Ciao Alfredo, i punti 1, 2, 3, 4 riguardano persone e non solo macchine
processi; fra l'altro, le persone hanno conoscenze necessarie per
ottimizzare i processi migliori di quelle degl'informatici.
Delle due l'una: o l'automazione si adatta alle persone, oppure le persone
si adattano all'automazione, niente impedisce quella che una volta si
chiamava la via di mezzo ... in medio stat virtus, suggerimento con radici
antiche ma oggi (bit solo bit sempre bit nient'altro che bit) + (subito e
soltanto subito).
*QUI STA ANCHE LA QUESTIONE GIURIDICA*: il cittadino è soggetto soltanto a
leggi oppure il programma informatico può imporre obblighi non previsti da
leggi, come ha lamentato più di un nexiano, io fra questi?
Mi interessa molto il punto 5, sul quale domando: *"LA MACCHINA" POTREBBE
PORTARE CONOSCENZE NUOVE* man mano che si evolve in autonomia dall'uomo?
Man mano che analizza, misura indipendentemente dalla corporeità? Mi pare
sia un'ipotesi anche di Giuseppe Longo, su di lui ed in generale più d'un
nexiano ha competenze migliori delle mie.
Cordialmente, Duccio (Alessandro Marzocchi)

Il giorno mer 15 gen 2025 alle ore 17:36 Alfredo Bregni <abre...@iperv.it>
ha scritto:

> Informatica ai primordi!?
> Mi viene in mente quando dissi di FIAT (sì, c'era ancora la FIAT...) che
> aveva tre problemi: *time to market dell'innovazione*, *logistica*,
> *leadership*.
>
> Per me l'informatica dovrebbe:
> *1.*
> *Strati*: ridurli / progettarli insieme / poterli "bucare"; vale per
> strato ottico ed elettronico delle reti, i livelli dei protocolli di
> comunicazione, gli oggetti "non permeabili" gli uni agli altri (quando
> l'idea iniziale era che si scambiassero messaggi); soprattutto, vale per la
> progettazione, dove si ama troppo "separare", invece di "unificare".
> *2.*
> *Interfacce* (fra strati, e fra parti diverse di applicativi): renderle
> semplici e intuitive (matrici / tabelle?) per tutto quello che intuitivo
> non è (e si continua a lasciare tale).
> *3.*
> *Applicativi aziendali / ampi / distribuiti*: costruire qualche strumento
> "friendly" e flessibile come lo spreadsheet in ambito personale, che
> consenta alle organizzazioni di reinventarsi ogni giorno, invece di essere
> "irrigidite" proprio dall'IT;
> *4.*
> Magari, realizzare un *linguaggio "governato dai dati"*, invece che dalla
> programmazione di processo;
> *5.*
> Sogno dei sogni, realizzare un *database "plastico"*, capace di
> riorganizzarsi secondo criteri nuovi, che a mio parere è un prerequisito
> per un'intelligenza artificiale in grado di apprendere sul serio.
>
> [*Incidentalmente, i punti da 1 a 4 non sono follie, visto che sulla
> carta li ho perseguiti tutti insieme in un caso (però in un caso specifico,
> non in senso generale, come invece propongo).*]
>
>
>
>
> ----- Original Message -----
> *From:* Giacomo Tesio <giac...@tesio.it>
> *To:* nexa@server-nexa.polito.it ; alessandro marzocchi
> <alemar...@gmail.com> ; nexa <nexa@server-nexa.polito.it>
> *Sent:* Tuesday, January 14, 2025 10:52 PM
> *Subject:* Re: [nexa] Esistono "tecnologie" "politicamente neutrali"?
>
> Il 14 Gennaio 2025 20:33:00 UTC, alessandro marzocchi <alemar...@gmail.com>
> ha scritto:
> >
> > tre compagni di scuola si trovano dopo molto tempo.
> > Abbracci domande racconti ben presto rinasce l'antica competizione: chi
> fa
> > il mestiere più importante?
> > Certamente io, faccio l'architetto e tutti dicono che la creazione del
> > mondo fu opera da architetto.
> > Amici, ricordiamo che la creazione avvenne organizzando il caos,  replicò
> > il secondo amico che appunto si occupava di organizzazione.
> > Sorridendo intervenne il terzo amico, informatico, e domandò: secondo
> voi,
> > chi aveva messo il caos?
>
> FANTASTICA! ! ! :-D
>
>
> > Mestiere importante, quello dell'informatico, tanto importante che lo
> > insegnerei a scuola.
>
> È un mestiere solo perché la disciplina è ancora ai primordi.
>
> Siamo ancora ai geroglifici, checché ne dica il Faraone.
>
>
> Giacomo
>
> PS: "in principio era il Verbo"... :-)
>
>

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