe o circonvenzioni di persone incapaci. La "risposta" di chaGPT-4, sulla questione, è un ottimo esempio di quanto ha osservato qualche tempo fa Noam Chomsky: "Note, for all the seemingly sophisticated thought and language, the moral indifference born of unintelligence. Here, ChatGPT exhibits something like the banality of evil: plagiarism and apathy and obviation. It summarizes the standard arguments in the literature by a kind of super-autocomplete, refuses to take a stand on anything, pleads not merely ignorance but lack of intelligence" https://www.nytimes.com/2023/03/08/opinion/noam-chomsky-chatgpt-ai.html Un saluto, Daniela ________________________________ Da: nexa <nexa-boun...@server-nexa.polito.it> per conto di don Luca Peyron <dluca.universit...@gmail.com> Inviato: martedì 27 giugno 2023 11:31 A: Fabio Alemagna Cc: Nexa Oggetto: Re: [nexa] Hundreds attend ‘soulless’ AI-generated church service Grazie del contributo, credo che ognuno abbia il diritto di trovare conforto e la propria dimensione spirituale dove ritiene. Davanti ad un tabernacolo od un albero, pregando ciò che ritiene. La questione è l'aliud pro alio. Fare un app che conforta nessun problema, ma usando la persona di Cristo questo fa problema perchè, alla fine, chi rimane confuso è chi è confondibile, il fragile ed il debole e questo lo trovo inaccettabile. Detto malamente: la mia preoccupazione non è perdere adepti, la mia preoccupazione è che a fare le spese di certe operazioni sia il più piccolo, in ogni senso, questo mi fa ribollire il sangue. Per proseguire il discorso, però, lo vorrei fare con persone e non con macchine, al netto di eventuali ferite dovute ad una minore performatività del mio interlocutore ;-) Un caro saluto a tutti dl Il giorno mar 27 giu 2023 alle ore 11:23 Fabio Alemagna <falem...@gmail.com<mailto:falem...@gmail.com>> ha scritto: Il giorno mar 27 giu 2023 alle ore 11:07 don Luca Peyron <dluca.universit...@gmail.com<mailto:dluca.universit...@gmail.com>> ha scritto: > > Questa è davvero pessima dal punto di vista teologico perlomeno. Ne avevo > parlato rispetto all'app di Padre pio sul Sole 24 ore di qualche tempo fa > (non disponibile on line) > > Quando l'informativo suscita il performativo raddoppia l'inganno... e la > delusione prima o poi. Ho chiesto a ChatGPT-4 di aiutarmi a formulare un intervento in questa discussione, perché non sapevo come mettere nero su bianco certi miei pensieri senza risultare potenzialmente offensivo. Di seguito ciò che mi ha suggerito sulla base dei miei input. ___ Buongiorno a tutti, ho letto con interesse gli articoli e gli interventi che ne sono seguiti. Spero di poter aggiungere un altro punto di vista a questa discussione stimolante e complessa. Prima di tutto, voglio ringraziare don Luca Peyron per aver condiviso la sua posizione. Comprendo e rispetto profondamente il punto di vista teologico tradizionale che esprime. Tuttavia, mi chiedo se non potremmo considerare questi sviluppi tecnologici sotto una luce diversa. Personalmente, trovo che l'emergere di queste nuove forme di espressione spirituale rifletta una tendenza umana profonda: il desiderio di trovare conforto e guida nell'ambito del soprannaturale. Inoltre, mi sembra che l'uso della tecnologia per facilitare queste esperienze non sminuisca in nessun modo l'autenticità di tali esigenze spirituali. Per quanto riguarda la differenza tra un "vero" dio e un'app, da un punto di vista epistemologico, mi chiedo se non si tratti principalmente di una questione di percezione individuale. Se, per esempio, una persona trova conforto, ispirazione o una guida morale attraverso un'app basata su un modello di linguaggio di apprendimento automatico, potrebbe non essere qualcosa di diverso da un altro individuo che trova le stesse cose attraverso la lettura di un testo sacro o l'ascolto di un sermone. Infine, riguardo alla possibilità che Dio possa comunicare attraverso un'app, non sarebbe questa un'ipotesi teologicamente plausibile, data l'onnipotenza divinamente attribuita? Sono consapevole che questo è un territorio delicato e rischioso, e non intendo in alcun modo sminuire o banalizzare le credenze di chiunque. Le mie intenzioni sono semplicemente di aprire un dialogo e di cercare una comprensione più profonda di come la tecnologia può influenzare e arricchire le nostre esperienze spirituali in questo mondo sempre più interconnesso. Ancora una volta, apprezzo l'opportunità di partecipare a questa discussione e sono aperto a qualsiasi feedback o riflessione che possa emergere. -- _________________________ don Luca Peyron Direttore Ufficio per la Pastorale Universitaria Arcidiocesi di Torino www.universitari.to.it<http://www.universitari.to.it> via XX settembre 83, Torino tel. 011 5156239
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