Cari tutti,
perdonatemi ma vorrei portare alla vostra attenzione le difficoltà di
gestione che affrontano quotidianamente gli Atenei.
Il problema non è la disponibilità di talenti e competenze ma quella
delle risorse necessarie a garantire i servizi che noi come privati
siamo abituati a ricevere dai nostri provider preferiti.
In parole povere, occorrono soldi. E tanti.
Secondo me andare a sindacare le scelte dei singoli atenei mi sembra un
esercizio sterile, quando spesso si tratta di scegliere tra mettere
soldi in un Servizio IT o rinnovare le aule di un Dipartimento.
La questione dovrebbe essere affrontata dal punto di vista della
politica industriale e della cultura tecnologica del Paese, insieme ad
altri problemi come l'indipendenza sulle infrastrutture digitali.
Se si è deciso di affidare ad un singolo soggetto la gestione
amministrativa e finanziaria degli Atenei, e ad un solo provider la
gestione della rete di ricerca, forse una analoga decisione potrebbe
essere presa per i servizi mail ed IT in genere. Dopo aver fatto un
bilancio tra i costi ed i benefici, anche appunto quelli di natura
"strategica".
Senza una decisione di questo genere il numero degli Atenei con gestioni
in-house della mail si ridurrà sempre di più.
Un caro saluto a tutti ed auguri per un eccellente 2024.
Giorgio
Il 29/12/23 17:54, Giacomo Tesio ha scritto:
Ciao Damiano,
Il 28 Dicembre 2023 21:24:05 UTC, Damiano Verzulli <dami...@verzulli.it> ha
scritto:
Mi interessa --ripeto-- mi interessa, che gli Atenei tornino a fare da
apripista nella riappropriazione
di parte del mondo tecnologico... che gli e' stato scippato. Sono certo
--ripeto-- sono *CERTO* che
è "tecnicamente" possibile. Il problema è solo "politico".
[...]
D'altronde.... se non si riesce a fare quello che io immagino, come pensiamo
possa essere
mai possibile ambire a fare quello che tu speri?
Ciò che io proprio non riesco a capire è che credibilità possa avere una
Università
che si affida a Google o Microsoft per l'email pur avendo informatica o
ingegneria
informatica fra i percorsi di laurea proposti.
È deprimente pensare che nessuno si vergogni di tali scelte, viste le molte
alternative
nettamente migliori disponibili sul mercato.
A volte penso che oltre alla dismissione dell'Olivetti, il Piano Marshall ci
sia costato
l'idea stessa di un'Università competente, che tanto ad una colonia
a-democratica non serviva.
Giacomo
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