Buongiorno Alessandro, alessandro marzocchi <alemar...@gmail.com> writes:
> Non capisco oppure non sono d'accordo con te, Giovanni. Scrivi: Ho la sensazone che sui fondamentali siamo d'accordo ma facciamo fatica a capirci per un certo livello di "impedenza", per la quale sicuramente anche io sono responsabile. >> (1) Il genere umano sarà sempre lo stesso ... < >> (2) (la tecnologia, ndr) /non esisterebbe/ senza un essere >> senziente, anche se non umano o non terrestre. < > Se capisco bene ammetti la possibilità di un essere senziente non umano od > extraplanetario. Ti chiedo scusa Alessandro, con quella mia battuta ho creato confusione. Per rimanere in tema, limitiamoci agli esseri umani, OK? > Al di là della mia piccola analisi (io, ma non pretendo che altri > condividano) non so, domando: quale genere umano nell'era digitale? > --- > E' ancora attuale l'alienazione dell'operaio davanti al telaio > meccanizzato? Premetto che non conosco il funzionamento dei telai meccanizzati odierni... ma ho il ragionevole sospetto che siamo "smart" ;-) Sì certo che è ancora attuale, perché - finché è davanti al telaio - è costretto a fare da "pezzo di macchina" per tutte quelle operazioni che la macchina non fa, perché progetta male o costerebbe troppo implementare (in alcuni reparti progettazione ho visto e sentito cose che voi umani...). Aggiungo un elemento: succede che anche il **proprietario** del telaio in alcune circostanze provi una _pesante_ sensazione di alienazione (anche perché fino a un momento prima era convinto di essersela scampata /scaricandola/ completamente sull'operaio [1]); in genere succede quando il "suo" telaio, magari "smart", fa cose che non vorrebbe che facesse oppure _non_ fa cose che egli - il proprietario - saprebbe benissimo come far fare alla macchina, con l'aiuto del suo operaio o di un collaboratore esterno: studio del funzionamento della macchina, personalizzazione, riparazione guasti, sistemazione dei difetti di funzionamento, estensione delle funzioni (mumble, dove mi pare di averlo già letto?!?). In più, di fronte a macchine come smartphone, computer e _tutti_ i dispositivi "smart" (tipo le automobili da cui è partito questo thread, anche se purtroppo spezzettato) nel 95% dei casi il proprietario _coincide_ con l'operaio (operator) ;-) Portando come esempio il telaio meccanizzato hai evidenziato _perfettamente_ come l'alienazione che una volta si /immaginava/ relegata all'operaio (operator) stia man mano "contagiando" in misura sempre maggiore anche i capi dell'operaio, su su fino agli amministratoli delegati (spesso a loro insaputa), _proprio_ grazie alla "smartification" dei dispositivi che una volta erano solo (elettro)meccanici. Altro esempio: pochi lo ammettono ma la domotica non decolla per un cavolo (al massimo spara qualche petardino e luci strobo) proprio perché i proprietari di casa sono sì ignoranti ma mica completamente deficienti; parafrasando una famosa citazione: «Quando un dispositivo con lo "smart" incontra la realtà (disarmata), il dispositivo con lo "smart" è un dispositivo morto» > La macchina conquista sempre più spazi? L'uomo li abbandona? li > dimentica? li perde? Li **subisce**... spIntaneamente o per pigrizia il risultato non cambia. > Il genere umano può perdere il controllo? Lo sta perdendo? No, no, no, no, assolutamente no. Il fatto che tanti individui si sentano "persi" di fronte a certa tecnologia è un fenomeno reale (spero passeggero) e umano ma non implica che ci sia un "genere macchina" che sta togliendo il controllo al "genere umano". Su questo c'è troppa narrazione _tossica_ in giro. > la possibilità di un essere senziente, anche se non umano o non > terrestre, sta dentro - per me - le domande di cui sopra. No comment. Comunque, il fatto che l'umano sia terresre o meno non fa differenza ai fini di questa discussione. > Domando, non pretendo di imporre risposte: uomo, umano, coscienza, > intelligenza, mente, senziente rinnovano la domanda di sempre: chi > siamo? Alessandro, se vogliamo generalizzare per amor di discussione, direi che possiamo limitarci a dire che l'essere umano è un essere senziente (e fa genere, il "genere umano") mentre la macchina non potrà MAI esserlo (e _non_ fa genere, "genere macchina") . In altri termini: l'essere umano è anche metafisico, la macchina può essere _solo_ fisica. > Ieri ci confrontavamo con la natura, oggi anche con la macchina. No: _costruiamo_ macchine e abbiamo cominciato a costruirle in tempi preistorici, per "confrontarci" con (affrontare?) la componente fisica della natura un po' meglio attrezzati. Il fatto che alcuni (molti) /considerino vive/ certe macchine - ad es. antropomorfizzandole - e credano di potersi confrontare con loro è solo perché non riescono a individuare chi le ha costruite, determinandone il funzionamento. Effettivamente i computer sono macchine estremamente complesse e riuscire a comprendere il nesso /causale/ tra la _decisione_ di chi le costruisce e il loro (mal)funzionamento implica un notevole sforzo, perché le cose da capire sono tantissime. Mi spiace, vorrei fosse più /semplice/ ma così non è: si potrebbe /semplificare/ ma chi costruisce i computer e li programma più spesso che no non _vuole_. Complesso sì, attenzione però nel pretendere di /facilitare/ la comprensione, perché _sicuramente_ ha l'effetto collaterale di /complicare/ le cose invece di /semplificarle/. Chi cerca di comprendere la verità di una "cosa" deve affrontarne la complessità, chi vuole nascondere la verità complica la vita a sè e agli altri nell'illusione di comprendere (o far comprendere) la verità /facilmente/. > E' un artefatto, l'abbiamo prodotta noi, risponde a noi sempre e > comunque oppure ha, può avere, potrebbe avere autonomia? No.... e per favore considera che la General Artificial Intelligence non esiste (metto le mani avanti :-) ). [...] > Ora confermerò la mia ignoranza domandando: quando cosa intendono i > tecnici quando affermano di non sapere cosa accade nella scatola nera? Scusa ma posso rispondere a questa domanda perché ci vorrebbe un convegno, giuro che potrei parlarne per ore se chi mi sta di fronte riuscisse a reggermi. (Comunque non sono pronto per un convegno... si sa mai, metto le mani avanti :-D ). [...] Grazie e cordiali saluti, 380° [1] e spesso l'alienazione fa talmente male che l'alienato se la prende con quelli che non c'entrano nulla invece di prendersela con chi _provoca_ alienazione. -- 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego) «Noi, incompetenti come siamo, non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché» Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice but very few check the facts. Ask me about <https://stallmansupport.org>.
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