2009/1/19 Giovanni Mascellani <g.mascell...@gmail.com>:
> controllare l'ortografia dei nomi delle strade. Facciamo un
> "Gedankenexperiment" (quanto tedesco, oggi): supponiamo che io un giorno
> decido di leggermi lo stradario del comune di Canicattì per imparare i
> nomi delle vie. Le leggo e le imparo tutte (spero che questo non venga
> interpretato come un invito all'autolesionismo).
> [...]

Questo esperimento mentale non mi convince.

Supponiamo che io ascolti più volte "Let it be" fino a impararla a
memoria, testo e musica.
Se, sul palco di un concerto (o anche solo ad una festa) uso la mia
memoria per riprodurla, cioè la canto in pubblico, sto comunque
violando il diritto d'autore, indipendentemente dal fatto che non la
stia leggendo da uno spartito ma la riproduca a memoria.
Questo perché l'opera ha una sua "essenza" che rimane inalterata con
la mia riproduzione, addirittura se commetto degli errori dovuti alla
mia scarsa memoria.
Quindi secondo me il tuo ragionamento non basta per usare lo stradario
di Canicattì.

Propongo invece un altro esperimento mentale.
Supponiamo che io prenda lo spartito di Let it be e lo tagliuzzi
separando ogni singola nota (altezza e durata) e poi faccia un
anagramma, cioè produca una melodia totalmente diversa dall'originale
e che però condivide con essa tutte le note.
Questa è un'"opera derivata"?
Secondo me solo un pazzo, o un avvocato molto bravo, sosterrebbe che
sto violando il diritto d'autore dei Beatles: sebbene la mia opera sia
"derivata" da let it be, in realtà non condivide in alcun modo
l'"essenza" dell'opera, cioè il fatto artistico prodotto dall'autore.

Torniamo ora allo stradario.
Lo stradario - secondo me - non possiede le caratteristiche di opera
creativa proprio perché manca di una sua essenza organica: le
informazioni in esso contenute sono autonome, cioè possono essere
usate indipendentemente le une dalle altre, e la raccolta di tutti i
dati (cioè lo stradario) non ha un valore maggiore della somma dei
valori dei singoli componenti: se per "let it be" il valore dell'opera
non è dato dalle singole note, ma dalla loro disposizione, lo
stradario invece non perde (significativamente) valore se viene
mutilato di alcuni dati o se i dati in esso contenuti vengono
rimescolati. Si noti che la "disposizione" è proprio uno dei due
criteri che permetterebbe ad una banca dati di essere coperta dal
diritto d'autore.

L'altro criterio è la "scelta".
In questo contesto - secondo me - non vi è stata "scelta", o meglio
l'unica scelta effettuata è: "devo indicare tutte le strade di
Canicattì". Questa è una scelta a priori, che è diversa dalla scelta
"artistica" che si potrebbe fare davanti ad ogni singola strada:
"includo questa strada nello stradario oppure no?". Se lo stradario di
Canicattì avesse questa caratteristica di "scelta" - se ad esempio
fosse l'elenco delle strade "più belle" di Canicattì - allora forse
potrebbe essere coperto dal diritto d'autore. Ma nel nostro caso più
che di "scelta" si può parlare di "criterio", cioè è stato adottato -
una volta per tutte - il criterio di includere tutte le strade nello
stradario. Una volta adottato il criterio, la compilazione dello
stradario ne consegue "automaticamente": può essere un'operazione
laboriosa ma non è un'opera creativa.

In conclusione - secondo me - lo stradario di Canicattì non è coperto
dal diritto d'autore; potrebbe essere coperto dalla tutela sui generis
delle banche dati, ma tale tutela - per quanto ne capisco - non si
estende agli enti pubblici, solo ai cittadini e alle imprese europee.

Ciao

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