Ciao.
La soluzione -- come al solito, al di fuori della comune definizione del
problema (i social ci avrebbero fatto un baffo) -- ci sarebbe stata,
...con un "cortocircuito epocale" fra tecnologia e democrazia:
http://www.ybnd.eu/docs/Mat_fibra.pdf
Per 5 anni, dal 2008 al 2013, ho provato a far passare l'idea:
- Sui media, mi hanno dato uno spazietto su Report, ho avuto una bella
chiosa da parte della Gabanelli, e c'è stata una citazione sul Corriere
della Sera;
- Lato società, invece, ho trovato a) muri di gomma persino in ambito
universitario, e b) gente che o vedeva nell'idea la possibilità di un
tornaconto (e non era quello lo spirito), oppure nessuna voglia di
alzare il sedere dalla sedia per provare a cambiare in meglio il proprio
futuro (purtroppo, l'aveva già detto Tocqueville nel 1840 che sarebbe
finita così, ...la democrazia).
Il 2025-01-24 12:58 Antonio ha scritto:
All'inizio degli anni 2000 i social media hanno iniziato a prosperare
con la promessa di unire le persone e rafforzare le nostre democrazie.
Sulla base di questa promessa le istituzioni pubbliche, le aziende e il
pubblico si sono uniti ai social media, che hanno permesso alle persone
di interagire al di là delle distanze fisiche. Ma gli aspetti negativi
sono ormai chiari, dice Sánchez, paragonandoli a "invasori nascosti nel
corpo di un cavallo di Troia". Sánchez si è scagliato contro i tecno
miliardari, affermando che si è verificata una concentrazione di
ricchezza e potere nelle mani di pochi, "a scapito della nostra salute
mentale e delle nostre democrazie".
A.
https://www.rainews.it/articoli/2025/01/davos-pedro-sanchez-i-tecno-miliardari-vogliono-rovesciare-la-democrazia-riformiamo-i-social-97dbc212-0601-40b0-8396-ac01a5f633b7.html
https://www.youtube.com/watch?v=SCDD2pwe5O4