Il 1 Marzo 2025 22:34:56 UTC, Alfredo Bregni <abre...@iperv.it> ha scritto:
> Sempre da totale profano...

Ma vedi Alfredo, "da totale profano", non sei in condizione di interpretare
il fenomeno cui assisti e ti lasci condizionare dal linguaggio
antropomorfico utilizzato da chi questi software li vende.

Tale linguaggio evoca esperienze umane che nulla hanno a che fare con
il processo di programmazione statistica utilizzato per calcolare queste 
matrici,
compilando e comprimendo petabyte di testo che nessun essere umano
potrebbe mai leggere.


Testo che viene compresso, non compreso.


La differenza è abissale: riprodurre i pattern più frequenti in cui una certa
sequenza di token si trova nei testi sorgente, è completamente diverso
da comprendere cosa significhi quella sequenza.

Imparare una lingua significa comprendere il significato di messaggi
espressi in essa, proiettare nella propria mente le informazioni che il nostro
interlocutore sta cercando di esprimere, cosa che questi software espressi in
matrici numeriche non fanno.


Persino in linguaggi artificiali dalla semanitca estremamente ristretta,
come i linguaggi di programmazione, questi software comprendono l'output
che producono.

Qui uno sviluppatore ha ottenuto il codice inventato per porre una domanda
su un forum,
<https://bengarcia.dev/making-o1-o3-and-sonnet-3-7-hallucinate-for-everyone>

O1, O3 e Sonnet 3.7 contengono quel codice, compresso ma non compreso,
che estraggono e restituiscono sistematicamente a fronte di certi input.


Poi Giuseppe stesso ammetterà che il sognificato di termini come "apprendimento"
nel contesto del "intelligenza artificiale" non ha nulla a che fare con il suo
significato precedente, legato all'esperienza umana di apprendere.

E sono certo che lui stesso ammetterà che il 99.99999...% delle speculazioni
filosofiche (ed economiche) in merito si fonda su questo "sfortunato" malinteso,
che inevitabilmente inganna chiunque non abbia una profonda comprensione di
come funzionano questi software.


Purtroppo altri, in malafede, sfruttano, diffondono e rafforzano questo 
malinteso.

Da cui queste conversazioni allucinate (e allucinanti) fra "totali profani".


Profani che "razionalizzeranno" output errati come quello riconosciuto dallo
sviluppatore Ruby sopra come "allucinazioni" pur di non ammettere
a sé stessi di non aver alcuna idea di ciò di cui stanno parlando.

Ovvero di una compressione lossy eseguibile di petabyte di testo.

Niente di più.


Giacomo

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