Salve Marco,

è sempre divertente osservare quanto le nostre opinioni possano essere 
fondamentalmente 
antitetiche... eppure convergenti.

Il 19 Settembre 2023 20:23:28 UTC, "M. Fioretti"  ha scritto:
>La liberta' deve essere la liberta' di usare qualsiasi software, pure
>proprietario, finche' non si creano problemi a nessun altro. Tipo la
>liberta' di ubriacarsi, finche' lo fai senza aggredire o investire qualcuno.

Su questo potremmo persino essere d'accordo, se portassi il ragionamento 
coerentemente 
alle sue logiche conseguenze.

Poiché usare determinati servizi mutila la libertà di pensiero e l'autonomia di 
chi li utilizza,
se rinunciasse al contempo ai propri diritti civili, eviterebbe di danneggiare 
gli altri con
i propri acquisti etero-diretti o con il proprio voto.

In altri termini se vuoi, puoi essere liberissimo di venderti come schiavo, 
purché accetti 
di essere trattato come tale in tutto e per tutto.

Ma se vuoi essere trattato come cittadino, devi preservare la tua əutonomia 
cognitiva.


>> Quindi è stato un errore pensare che il controllo dei sorgenti fosse
>> la chiave di porco per ribaltare il modello di business delle grandi
>> corporation...
>
>Il modello attuale di business delle grandi corporation in QUALUNQUE
>settore, a partire dall'essere considerate persone, al potersi vendere
>e comprare a vicenda, essere eterne eccetera, e' nocivo da un secolo
>prima del software, per una montagna di motivi che non cambierebbero di
>una virgola se il software non esistesse.

Vero, ma parziale.

Il fatto che il capitalismo fosse incompatibile con la democrazia era evidente 
già prima del software.

Ciò non implica che l'informatica non l'abbia reso incontenibile con gli 
strumenti novecenteschi.

>Quindi forse l'errore, se non l'arroganza (=quello che per me e' piu'
>importante di tutto deve essere anche la cosa piu' importante di
>sempre) e' stato proprio porre il software e la bellezza di
>programmare sopra qualsiasi altra cosa. O meglio, credere e continuare
>a farlo contro ogni evidenza, che fosse o potesse mai essere cosi' per tutti.

:-D

Sai Marco? Per mestiere mi tocca programmare in JavaScript.

Non lo augurerei al mio peggior nemico.

L'informatica contemporanea è talmente primitiva, che parlare di "bellezza del 
programmare"
è ormai tristemente ridicolo.

Sarebbe più appropriato parlare di "irragionevole fatica del far fare ad un 
pezzo di latta 
ciò che deve e null'altro".


Programmare può essere bello, ma NON con l'informatica mainstream che ci 
ammorba.

Viviamo in tempi così oscuri che questa complessità irragionevole è attivamente
perseguita per produrre insormontabili barriere all'ingresso per i concorrenti.

È OVVIO che questa tortura non può essere insegnata a tutti!


Ma potremmo fare molto meglio se invece di seguire le sirene (commerciali) che 
ci attirano
verso il baratro, provassimo a percorrere e far percorrere strade diverse.

>Peccato che se Romer si veste di solo cachemire e guida solo Ferrari
>non limita affatto la mia possibilita' di comprare vestiti usati e
>prendere l'autobus, mentre se comunica solo con WhatsApp e Word
>costringe anche ME a usare quei prodotti per parlargli. Sara' pure un
>Nobel, ma se nel 2021 ancora pensava che servizi digitali essenziali
>siano gestibili come auto e vestiti, meglio che si occupi d'altro.

Perfettamente d'accordo! ;-)


>> In parallelo a questo, che va fatto seguendo le lungaggini dei
>> canali istituzionali, si può percorrere anche un’altra strada.  In
>> alternativa alle aziende digitali for-profit, creare cooperative di
>> utenti no-profit, che si reggono su donazioni (come Wikipedia) e su
>> servizi che erogano in abbonamento ai propri iscritti.  Per
>> funzionare, queste cooperative dovrebbero raggiungere centinaia di
>> milioni di utenti.
>
>ma a questo si potrebbe arrivare solo DOPO aver imposto l'unica misura
>che funzionerebbe e basterebbe per sgonfiare di colpo il potere di
>Facebook & C: obbligarli all'interoperabilita' (2018):
>
>https://stop.zona-m.net/2018/08/the-only-thing-to-regulate-in-facebook-google-c/

Forse ne ridurrebbe un pochino le quote di mercato, ma dubito che intaccherebbe
significativamente il loro potere coercitivo.

Prendi Google Workspace: viene già scontato del 100% alle scuole per catturare 
i cervelli di studenti
e insegnanti (con grande successo).

Quand'anche potessi trasferire i dati della scuola in pochi secondi verso un 
NextCloud 
a pagamento, credi che cambierebbe qualcosa di significativo per gli studenti 
italiani?


Non che sia una proposta del tutto inutile, ma non costituirebbe una soluzione 
al problema.
Perché il problema non è economico (aumentare la concorrenza) ma cibernetico 
(minimizzare
il controllo degli esseri unani da parte di pochi pluto-tecnocrati).


L'unica soluzione al problema è renderlo visibile e comprensibile a tutti.

Continuare a ripetere che non si può fare prima di aver provato seriamente a 
farlo è irrazionale.

A meno, ovviamente, di non avere come obiettivo prioritario la propria 
auto-assoluzione.


Giacomo
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