Ciao Andrea,

On Thu, 24 Mar 2022 19:22:32 +0100 Andrea Trentini wrote:

> un veicolo è un /computing device/ e come per il digitale io lo
> vorrei:
> - sotto il mio totale controllo (hw e sw)
> - owned e non in "service" (nel senso di SaaS)
> - disconnesso se io desidero così (segue dal primo punto)
> - non tracciante delle mie attività (segue dal primo punto)

ti stai concentrando su un singolo componente del sistema, mentre
Gorz proponeva una analisi cibernetica piuttosto raffinata.


Nell'articolo proposto da Juan Carlos, viene descritta una società
urbana progettata presupponendo la proprietà privata delle automobili.

In quanto presupposto della progettazione di uno spazio condiviso (la
città), il possesso dell'auto diventa norma implicita, obbligo di fatto,
bisogno fondamentale per partecipare alla vita civile, lavorare,
incontrare amici etc...

Gorz propone inoltre di abbanonare questo paradigma.
Lo propone a chi spera lo possa seguire.


Proviamo ad applicare il metodo di Gorz alla nostra società cibernetica.


Viviamo in una società cibernetica che presuppone l'always on-line.
Presuppone che ciascuno di noi si porti dietro un cellulare connesso ad
Internet, dotato di telecamera, microfono, GPS etc... che sia sempre
raggiungibile, rintracciabile etc...
Presuppone che ciascuno di noi utilizzi su quel cellulare software
scritto da altri, di cui non comprende lontanamente il funzionamento.

Tale assunzione sta diventando norma implicita.
Qualche "filosofo" arriva a teorizzarla, definendola "On-Life". [1]
Questo rende tale automatismo (o meglio insieme di automatismi, che
ogni App è un automatismo a sé) necessario ed obbligatorio.


PER ORA, è possibile resistere a questo obbligo sociale (con discreta
fatica), ma nel prossimo futuro non avere un cellulare sorvegliabile
potrebbe diventare fonte di forte discriminazione (discriminazione che,
comunque, è già presente seppure in forme ancora tollerabili).


Ora ti chiedo, ti piace questo progetto di società cibernetica?

Esattamente come avvenne per le auto, non si tratta di un evoluzione
spontanea della società umana: si tratta di un progetto politico
perseguito coscientemente dai GAFAM e dai loro molti alleati (succubi?)
con grandi investimenti propagandistici, economici e politici.


Cosa pensi di una società cibernetica che imponga di fatto il possesso
di un cellulare Android (o Apple) sempre connesso?
Una società a misura di smartphone USA.


Scommetto un caffé che la tua risposta a questo quesito non sarebbe
troppo diversa da quella di Gorz rispetto alla città a misura di auto.

Mi sbaglio?
Se no, che sistema alternativo proporresti? A chi?


> (insomma le libertà fondamentali del Software Libero, applicate anche
> alla mobilità del mio mezzo)

Per la verità le libertà fondamentali del Software Libero sono altre:

- Libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi
  scopo.
- Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in
  modo da adattarlo alle proprie necessità. L'accesso al codice
  sorgente ne è un prerequisito.
- Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare gli altri
- Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i
  miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in
  genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio
  L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.

https://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html

Nulla a che vedere con il SaaSS (che la FSF addirittura lascia alla
moralità individuale degli sviluppatori che dovrebbero rifiutarsi di
scriverlo [2]) o con la disconnessione o con la privacy.

Il software libero, sin dalla sua definizione, soffre dei limiti
culturali del contesto in cui è nato.

Come puoi osservare, non è in grado di normare, nemmeno in termini
etici, la complessità della società cibernetica contemporanea.

Dobbiamo superare questi limiti o altri continueranno ad abusarne.


Giacomo

[1]
https://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2F978-3-319-04093-6.pdf

[2] https://www.gnu.org/licenses/why-affero-gpl.html
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