Grazie del contributo, credo che ognuno abbia il diritto di trovare conforto e la propria dimensione spirituale dove ritiene. Davanti ad un tabernacolo od un albero, pregando ciò che ritiene.
La questione è l'aliud pro alio. Fare un app che conforta nessun problema, ma usando la persona di Cristo questo fa problema perchè, alla fine, chi rimane confuso è chi è confondibile, il fragile ed il debole e questo lo trovo inaccettabile. Detto malamente: la mia preoccupazione non è perdere adepti, la mia preoccupazione è che a fare le spese di certe operazioni sia il più piccolo, in ogni senso, questo mi fa ribollire il sangue. Per proseguire il discorso, però, lo vorrei fare con persone e non con macchine, al netto di eventuali ferite dovute ad una minore performatività del mio interlocutore ;-) Un caro saluto a tutti dl Il giorno mar 27 giu 2023 alle ore 11:23 Fabio Alemagna <falem...@gmail.com> ha scritto: > Il giorno mar 27 giu 2023 alle ore 11:07 don Luca Peyron > <dluca.universit...@gmail.com> ha scritto: > > > > Questa è davvero pessima dal punto di vista teologico perlomeno. Ne > avevo parlato rispetto all'app di Padre pio sul Sole 24 ore di qualche > tempo fa (non disponibile on line) > > > > Quando l'informativo suscita il performativo raddoppia l'inganno... e la > delusione prima o poi. > > Ho chiesto a ChatGPT-4 di aiutarmi a formulare un intervento in questa > discussione, perché non sapevo come mettere nero su bianco certi miei > pensieri senza risultare potenzialmente offensivo. > > Di seguito ciò che mi ha suggerito sulla base dei miei input. > > ___ > > Buongiorno a tutti, ho letto con interesse gli articoli e gli > interventi che ne sono seguiti. Spero di poter aggiungere un altro > punto di vista a questa discussione stimolante e complessa. > > Prima di tutto, voglio ringraziare don Luca Peyron per aver condiviso > la sua posizione. Comprendo e rispetto profondamente il punto di vista > teologico tradizionale che esprime. Tuttavia, mi chiedo se non > potremmo considerare questi sviluppi tecnologici sotto una luce > diversa. > > Personalmente, trovo che l'emergere di queste nuove forme di > espressione spirituale rifletta una tendenza umana profonda: il > desiderio di trovare conforto e guida nell'ambito del soprannaturale. > Inoltre, mi sembra che l'uso della tecnologia per facilitare queste > esperienze non sminuisca in nessun modo l'autenticità di tali esigenze > spirituali. > > Per quanto riguarda la differenza tra un "vero" dio e un'app, da un > punto di vista epistemologico, mi chiedo se non si tratti > principalmente di una questione di percezione individuale. Se, per > esempio, una persona trova conforto, ispirazione o una guida morale > attraverso un'app basata su un modello di linguaggio di apprendimento > automatico, potrebbe non essere qualcosa di diverso da un altro > individuo che trova le stesse cose attraverso la lettura di un testo > sacro o l'ascolto di un sermone. > > Infine, riguardo alla possibilità che Dio possa comunicare attraverso > un'app, non sarebbe questa un'ipotesi teologicamente plausibile, data > l'onnipotenza divinamente attribuita? Sono consapevole che questo è un > territorio delicato e rischioso, e non intendo in alcun modo sminuire > o banalizzare le credenze di chiunque. > > Le mie intenzioni sono semplicemente di aprire un dialogo e di cercare > una comprensione più profonda di come la tecnologia può influenzare e > arricchire le nostre esperienze spirituali in questo mondo sempre più > interconnesso. Ancora una volta, apprezzo l'opportunità di partecipare > a questa discussione e sono aperto a qualsiasi feedback o riflessione > che possa emergere. > -- _________________________ don Luca Peyron Direttore Ufficio per la Pastorale Universitaria Arcidiocesi di Torino www.universitari.to.it via XX settembre 83, Torino tel. 011 5156239
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