On 12/09/2023 10:50, alessandro marzocchi wrote:
Prendo a prestito altre tue parole, Andrea, per dire che temo che ognuno di
noi diventi oggetto dell'acquisto, non abbiamo acquistato device, abbiamo

lo siamo già, purtroppo, mi piacerebbe però ardire di poter sperare di pensare[*] che non sia tutto perduto, ma io sono pessimista...

invece acquistato catene che potrebbero imprigionarci (abbiamo pagato il
cavallo affinchè entrasse in Troia), ripeto le parole di Beppe Attardi:  "" *il
dominio tecnologico è ciò che comanda nel mondo.* ""
Anche non fossimo già sotto dominio, ma questo fosse il rischio - lo teme
Beppe Attardi, lo temi tu, lo temono altri - prendiamo coraggio e
domandiamoci: quale genere umano nell'era digitale?
Partirei dalle riflessioni di Pierluigi Contucci -
https://www.rivistailmulino.it/a/ia-perch-difficile-da-disciplinare? -: ""*
dobbiamo ancora capire la natura delle relazioni con la nuova intrusa, tra
IA e noi, tra IA e le macchine nella moderna robotica e presto dovremo
pensare anche a come gestire le relazioni tra le varie IA. **Oltre a far sì
che l'IA si allinei alla nostra etica è opportuno cercare di capire come e
dove distribuire la responsabilità dell’operato di ognuno e identificare
metodi innovativi per assicurarci il buon funzionamento di queste nuove
entità diverse da noi ma non più semplici strumenti*.""

il problema è molto prima dell'AI, un qualunque "microcoso" IoT connesso è più pericoloso di una AI disconnessa


[*] ricordate "I promessi sposi" del Trio?
"l'ardire di venire a dire..."

--
Andrea Trentini ⠠⠵
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Dip.to di Informatica
Università degli Studi di Milano


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