2012/6/1 Gianmario Mengozzi<gianmario.mengo...@gmail.com>:
mi conforta sapere che c'é qualcuno "dall'alto" che
controlla attività massive di modifica della mappa
A me invece un po' inquieta... Vedersi recapitare un messaggio in
inglese che ti fa la predica su come/cosa hai mappato da l'impressione
che ci sia un gruppo di mappatori "più uguali di altri" (cit.). Certo, è
bene che ci sia un gruppo che si dedica a questi aspetti, ma IMHO non
dovrebbe agire autonomamente ma su segnalazione della comunità dei
mapper della zona interessata (segnalazione che partirebbe nel caso in
cui la comunità locale non sia riuscita a risolvere da se la controversia).
Il 01/06/2012 14:36, Martin Koppenhoefer ha scritto:
Abbiamo avuto brutte sperienze nel passato con
degli imports dove quello che ha importato non ha agito sensibilmente
come te. Da quello nascono le linee guide per edits
automatici/imports.
Le linee guida per gli imports IMHO aggiungono molta inutile burocrazia
al progetto. È sacrosanta la documentazione sul wiki, come anche
l'intento di non prevaricare la comunità locale, quello che mi lascia
perplesso è il passaggio della discussione sulla lista import e
l'account dedicato.
Mi viene da pensare a quando venne ottenuta la liberazione dei dati in
alcuni comuni , come per esempio Schio e Vicenza. Una volta ottenuta la
liberazione dei dati chi aveva già faticato per raggiungere questo
risultato avrebbe dovuto mettersi a convincere la comunità ad usarli...
Queste linee guida mi sembrano studiate apposta per le situazioni in cui
un singolo mapper importi massivamente un'area estesa e le trovo poco
adatte ad un import comunitario, suddiviso in piccole aree e gestito da
diversi mapper.
Penso al Veneto, dove finora hanno importato qualcosa quasi una trentina
di mapper, con la regola dell'account dedicato avremo quasi una trentina
di utenti fittizzi. Nel nostro caso poi abbiamo a disposizione diversi
dati e dovremmo farci un account per ogni fonte: uno per la CTR, uno per
il reticolo idrografico dell'ARPAV etc (recentemente l'ARPAV ha
rilasciato qualcos'altro in CC-BY o IODL, immagino che la regola preveda
che vada fatto un account per ogni dataset...). Certo volendo si
potrebbe fare un account unico, gestito da diversi mapper (ognuno si
prenota per la tal data, "domani dalle alle lo uso io"), ma in caso di
problemi chi risponde?
Mi pare che questa regola dell'account unico favorisca più un import
massivo gestito da un singolo e quindi vada contro uno dei principi che
hanno portato alla costruzione di queste linee guida, cioè l'intento di
preservare le comunità locali (sappiamo che spesso gli import massivi di
un singolo utente non hanno un bel effetto sulle comunità).
Le iniziative di import comunitario, invece, vengono ostacolate dalla
burocrazia, con il risultato che la gente si stanca di contribuire e la
comunità perde pezzi.
A mio modo di vedere invece dovrebbero essere incentivate queste
iniziative di import comunitario, perché hanno un effetto benefico sulla
comunità e sulla mappa. Sulla mappa perché suddividere il lavoro tra
vari mapper da risultati migliori (ognuno fa una zona che conosce, a
meno che non ci siano aree "scoperte" e allora in tal caso il lavoro
viene fatto da un volontario, il che comunque lo rende affidabile tanto
quanto un import massivo di un utente unico in un'area estesa). Sulla
comunità sia perché per coordinarsi, chiarire dei dubbi e discutere si
incrementano gli scambi in mailing list e fuori dalla mailing list, sia
perché in seguito a questi import possono nascere alcune iniziative come
ad esempio il mapping che tra poche ore faremo a Bassano del Grappa e
altri che faremo nei prossimi mesi (mapping che hanno anche lo scopo di
verificare ulteriormente dal vivo quanto importato, oltre che lo scopo
classico di arricchire la mappa e avvicinare nuovi utenti)...
ciao
Paolo M
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