Il 12/09/23 17:00, alessandro marzocchi ha scritto:
[....]Non è questione di date ma di metodo, una volta deciso / accettato / imposto che l'uomo deve adattarsi alla tecnologia, è giunto il momento di domandarsi: quale genere umano nell'era digitale? Ink *** non basta, non basta ribellarsi, a me non piace, manco a te, manco a tanti altri e neppure a Beppe Attardi ma dobbiamo prendere atto che il dominio tecnologico comanda il mondo.
Il mio primogenito, lunedi' scorso, di ritorno dal suo primo giorno di scuola (un Istituto Tecnico), a domanda (mia) mi ha detto che nel corso dell'anno dovranno usare Autocad e che il Prof segnalava (con una certa soddisfazione) il fatto che esistono meccanismi di licensing che, di fatto, lo rendono gratuito agli studenti (di scuola superiore, in questo caso).
Nel pomeriggio dello stesso giorno, per partecipare ad una "call" di presentazione della scuola (con il D.S.), ho utilizzato Google Meet (...e per chi, come me, è "de-googlizzato", questo è un problema [BTW: quanti, qui, sanno che se si è invitati ad una call su meet, *NON* è possibile parteciparvi, senza fare "login"]?).
Il software del Registro Elettronico (che *DEVO* utilizzare per interfacciarmi con la scuola) è web-based, ma la relativa APP è per me inaccessibile (è disponibile solo sugli store di Google e di Apple).
A scuola del mio secondogenito la situazione è solo leggermente migliore, dato che non utilizzeranno Autocad (è al primo anno delle medie).
Per me è stato, ed è, ESTREMAMENTE COMPLESSO interagire con i miei due figli, "pacificamente", "tranquillamente", nello spiegargli che quello che abbiamo attorno, e che li attornia, non è un "default" che è cascato dal cielo, e che, viceversa, alternative esistono. Il fatto che io sia un "estremista", in parte, aiuta: sul mio notebook gira solo Linux (e loro lo vedono); il mio smartphone è degooglizzato (e loro conoscono la storia); vedono che riesco a fruire dei video di youtube, senza youtube (e vedono che l'app, sul mio cellulare, non funziona). Vedono che "maps" non puo' girare sul mio smartphone... ma vedono anche che con OSMAND riesco ad utilizzare il GPS, anche off-line. E vedono che per me, è la normalita'.
Ciononostante, TikTok, Youtube, Facebook, Instagram, WhatsApp e tante altre cose simili, la fanno da padrone (a casa mia....).
Perché dico questo?Perché quando leggo --da persone nei cui confronti nutro uno stima elevatissima-- cose come il passaggio che ho quotato:
> [...] > non basta, non basta ribellarsi, a me non piace, manco a te, manco a > tanti altri e neppure a Beppe Attardi ma dobbiamo prendere atto che il > dominio tecnologico comanda il mondo.Mi chiedo: "Possibile che questo status-quo venga accettato passivamente? Cos'altro potrei fare, _IO_?".
La risposta che mi do (da alcuni anni) è semplice: "Io non posso fare piu' nulla. Il 100% dei tentativi effettuati, ha dato esito NEGATIVO. Esattamente come accadde ~15 anni or-sono [1]"
Probabilmente l'unica cosa che resta da fare (ma che è "fuori" dal mio dominio di possibilita') è iniziare a martellare gli studenti facendo capire loro che quello attuale non è "l'unico scenario possibile", ma, piuttosto, che ne esistono altri, tanti altri... E poi lasciando loro la possibilita' di scegliere.
I miei figli, un po', l'hanno capito. Ma se rifletto sullo sforzo che è stato necessario --da parte mia-- mi rendo istantaneamente conto che non è un risultato "scalabile". Anzi: senza ulteriori e consistenti miei sforzi... tutto verra' spazzato via nel giro di pochissimo tempo (la pressione di "scuola", "colleghi studenti di classe", "cerchia degli amici [fisici]", "zii", "cugini"... "tutti") è tale per cui... soccomberanno. Non hanno ancora metabolizzato --e tantomeno non riescono a trasmettere all'esterno-- che questa piccola luce che si portano dentro (della possibilita' di "scegliere" l'approccio tecnologico e, soprattutto, di poterlo "controllare") *NON* è "un bug" (che tutti gli altri vorrebbero che loro due "eliminassero"), ma è "una feature" (che gli altri dovrebbero far proprio).
Ormai ho quasi perso le speranze.... ma l'idea che un Ateneo, in un qualche Corso di Studi, possa avere una materia dedicata alla "de-googlizzazione" o alla "de-proprietarizzazione" della tecnologia continua ad apparirmi non solo "possibile", ma anche decisamente auspicabile... Sarebbe un sistema banale, economicissimo ed efficacissimo, per produrre quella "sensibilita'" in centinaia di giovani adulti, nei confronti dei quali una qualche lampadina potrebbe accendersi... e trasformarsi in luce nei successivi 30 anni.
Eppure tale possibilita' non si vede all'orizzonte...Se non si riesce a discutere di questo, di come il mondo UNIV possa contribuire attivamente a questo genere di sviluppo, nonostante goda dei piu' alti margini di manovra (mi riferisco all'Art. 33 della Costituzione), in una lista come questa... come possiamo pensare che venga fatto altrove?
Mi fermo qua. Un saluto, DV[1] CTRL-F "conclusioni" su http://linuxdidattica.org/docs/documenti/tribolazioni_software_libero.html
-- Damiano Verzulli e-mail:dami...@verzulli.it --- possible?ok:while(!possible){open_mindedness++} --- "...I realized that free software would not generate the kind of income that was needed. Maybe in USA or Europe, you may be able to get a well paying job as a free software developer, but not here [in Africa]..." -- Guido Sohne - 1973-2008 http://ole.kenic.or.ke/pipermail/skunkworks/2008-April/005989.html
OpenPGP_signature.asc
Description: OpenPGP digital signature
_______________________________________________ nexa mailing list nexa@server-nexa.polito.it https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa