Buongiorno,

Damiano Verzulli <dami...@verzulli.it> writes:

> Il 31/12/23 19:52, Stefano Quintarelli ha scritto:
>> gestisco in prima persona il mail server della mia famiglia [...] 
>> nessuno dei miei utenti ha lamentato problemi [...]
>> non credo che un sistemista esperto dedicato [...] non sia in grado di 
>> gestire una organizzazione efficacemente...
>
>
> Il 31/12/23 23:25, Roberto Resoli ha scritto:
>> [...] son svariati anni che gestiscono questo indirizzo letteralmente 
>> da casa mia. Le mie impressioni sono sovrapponibili alle tue [...]

evito di raccontare la rava e la fava sulle esperienze professionali del
mio alter ego in materia di posta elettronica, vi basti sapere che
conosco molto bene la materia :-D

l'executive summary è: gestire un servizio di posta elettronica
tecnicamente è una sciocchezza, se non fosse per le politiche "embrace,
extend and extinguish" messe in atto da almeno 15 anni da alcuni grossi
operatori email, praticamente /tutti/ statunitensi.

detto in altre parole, è FUORI DI DUBBIO che c'è una volontà politica,
di politica industriale globale, per accentrare tutta la posta
elettronica occidentale, compresa quella "on rest", sui server
controllati dal governo USA.

come con moltissime altre strategie globali, la SCUSA per mettere in
pratica "embrace, extend and extinguish" è la "lotta all SPAM", che
precede di qualche anno la "lotta al terrorismo" :-O

la cosa che mi fa impressione è che "embrace, extend and extinguish" è
una pratica vecchia di almeno 30 anni... ma continua ad essere
ampiamente usata e RARAMENTE riconosciuta da chi dovrebbe intervenire
per stroncarla

[...]

> Il numero di problemi che un "admin" deve affrontare al crescere delle 
> mailbox e del relativo traffico, cresce *ESPONENZIALMENTE* con 
> l'aumentare delle stesse.

sì ma SOLO per questi due motivi, in ordine di peso:

1. il numero di provider coinvolti nel traffico SMTP cresce (non
esponenzialmente) con l'aumento degli utenti e di conseguenza aumenta il
rischio di essere bloccati da almeno uno di essi per motivi FUTILI se
non palesemente ANTICOMPETITIVI (fattore politico)

2. la competenza quadratica media nell'utilizzo degli strumenti di
gestione della posta elettronica cala, questa sì esponenzialmente, con
l'aumentare degli utenti e di conseguenza il supporto diventa sempre più
oneroso (fattore culturale)

> Su server "familiari" o anche di piccole organizzazioni, i concetti di 
> "prestazione" (lato I/O), di "quantita' di storage occupato" (GB
> vs. TB)

relativamente allo storage, dipende moltissimo dalla cattiva pratica di
lasciare tutti i messaggi su UN server; l'ideale sarebbe che tutta la
posta stesse su un "server personale" dell'utente, o in alternativa
"server di gruppo" (tipo familiari) di massimo un paio di decine di
utenti

[...]

> Quanto sopra fa una differenza *ENORME* in termini di SPAM.

il problema dello SPAM è ampiamente sopravvalutato e usato per fini
anticompetitivi

> Quando hai MIGLIAIA di utenti, troverai:
>
>  1. quello che vuole ricevere una mail da un server SMTP remoto, il cui
>     admin *NON* è come voi due e... piuttosto, per me, admin
>     "ricevente", quella mail è SPAM "a prescindere" perché il server è
>     configurato da cani (mancanza di reverse-DNS; errori SPF/DKIM;
>     mismatch di nomi; mancato rispetto degli RFC);

suvvia: qui c'è poco da "discutere" :-D

>  2. quello che vuole utilizzare un client scaricato da Android,
>     sviluppato da qualcuno che ha fatto qualche esercizio per testare
>     l'SMTP, per inviare mail (con il tuo server) ad un destinatario che
>     magari è in Cina o Russia (o in un paese dove il charset di default
>     NON è quello europeo)... e il client non supporta UTF-8;

qui ricadiamo nel "fattore culturale", anche se l'esempio è un po'
"tirato"... e in ogni caso la risposta che il supporto tecnico può dare
all'utente è veramente semplice

>  3. quello che viene da te e dice: "Attendevo una mail da un tizio...
>     perché non l'ho ricevuta?". Poi ti metti la, e dopo pochi minuti
>     (tipicamente, meno di 1, se sei organizzato per bene) gli dici:
>     "Guarda che è arrivata. Ce l'hai nella inbox. Sicuro che i messaggi
>     siano ordinati per ordine di ricezione E NON PER DATA... dato che
>     potrebbe avere una data 'indietro nel tempo'?"

"quello" viene da te perché tu esisti e "quello" si sente autorizzato a
farti domande imbarazzantissime perché "sei pagato" per quello... se
"quello" usasse gmail, invece, chiederebbe aiuto a /suo cuggino/, non a
Google

>  4. quello che si è attivato un "forward" verso GMAIL (un "forward"
>     vero...) e si accorge che --solo per questo-- GMAIL gli rifiuta
>     (quasi sempre) tutti i messaggi in ingresso (perché in arrivo dal
>     tuo server, che non è quello autorizzato dal dominio mittente)

il problema l'admin lo deve risolvere adottando un server che supporti
SRS [1]

> ...e potrei continuare.

oggi, il principale motivo di "attrito" con gli utenti è il fatto che i
soliti noti monopolisti (occidentali) dell'email bloccano messaggi o
intere sottoreti senza che sia chiaro il motivo

> È in questo scenario che Google e Microsoft si inseriscono e, a causa 
> delle proprie logiche (non note e, a volte, non rispettose degli 
> standard), ti "segano".

ecco, appunto; da quello che so non c'è nulla di non rispettoso degli
standard, il fatto è che "semplicemente" ogni provider può adottare
le policy di blocco che vuole e non deve risponderne a nessuno

> Uno dei casi emblematici --non noti al grande 
> pubblico-- fu un paio d'anni fa... quando un *GROSSO* Ente di ricerca 
> nazionale (piu' grosso di INFN; forse il piu' grosso che abbiamo in 
> Italia) si vide blacklistata da microsoft la subnet associata ai suoi 
> server SMTP *UFFICIALI*. Risultato: svariati giorni di caos e, subito 
> dopo, l'ordine "dall'alto" di migrare la posta (...perché "non 
> funziona!") a... Microsoft. Cosa prontamente avvenuta nei mesi
> successivi...

Appunto: embrace, extend and extinguish

Uno alla volta li "prenderanno" tutti, perché invece che incazzarsi
anche quelli che /dovrebbero/ opporsi si arrendono

Tipo: perché per l'intero mondo scolastico+universitario le istituzioni
non mettono in piedi un gruppo di SMTP Relay per tutte le scuole e UNI e
difendono la sua "deliverability" con le unghie e coi denti?

La risposta è una sola: NANISMO culturale ancora prima che politico.

> Devo riconoscere che --per un "admin"-- passare la posta a Google o 
> Microsoft è una salvezza: a tutti quelli che vengono da te, rispondi: 
> "Mi spiace, non posso farci nulla!".

e gli utenti zitti... non solo gli utenti, anche i dirigenti

NANISMO culturale. Punto.

> A volte, pero', ti rispondono: "Ma come! E' sicuramente un problema
> 'di rete'! Avrete ["voi incompetenti" sottinteso] fatto qualche
> modifica!". E quindi... ti tocca comunque andare a spiegare / fare
> qualcosa che... *DIMOSTRI* (perchè "tu" DEVI dimostrare... mentre BigG
> e M$ possono fare bello e cattivo tempo senza che nessuno possa alzare
> un dito!) che tutto è a posto.

ecco appunto... più che nanismo assomiglia moltissimo a TOTALITARISMO

[...]

alla fin dei conti, comunque, rimane il fatto che /tecnicamente/
istanziare e manutenere un server di posta elettronica per la propria
organizzazione è ampiamente fattibile.

Saluti, 380°


[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Sender_Rewriting_Scheme

-- 
380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)

«Noi, incompetenti come siamo,
 non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»

Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.

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