Caro Guido

a me pare che la maggior parte di chi è intervenuto in questo dibattito ha un'idea abbastanza 
precisa di cosa sono in grado di esibire sistemi tipo ChatGPT & Co. : competenze che 
appaiono sovrapponibili in alcuni casi (p.es.: superamento di test) a quelle degli esseri 
umani, e al tempo stesso tendenza a inventare, "allucinare".

E ritengo che sia anche abbastanza chiaro a tutti che questo viene raggiunto 
attraverso meccanismi probabilistici messi a punto mediante analisi statistiche 
estremamente sofisticate condotte su quantità enormi di dati (e su quantità 
ignote di lavoro umano sotto pagato)

Quello che varia, ma è "il dettaglio che fa la differenza", sono, almeno, i 
seguenti tre elementi:
1. se le competenze siano o no segno di comprensione (nel senso che noi umani diamo a 
questa parola) del dominio in cui tale competenza viene esibita (punto che avevo 
sollevato tempo addietro richiamando l'esperimento mentale della "stanza 
cinese" di Searle)
2. se le allucinazioni (che sono un costo, un aspetto negativo) siano tutto 
sommato trascurabili, in termini di impatto sociale, rispetto ai benefici
3. se sia corretto consentire l'accesso al pubblico di tali sistemi, che al 
momento attuale appaiono contravvenire (non solo in Italia) a norme di legge, 
mentre vengono messi a punto alcuni correttivi

Per me le risposte sono tre NO.

Mentre i punti 2. e 3. sono sostanzialmente di natura sociale, quindi politica (che 
visione della società abbiamo? quanta tutela e quanta competizione?) il punto 1. è di 
natura più tecnica e penso sia quello più "appassionante" per informatici e 
filosofi in lista... d'altro canto ne stiamo discutendo da una cinquantina d'anni - 
decennio più o decenniomeno... :-)

Sul fatto che sia opportuno continuare a fare ricerca in quest'ambito mi pare 
ci sia un sostanziale convergenza. Così come sul fatto che sia necessario avere 
maggiore trasparenza sui meccanismi dello sviluppo e addestramento di questi 
sistemi.

Ciao, Enrico

Il 17/04/2023 09:20, Guido Vetere ha scritto:
Caro Enrico,
non si tratta di 'ipse-dixit', figuriamoci. Ma mi sembra che su questi LLM ci 
sia qualche problema di 'literacy', visto che alcuni insistono nel pensarli 
come database un po' strani.
Si potrebbe allora chiedere a una persona competente di spiegarli per bene, e 
secondo me Beppe è il più titolato tra noi.
Nel merito dello scambio che riporti, forse si tratta solo di 'nuances', ma fa bene Beppe 
a sgombrare il campo dall'immagine del 'pappagallo' che ricombina frammenti di frasi 
udite. No: GPT inventa di sana pianta. Dove può aver sentito ad esempio che io avrei 
scritto il romanzo "Il collezionista di venti" (2017), che non si trova neanche 
su Amazon?

G.


On Mon, 17 Apr 2023 at 01:11, 380° <g...@biscuolo.net> wrote:

    Buongiorno,

    Enrico Nardelli <narde...@mat.uniroma2.it> writes:

    > premesso che ammiro e rispetto Beppe Attardi che è certamente
    > estremamente competente in termini di IA, se con "dare ascolto"
    > intendi "credere", beh

    [...]

    > Insomma, se il dibattito deve essere di livello scientifico elevato,

    mi permetto di far notare che il dibattito in (nel/di) merito a quanto
    /in oggetto/ (i rilievi del Garante...) più che scientifico (diciamo
    _tecnico_, eh?!?) è di carattere giuridico [1], anche se in questo
    thread si è entrati /anche/ nel merito tecnico

    > più che appellarci alla "auctoritas" dobbiamo essere rigorosi, attenti
    > e consistenti nella lettura degli altri e nell'esposizione delle
    > nostre riflessioni.

    e come diceva Marco Calamari in altro thread: «Il tempo è la risorsa più
    limitata al mondo.», quindi ci costa fatica, ma è indispensabile almeno
    /tentare/ di farlo se si vuole davvero confrontarsi

    ...anche perché, altrimenti, io dovrei davvero limitarmi solo a leggere
    e starmene zitto, ma siccome credo che confrontarsi su queste cose sia
    il modo migliore di esercitare la propria "cittadinanza digitale", mi
    ostino :-)

    [...]

    saluti, 380°



    [1] voi non avete idea di quanto mi senta **stupido** a illudermi che
    possa essere davvero così, visto che siamo nell'era in cui la scienza
    stabilisce cos'è giusto o cos'è sbagliato in /tutto/

-- 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

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     non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

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Direttore del Laboratorio Nazionale "Informatica e Scuola" del CINI
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