On sab, 2020-06-13 at 22:42 +0200, Andrea Albani wrote:
> scusate il cross posting, ma penso che quanto scritto sia di
> interesse fondamentale per la comunità OSM prima ancora che per
> quella wikimedia in cui si sta sviluppando la proposta.

Va benissimo, avevo comunque in programma di scrivere anche qui oggi!
Per chi non avesse visto la mail iniziare risegnalo la bozza, che vi
invito a commentare:
<https://docs.google.com/document/d/1VN8LgHwco3LqYXnLrlduBrv2tEN-4TRYRjan2M_X6Sc/edit>

> Se da un lato sarei ben felice di vedere tanti dati open importati (e
> magari in seguito manutenuti) all'interno di OSM, dall'altro mi
> ritrovo combattuto nel poter accettare serenamente questa proposta
> perchè dal mio punto di vista l'equivalenza mappare=soldi non è una
> cosa sana.

Ad oggi esistono *un sacco* di aziende o altre organizzazioni (non
ultime le Nazioni Unite) che lavorano con OpenStreetMap, non solo a
valle (sfruttandone i dati) ma anche intervenendo direttamente sul
database. Anche per molte delle persone che scrivono in questa lista
OpenStreetMap è parte del loro lavoro.

Quello che secondo me è importante è non fare confusione fra ruoli
lavorativi e ruoli volontari, ed evitare che i primi possano andare a
sostituire i secondi.

> E' da questo punto che mi sorgono delle domande:
> - Qual'è la motivazione di un mapper pagato ? Come lo si mantiene
> coinvolto nella "missione" di istruire un processo di import e di
> seguirlo in tutte le sue complesse fasi ?

Di base sono due:
 * chiunque lo faccia, sarà quasi sicuramente una persona che ha già
   esperienza su OpenStreetMap, e quindi che già ci tiene per conto
   suo;
 * si presume di scegliere qualcuno che lavora bene. Poi le persone che
   lavorano male e non ci tengono a quello che fanno esistono: ma penso
   che ognuno di noi, anche nel proprio lavoro e non solo nel
   volontariato, cerca di fare del proprio meglio.

Parte della proposta è che formiamo un gruppo di volontari esperti che
possa definire gli obiettivi di questo lavoro e supervisionarlo. In
questo modo, al di là delle motivazioni personali, possiamo avere il
controllo sui risultati.

(Ho aggiunto questo punto all'analisi dei rischi)

> Quale sarà la motivazione, dopo, di un mapper non pagato ?

Questa è una domanda importante. Se hai letto il documento, avrai visto
che nell'analisi dei rischi è un punto che ho cercato di affrontare. 

La risposta credo che possa darla solo ognuno per sé. Se per te questo
sarebbe fonte di un calo di motivazione, ti chiedo di spiegarmi il tuo
pensiero, così da capire se c'è un modo per mantenere la proposta
evitando questo problema.

Dalla mia prospettiva, il punto è che questo non è il normale ruolo di
un mappatore. Stiamo parlando di qualcuno che potenzialmente potrebbe
lavorare per due mesi full time (o per sei mesi part time, o altro, al
momento non è possibile quantificare) in un lavoro che è per larga
parte confrontare due set di dati diversi e integrarli. Io
personalmente non lo farei: potrei farne un pezzo, potrei farne uno più
piccolo, ma non a questo livello. Poi, io non sono molto attivo su
OpenStreetMap e cose simili non le ho fatte, ma l'ho fatto su altri
progetti.
I dataset che ho preso ad esempio sono disponibili da 2-4 anni e credo
possiamo tutti concordare che siano importanti, e del lavoro è stato
fatto (i civici di Milano, ad esempio, sono stati ripresi in mano
recentemente da Cascafico, e Lorenzo Stucchi stava progettando delle
attività con le scuole, purtroppo bloccate), ma nella pratica sono
ancora lì ad aspettare.

Se la scelta fosse fra portare avanti un'attività che migliora la
mappa, ma nel lungo termine porta ad un calo della partecipazione,
oppure non fare nulla, la cosa migliore sarebbe non fare nulla. Non
credo però che sia un contrasto inevitabile: bisogna capire dove si
traccia la linea di demarcazione.

> Il paid mapping, è vero, è fra noi da tempo, ma un conto è un'azienda
> che paga mapper per raggiungere i propri obiettivi, un'altra è la
> rappresentanza della foundation in Italia: mi sembra un unicum a
> livello globale (forse in ML internazionale ne sapranno qualcosa). 

È un male? Personalmente, io mi fido di più di un'associazione che ha
come obiettivo far crescere OpenStreetMap, dove ogni mappatore può
associarsi e partecipare alle decisioni, di un'azienda che ha come
obiettivo far crescere il proprio fatturato. Obiettivo legittimo, e
sono molto contento che Amazon mi consegni qualunque cosa a casa in
pochi giorni!, ma non è il mio e non ne ho il controllo.

> - Che qualità avranno i dati importati?
> Come non citare i migliaia di edit dei mapper pagati da Amazon. Il
> processo è ben delineato e quando gli commenti un changeset pieno di
> errori si scusano anche, ma l'onere di riparare il danno poi è tutto
> a carico nostro.

In questa bozza, non sto proponendo solo di pagare una persona per fare
del lavoro, ma anche che ci sia un gruppo di lavoro di volontari che ne
definisca gli obiettivi e ne faccia la supervisione. Se c'è un problema
nella qualità dei dati di partenza o nell'approccio, possiamo
intervenire prima che il database di OSM sia toccato. E anche se c'è un
problema nell'esecuzione delle attività, possiamo intervenire appena ce
ne accorgiamo. Non stiamo parlando di Amazon, ma di qualcosa che
possiamo controllare direttamente!

Lorenzo



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