Date: Fri, 24 Jan 2025 16:47:15 +0100
From: alessandro marzocchi <alemar...@gmail.com>
To: nexa <nexa@server-nexa.polito.it>
Subject: Re: [nexa] I tecno-baroni vogliono rovesciare la democrazia,
        riformiamo i social
Message-ID:
        <cag5xczesmxl3nx+msxhnng9bc5_zjzsg7pgexjrfcwsiiwq...@mail.gmail.com>
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E' sconsolante leggere parole come queste di Beppe Attardi, ed altre simili
abbiamo letto qui su Nexa.

già!

Lamentarsi è inutile. Abbiamo criticato anche ""Trump lauds $500BN ..."",
abbiamo già dimenticato la proposta di Damiano Verzulli:
""
stilare un sintetico "manifesto" (1 x A4) che NEXA (il Centro NEXA),
supportato dai membri della sua community (chi, in questa lista, vuole
metterci nome e cognome), indirizza principalmente a tutti gli Enti di
Ricerca (in primis, Atenei [....perché hanno 'studenti'; non per altro])
proponendo loro, sulla falsariga di quanto fatto altrove, in Europa, di
abbandonare i social USA + tirare su istanze mastodon dedicate (vedi
esperienza di SURF, in Olanda), offrendosi di supportate l'installazione
dei software (attraverso tool di automazione open-source e
ultra-collaudati) e, in subordine, di supportare i tecnici periferici nel
setup materiale.
Chiaramente Nexa dovrebbe eliminare i propri account e... far partire
un'istanza mastodon … preliminarmente ... altrimenti la cosa non ha molto
senso

è un'ottima idea. ma c'è tanto lavoro da fare, chi lavora? scusate ma siccome sono abituato che poi la manovella c'è sempre chi deve girarla, altro che automazione! ma certo, sì, ci sta, avanti tutta, dopodiché una chiosa:

IMHO Mastodon è una pezza, non LA soluzione, ma cmq meglio di niente :D

https://server-nexa.polito.it/pipermail/nexa/2025-January/053948.html
""
Neppure ricordo una mia antica proposta di alfabetizzazione, educazione *al*
digitale *col *digitale: siete più bravi di me, le intelligenze di nexa,
l'intelligenza collettiva di nexa non può limitarsi alla "parola", ha
il *dovere

in questa lista molte persone, ritengo, possono portare esperienze sconfortanti. fa bene un po' di gruppo di autoaiuto, come insegna anche il miglior femminismo, fa bene raccontarsi le proprie esperienze.

una delle mie esperienze sconfortanti: quindici anni fa ho scritto un libro pubblicato in quattro lingue (italiano, castigliano, inglese, francese), da case editrici anche non microscopiche, dal titolo "Nell'acquario di facebook. La resistibile ascesa dell'anarco-capitalismo". Ora pare che anche i progressisti di governo abbiano compreso quel che ci pareva ovvio allora: che miliardari sociopatici avidi di immortalità stavano scalando le democrazie (neo)liberali.

e che le tecnologie sono politiche. Hanno implicazioni politiche concrete perché sono, anche, fatti sociali. Beh, quindici anni per arrivarci, poteva andare peggio :PP ma cmq c'è ancora chi sostiene che le criptomonete sono "uno strumento", e non hanno nulla a che fare con una visione politica à la Hayek. Hayek: uno che passa per liberale: nient'affatto, è l'ispiratore dei broligarchi, o tecno-baroni, o TESCREAL, o più chiaramente libertariani sociopatici miliardari. "si possono usare bene, dipende da come le usi", continuo a sentire. come no. chiediamo a ChatGPT cosa ne "pensa", così intanto bruciamo qualche foresta. c'è da disertare, nient'altro, dismettere tutto ciò, in massa.

civico di andare oltre la parola, di fare*, accettando il rischio
d'insuccesso.
Terra terra, tutti i difetti del digitale cominciano dalla sua difficoltà
ad essere capito, è da applaudire ogni impegno per avvicinare l'umano a
questo artefatto, e viceversa.
In concreto e rispettosamente:
* sollecito una risposta di nexa alla proposta di Damiano Verzulli, non
giudico utilità, realizzabilità della proposta di Damiano, a me pare
positiva ma sono convinto che Damiano sarà il primo a dare disponibilità
anche per altro.
** sollecito altri contributi individuali per "fare", siamo tutti
consapevoli dei nostri limiti in confronto a $500BN.

ok raccolgo la sollecitazione: fine della pars destruens!

rispetto al fare, mi preme sottolineare che negli ultimi 30 anni (da quando ne ho memoria io. senz'altro ce ne sono altre) ci sono state molte iniziative di grande successo. per me e per tante altre persone. ne cito alcune: A/I (Autistici/Inventati); framasoft; riseup.net, archive.org e tralascio le miriadi di iniziative più locali, ma molto internazionaliste, che come le precedenti non hanno bisogno di pubblicità, ma di braccia, menti e cuori per fare, per diffondere autonomia, autogestione e capacità di fare insieme.

le università, screditate da decenni di immobilismo, nepotismo, arrivismo, selezione dei più mediocri per le posizioni apicali, ecc. sono diventate irrilevanti? forse. senz'altro nelle università non ci va (più) chi vuol far carriera: meglio il privato, e meglio università non europee, di certo non italiane, per quanto anche negli USA e altrove non si può dire che stiano messe bene quanto ad autonomia: tutti a pubblicare cose inutili o morire...

ebbene, anche nelle università, come nelle scuole e in tutti i comparti pubblici e privati di questo paese e altrove, sono le persone che fanno e fanno andare avanti le cose, a prescindere dalle leggi e politiche "ufficiali". anzi: NONOSTANTE le leggi e le politiche ufficiali sempre più deliranti, guerrafondaie e suicide.

questa è un'eccellente notizia: perché queste persone, che continuano a essere la maggioranza di chi fa, anche se non fanno notizia e sono frustrate da burocrazie deliranti, impoverite e bullizzate da prepotenti forti con i deboli e deboli con i forti in gerarchie sempre più ossificate... queste persone hanno continuato e continuano tuttora, nonostante tutto, a darsi una mano fra loro e a fare del loro meglio. e SONO la maggioranza. neanche troppo silenziosa: cmq fanno cose.

quindi c'è un enorme potenziale, ora che è chiaro anche al povero Sanchez (al suo posto non ci so stare...) che le persone sono in balia di domini altri e non solo dei governi come il suo. Ma, povero Sanchez che si sente difensore della democrazia (eh no, sono le persone che fanno la democrazia, non i governanti...), non se ne esce certo facendo loro schedare ulteriormente i cittadini: ci manca solo che i social diventano pure come l'anagrafe pubblica, ma gestita dalle multinazionali!

in Europa, in Italia, ragazze e ragazzi nelle scuole non vedono l'ora di farla finita con Google Classrom. con le notifiche pressanti degli smartphone. I loro insegnanti forse anche, ma perlopiù sono avviliti e mancano di coraggio... evitiamo le derive proibizioniste e strutturiamo proposte concrete. In cui le persone si riprendano in mano il potere di fare le cose: hanno in tasca delle macchine cibernetiche potentissime, ci sono reti interconnesse ovunque più o meno aperte e accessibili (ancora per quanto?), vietare è suicida. Regolamentare: ma non dall'alto: le persone, fra loro, nel loro gruppo, famiglia, lavoro. Moltissime persone lo fanno già. Hanno bisogno di una spinta, aiuto, possibilità e anche di un sintetico manifesto, perché no. una cosa di massima, non prescrittiva, ma chiara. Le persone continuano a fidarsi dei GAFAM perché non si fidano le une delle altre, e tantomeno dei governi e delle istituzioni, proprio come i minori non si fidano degli adulti che passano il tempo sui social e vogliono vietarli a loro: perché dovrebbero fidarsi? eppure... come i "minori" vedono e soffrono le contraddizioni, e si ribellano a modo loro (magari non escono più di casa, dalla stanza, mangiano e vomitano, ecc.), perché non vogliono obbedire a un mondo adulto delirante,

così anche cooperanti nelle cooperative, associati nelle associazioni, sindacalisti nei sindacati, studenti e professori nelle università - e aziende, ospedali, pubbliche amministrazioni: c'è un sacco di gente che ne ha piene le tasche di obbedire. E se il miglior momento per cambiare le cose è senz'altro passato, ieri, in quel passato (mitico) che tanto piace ricordare, in quel passato di quando si son fatti tentativi frustrati... il secondo miglior momento è senz'altro ADESSO.

lunedì presso IUAV / Venezia ho tenuto una "lezione" con decine di studenti di design che hanno scoperto che la loro università è afflitta da illegalismo grave (Google Suite + Microsoft), getta al vento i loro soldi oltre che regalare i loro dati e violare la loro privacy e li costringe a usare piattaforme disfunzionali (vedi alla voce "Cineca". dicunt.). Lo sapevano già, lo sospettavano: ho solo messo insieme i puntini che già conoscevano, insieme al fatto che in quanto designer, sono i loro colleghi più grandicelli ad aver disegnato le piattaforme di autoabuso di massa che oggi si vorrebbe bandire per legge...

Così, visto che volevano "risposte pratiche", per evitare la solita accusa di "vabbè ma tu sei un nerd privilegiato, noi abbiamo cose concrete da fare", ho mostrato loro un'istanza di Subsai https://github.com/abdeladim-s/subsai perché una delle loro necessità è sbobinare cose e fare sottotitoli: sì, quei modelli sono chiusi, come tutti quelli funzionanti al momento, del resto. No, almeno non usano roba dall'altra parte dell'oceano gestita in trumplandia: hanno imparato che possono farselo sul loro computer, e magari "imporre" all'università di strutturare servizi analoghi. è poco? certo. ma non è nulla. anzi: è tutto ciò che serve. e che le istituzioni la smettano con i deliri tecnoburocratici di asservimento al potente di turno.

chi ha potere, lo usi. chi non ce l'ha, se lo prenda. noi continueremo a diffonderlo. questo è hacking.

grazie per l'occasione

scusate s'è fatto tardi e c'è molto da fare :D

k.



Cordialmente
Duccio (Alessandro Marzocchi)


Il giorno ven 24 gen 2025 alle ore 16:00 <nexa-requ...@server-nexa.polito.it>
ha scritto:
From: Giuseppe Attardi <atta...@di.unipi.it>
Subject: Re: [nexa] I tecno-baroni vogliono rovesciare la democrazia,
riformiamo i social

Proprio così.
Ma si continua a frignare, fare convegni, scrivere rapporti per analizzare
i fallimenti (tipo Draghi), disquisire su domande alla Marzullo (tipo se
sia meglio un social o un altro, se i social cambiano noi o noi che
cambiamo i social, se la tecnologia sia neutrale o la neutralità ci rende
complici).
Ho provato per diversi anni a realizzare servizi in casa per le
università, come sanno Bregni e Verzulli: l’università di Pisa per anni
aveva il propio mail server fatto in casa, il GARR aveva un cloud pubblico
federato basato tutto su sw Open Source.
Ma quando cercavo il coinvolgimento sia di colleghi che dei dirigenti
universitari (con unica eccezione il Poli di Torino), la risposta è sempre
stata negativa: chi ce lo fa fare, se tanto i servizi ce li danno gratis e
sono fatti in modo professionale e intanto posso licenziare i sistemisti.
Poi i servizi hanno smesso di essere gratis: tre anni fa Google è venuta a
presentare il conto del servizio Google Workspace for Education e Microsoft
per i servizi tra cui Exchange per la posta. L’università di Pisa paga
centinaia di migliaia di euro l’anno a entrambe e più o meno lo stesso
fanno le altre 70 università.
Mettendo assieme tutte le spese, le università avrebbero potuto avere
servizi digitali comuni gestiti in proprio.
Purtroppo la vera conclusione è che preferiamo essere schiavi di un
padrone che pensa a tutto lui, piuttosto che faticare per guadagnarci la
nostra libertà.
— Beppe
On 24 Jan 2025, at 15:26, nexa-requ...@server-nexa.polito.it wrote:
From: Guido Vetere <vetere.gu...@gmail.com <mailto:
vetere.gu...@gmail.com>>
To: abregni <abre...@iperv.it <mailto:abre...@iperv.it>>
Cc: Antonio <anto...@piumarossa.it <mailto:anto...@piumarossa.it>>,
nexa@server-nexa.polito.it <mailto:nexa@server-nexa.polito.it>
Subject: Re: [nexa] I tecno-baroni vogliono rovesciare la democrazia,
       riformiamo i social
Message-ID:
       <CAD3hHB4_MgtU4YtzqEjzP8KmpuQECQkkbF=
j92-behf0du3...@mail.gmail.com <mailto:CAD3hHB4_MgtU4YtzqEjzP8KmpuQECQkkbF
=j92-behf0du3...@mail.gmail.com>>
Content-Type: text/plain; charset="UTF-8"

Se ho capito bene, le tre proposte di Sanchez sono :
- Certificazione dell'identità  (facile da aggirare)
- Moderazione e factchecking (ha già fallito)
- Responsabilità penale della piattaforma sui contenuti degli utenti
(giuridicamente assurda)

Ma davvero questo è tutto quello che la 'sinistra' europea riesce a
elaborare?
Il problema delle piattaforme sociali non è la qualità dei loro
contenuti, ma il fatto che sono monopolizzate.
L'Europa avrebbe dovuto favorire la nascita di social decentralizzati
e interoperabili, finanziando infrastrutture e provider indipendenti,
invece di organizzare simposi con i lobbisti yankee.
E adesso tutti a frignare e a dire caxxate ai convegni.

G.



On Fri, 24 Jan 2025 at 14:26, abregni <abre...@iperv.it <mailto:
abre...@iperv.it>> wrote:

Ciao.

La soluzione -- come al solito, al di fuori della comune definizione del
problema (i social ci avrebbero fatto un baffo) -- ci sarebbe stata,
...con un "cortocircuito epocale" fra tecnologia e democrazia:
http://www.ybnd.eu/docs/Mat_fibra.pdf

Per 5 anni, dal 2008 al 2013, ho provato a far passare l'idea:
- Sui media, mi hanno dato uno spazietto su Report, ho avuto una bella
chiosa da parte della Gabanelli, e c'è stata una citazione sul Corriere
della Sera;
- Lato società, invece, ho trovato a) muri di gomma persino in ambito
universitario, e b) gente che o vedeva nell'idea la possibilità di un
tornaconto (e non era quello lo spirito), oppure nessuna voglia di
alzare il sedere dalla sedia per provare a cambiare in meglio il proprio
futuro (purtroppo, l'aveva già detto Tocqueville nel 1840 che sarebbe
finita così, ...la democrazia).
Il 2025-01-24 12:58 Antonio ha scritto:
All'inizio degli anni 2000 i social media hanno iniziato a prosperare
con la promessa di unire le persone e rafforzare le nostre democrazie.
Sulla base di questa promessa le istituzioni pubbliche, le aziende e il
pubblico si sono uniti ai social media, che hanno permesso alle persone
di interagire al di là delle distanze fisiche. Ma gli aspetti negativi
sono ormai chiari, dice Sánchez, paragonandoli a "invasori nascosti nel
corpo di un cavallo di Troia". Sánchez si è scagliato contro i tecno
miliardari, affermando che si è verificata una concentrazione di
ricchezza e potere nelle mani di pochi, "a scapito della nostra salute
mentale e delle nostre democrazie".

A.


https://www.rainews.it/articoli/2025/01/davos-pedro-sanchez-i-tecno-miliardari-vogliono-rovesciare-la-democrazia-riformiamo-i-social-97dbc212-0601-40b0-8396-ac01a5f633b7.html

https://www.youtube.com/watch?v=SCDD2pwe5O4


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