Ciao.

Ho passato anni in aziende che avevano bisogno di cambiare qualcosa (facevo il 
consulente di business).
E un caso è stato rivelatore: una persona del cliente non sapeva usare Excel, e 
quindi è stato affiancato da un informatico. Dopo una settimana, stanco di 
avere quella palla al piede, la persona ha deciso di fare da sola. PERCHE' LO 
STRUMENTO -- spreadsheet -- GLIELO PERMETTEVA.

Così ho concepito questo (1989):
http://www.ybnd.eu/docs/Sintesi_YBN.pdf

Perché non l'ho realizzato, in 35 anni (ormai 36)?
Perché l'informatica in questi decenni, insieme a grandiose meraviglie ha 
realizzato anche grandiosi casini, e NON RIESCO riesco a realizzare la cosa a 
livello tecnico con la stessa semplicità logica che ha a livello progettuale (e 
MI RIFIUTO di realizzarlo senza quella stessa semplicità, anche a livello 
tecnico).

Ho giocato con l'hardware, ho giocato col software, ho usato un mainframe 
"nudo", senza sistema operativo, ho lavorato con i primi microprocessori, ...e 
considero triste che la principale caratteristica del software, ovvero di 
essere flessibile, sia stata svaccata così tanto.


  ----- Original Message ----- 
  From: Damiano Verzulli 
  To: nexa@server-nexa.polito.it 
  Sent: Monday, January 13, 2025 8:14 PM
  Subject: Sulla "Rigidità algoritmica" [Era: <Esistono "tecnologie" 
"politicamente neutrali"?>]


  Il 13/01/25 5:55 PM, Carlo Blengino ha scritto:

    [...] 
    La rigidità degli algoritmi e del digitale sta generando nella PA mostri a 
cui è davvero arduo opporsi [...]
    [...]

  Sono in significativo DISACCORDO.

  Il problema *NON* sono "gli algoritmi". Il problema --specie nella P.A.-- è 
la quantità di "controllo" che, su tali algoritmi, si riesce ad esercitare, in 
tutte le fasi del relativo ciclo di vita.

  Il "mostro" citato nel messaggio --ed ampiamente ripreso dai quotidiani 
recenti-- è potuto crescere e maturare indisturbato perché ormai la P.A.:

    a.. ha perso le competenze "interne" di analisi dei processi e, quindi, di 
pianificazione dei cicli di digitalizzazione.... [...che quindi vengono 
"scritti" dal lato dell'offerta, e non piu' della domanda];


    b.. ha perso le competenze "interne" di sviluppo di soluzioni, anche solo 
mimamente tecnologiche... [...che quindi vengono "comprate" all'esterno];


    c.. ha perso le competenze "di controllo", della fase di realizzazione... 
[...e quindi si accorge della asimmetria fra cio' che si "immaginava" venisse 
fornito, rispetto a cio' che realmente viene fornito... solo dopo la consegna];


    d.. a livello apicale, ha totalmente perso la capacità di distinguere fra 
chi è capace di installare una APP su uno smartphone, prelevandola da un store 
ufficiale... rispetto a chi è in grado di stimare il carico  computazionale di 
un intero sistema informativo ed e' in grado di dimensionare correttamente la 
sottostanta infrastruttura di calcolo, storage e networking (tra l'altro, ad 
una frazione dell'altro costo). 
  ...ed ecco quindi che:

    a.. del "mostro" ci si accorge soltanto quando ormai è "maturo" e si 
"palesa" platealmente per quello che è... e finalmente viene "visto" (...ma è 
ormai troppo tardi).

  La "tecnica", insomma... è morta e sepolta (da tempo...), nella P.A.

  Ed è questo che produce il mostro. Non l'applicativo, in sé. 


  L'algoritmo, dal canto suo, è totalmente trasparente: se lo "vedi", vuol dire 
che quasi certamente è libero/open-source. Ed in tal caso --se hai le 
competenze-- hai tuttissimi i margini di manovra per adattarlo alle tue 
esigenze. Se non lo sai fare, puoi sempre chiedere a chi sa farlo (...ma 
"capire" questo passaggio, richiede comunque una competenza che è ormai persa). 
Paradossalmente, anche la macchina burocratica è ben ingranata (*NON* sono 
sarcastico). Esistono procedure chiare. Esiste una legislazione "decente". Le 
politiche di gestione del personale, degli uffici e delle aree, sono "sane" (ad 
esempio, in tema di formazione, di sicurezza e di "performance"). Ma il 
disaccoppiamento fra quello che sulla carta è possibile... e quello che, nella 
realtà, è veramente effettuato... è decisamente significativo.


  Da "tecnico" (io), che guida un settore IT di un medio Ateneo, ormai ho quasi 
maturato la convinzione che il mio mandato sia quello di accompagnare il mio 
ufficio verso una "morte" che sia la piu' semplice ed indolore possibile (in 
favore di un outsourcing totale al mercato): grazie a Dio, l'età anagrafica dei 
miei collaboratori + le politiche di pensionamento + le dinamiche di recruiting 
ed il contesto generale... mi rendono il compito decisamente agevole.


  Sono troppo pessimista? ...parliamone :-)

  Un caro saluto,
  DV


-- 
Damiano Verzulli
e-mail: dami...@verzulli.it
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possible?ok:while(!possible){open_mindedness++}
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"Technical people tend to fall into two categories: Specialists
and Generalists. The Specialist learns more and more about a
narrower and narrower field, until he eventually, in the limit,
knows everything about nothing. The Generalist learns less and
less about a wider and wider field, until eventually he knows
nothing about everything." - William Stucke - AfrISPA
  http://elists.isoc.org/mailman/private/pubsoft/2007-December/001935.html

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