Beh, risolverebbe molti problemi legati all'utilizzo "legale" dei Trojan (in primis il mercato delle vulnerabilità ed il sottobosco delle imprese di "difesa attiva" che minano la sicurezza della rete): di fatto legalizziamo l'uso dei Trojan di Stato utilizzando quelli già installati by default negli applicativi e negli oggetti connessi, imponendo, così mi pare di capire dal tuo messaggio, la collaborazione dei fornitori dei servizi.. E' orrendo, sia chiaro, ma non è affatto inedito: le Telco, che agiscono in concessione e sono stabilite ex lege nei vari paesi e spesso sono controllate dagli Stati stessi, da sempre "collaborano" con ogni sorta di agenzia statuale dando accesso a comunicazioni e dati e fin anche prestando le loro reti e i loro servizi per infettare (via sms/mms).Tutto legalmente eh, seppure opacamente, in UE!. E non è solo questione di "comunicazioni" in cui il limite costituzionale della riservatezza è, almeno formalmente, ancora forte (in IT art.15 Cost), ma di qualsivoglia dato. Telepass, che consente un tracciamento da sempre molto invasivo (e che non a caso si sta arricchendo di mille servizi "traccianti") una volta aveva i suoi server presso la Polizia di Stato in Toscana! (Seguii personalmente una delirante causa in cui sanzionarono amministrativamente per milioni di euro le agenzie di trasporto per violazione degli orari di giuda -vedi la visione double face, lì tutelavano i lavoratori ;)- grazie all'acquisizione ed elaborazione di interi dataset di passaggi telepass, acquisiti senza alcun ordine giudiziale: li aveva la polizia by default! Oggi dopo quella vicenda e il Codice Privacy, non è più così, ma....).
Ciò che, con la ditificazione delle nostre vite, ha salvato e permesso di mantenere un barlume di efficacia all'art. 8 CEDU in europa è stata solo in questi anni la deprecata e deminizzata dominanza delle BigTech Usa, degli over the top, che grazie a Dio erano Americane e se ne sono sempre fregate delle richieste di collaborazione degli stati esteri, delle varie procure e dell'intelligence (salve ovviamente le collaborazioni con la "loro" NSA), un pò per necessità essendo servizi globali e un pò perchè comunque, al di là della deminizzazione a la Tesio, nei confronti degli altri, la privacy degli utenti la difendono (come difendono il loro patrimonio informativo). Dunque, non so se ho capito correttamente dal tuo messaggio la novità dell'art.3 approvato, ma se è quello di ottenere legalmente la collaborazione dei fornitori di servizi e device fruendo dell'invasività delle loro applicazioni, per ora e per fortuna, la vedo dura con i servizi extra Ue e soprattutto con quelli americani, che hanno geneticamente una bassissima protezione del dato personale (e faticano a rispettare la legislazione UE a protezione del dato), ma una fortissima tutela della riservatezza e della privacy, assai più tutelante nei confronti delle ingerenze del potere statuale di quanto accada in UE. Non ho mai sentito di cause di imprese UE per resistere a ordini di collaborazione dei loro Stati, ne abbiamo viste in U.S. Se gli scandali degli anni passati sono tutti nati in US non è perchè qui le varie agenzie statuali sono più buone e rispettose della vita privata dei loro cittadini, ma solo perchè qui le agenzie non riescono a fare ciò che vorrebbero perchè non hanno potere sulle BigTech. Almeno fino ad ora. Le massacriamo con sanzioni (tutte meritate, non fraintendete!) le obblighiamo a trasparenza (evviva! davvero!) ma per ora, ciò che più irrita il potere profondo degli Stati nella democratica UE è che non riescono a saziare la bulimia informativa e di controllo che li affligge (sempre per ottime e spesso inesistenti ragioni di sicurezza nazionale!) Non c'è nulla da fare, la privacy è anche una questione di prossimità, e di prossimità al potere. Sono tutte riflessioni che mi sorgono quando sento parlare di "sovranità digitale": per ora (e il futuro delle nostre democrazie non è roseo), Dio ce ne scampi. Ad Majora CB Il giorno ven 9 giu 2023 alle ore 09:51 Antonio Casilli < antonio.casi...@telecom-paris.fr> ha scritto: > Dear all, > > La sera del 7 giugno 2023, il Senato francese ha approvato in prima > lettura l'articolo numero 3 del nuovo progetto di legge di programmazione > sulla "giustizia" (le virgolette sono di rigore). Questa misura, fortemente > voluta dal ministro dell'interno Gérald Darmanin, permette ai giudici di > decidere l'attivazione a distanza dei dispositivi elettronici per > registrare video e audio senza il consenso del proprietario di smartphone, > tablet ecc. > https://www.publicsenat.fr/actualites/politique/justice-le-senat-autorise-lactivation-a-distance-des-telephones-portables-pour-certaines-enquetes > > Come spesso accade quando vengono proposte nuove leggi liberticide, nelle > "democrazie" occidentali le giustificazioni di base sono la protezione > dell'infanzia o la lotta contro il terrorismo. In questo caso, si applica > la seconda scusa. Quello che preoccupa è la probabile estensione di questa > misura ad altri ambiti al di fuori del terrorismo. > > È importante sottolineare che questa legge non nasce in un vuoto > tecnologico. Al contrario, si inserisce in un contesto segnato da una serie > di scandali e abusi legati alla monitoraggio abusivo degli utilizzatori da > parte delle aziende della tech nel contesto del loro modello di business. > Prima delle rivelazioni del 2023 dei dipendenti di Tesla che hanno spiato i > loro clienti attraverso le telecamere delle auto, e prima delle violazioni > di sicurezza della videocitofono connesso Amazon Ring, diversi scandali > hanno rivelato la propensione delle grandi aziende tecnologiche a invadere > l'intimità dei loro utenti. > > Queste rivelazioni sono strettamente legate alla Francia e al lavoro dei > nostri ricercatori del DiPLab (diplab.eu). Con l'aiuto di diverse ONG > come La Quadrature du Net e la Maison des Lanceurs d'Alerte, abbiamo > aiutato dei whistleblower a raccontare la loro esperienza come "ascoltatori > a distanza" per le grandi aziende tecnologiche. Ad esempio, Julie, che già > nel 2018 aveva raccontato di aver trascritto conversazioni nell'ambito > dell'attività di una piattaforma di micro-lavoro chiamata Pactera, dove > Cortana (Microsoft) esternalizzava questo tipo di lavoro. La sua > testimonianza è presentata qui > https://www.laquadrature.net/2018/05/18/temoin_cortana/ ed è state > analizzata e discussa nel nostro rapporto DiPLab 'Il micro-lavoro in > Francia' (2019): https://hal-sciencespo.archives-ouvertes.fr/hal-03579349. > > > Altri casi sono discussi nel nostro saggio "Human Listeners", pubblicato > da MIT Press nel 2022 e disponibile in open access: > https://direct.mit.edu/books/oa-edited-volume/5319/chapter/3800161/Human-Listeners-and-Virtual-Assistants-Privacy-and > . L'attivazione dei microfoni per spiare gli utenti non è un bug, ma una > feature dei prodotti digitali contemporanei. È "necessaria per migliorare > la qualità" delle soluzioni di intelligenza artificiale ed è strettamente > legata al funzionamento e ai modelli di business delle grandi piattaforme. > Ogni volta che un'azienda sviluppa un assistente vocale o un'altra > tecnologia basata sulla voce (o sull'immagine), deve assicurarsi che l'IA > interpreti correttamente ciò che gli utilizzatori dicono (o fanno). Chi > verifica le prestazioni dell'IA confrontando le registrazioni audio reali > delle conversazioni degli utenti (o i video e le immagini)? Dei > micro-lavoratori umani, mal retribuiti e precari, che ascoltano e osservano > conversazioni private senza che gli utenti ne siano consapevoli (siccome il > microfono e le telecamere "hanno tendenza ad accendersi", a volte per > errore, a volte in modo *molto* intenzionale). Naturalmente, nell'articolo > spieghiamo che questo tipo di lavoro viene svolto da persone mal pagate, > con scarso potere decisionale e poche alternative, ad eccezione della > scelta di abbandonare il sistema e diventare whistleblower, cosa sempre più > difficile. > > Un caso particolare è rappresentato appunto da un whistleblower che > abbiamo intervistato nel nostro documentario "Invisibles" (2020) (la sua > intervista, doppiata in inglese, è disponibile qui: > https://youtu.be/sFCI3s4tNL8?t=1769). Il whistleblower in questione si > chiama Thomas Le Bonniec, e successivamente ha lanciato una campagna contro > Apple ed è stato presentato su diversi media internazionali, dal Guardian a > Bloomberg. > > Di fronte a queste rivelazioni, che hanno colpito specificamente i > cittadini francesi, cosa ha fatto il governo di Macron? Ha istituito una > commissione speciale come per il Congresso americano? Ha avviato audizioni > parlamentari come nel Regno Unito? No, non hanno fatto nulla. Peggio > ancora, ora vogliono sfruttare questa funzionalità, non per migliorare > l'IA, ma con l'obiettivo dichiarato di mettere in atto un piano distopico > di sorveglianza. > > Il punto chiave di questo (lunghissimo) messaggio è il fatto che le > piattaforme creano l'infrastruttura tecnologica che i governi sfruttano in > seguito per la sorveglianza di massa a nome della legge. Questo era vero > nel 2013, quando Edward Snowden ha rivelato come la NSA utilizza i dati > raccolti da Apple, Microsoft, Meta, ecc., ed è ancora vero dieci anni dopo, > come dimostra il nostro lavoro con i whistleblowers francesi. Senza la > necessità per le piattaforme di utilizzare costantemente microfoni e > telecamere per raccogliere dati per l'IA, non ci sarebbe la necessità di > una registrazione continua, una possibilità che il governo di Macron vuole > attualmente sfruttare. Se questa proposta di legge venisse adottata senza > eliminare o emendare l'articolo 3, la nostra privacy sarebbe ancora più > malmenata. L'eredità del governo Macron, malgrado la sua immagine di > presidente moderato, è fatta di repressione dei migranti, di violazione dei > diritti umani, di decine di persone mutilate o gravemente ferite dalla > polizia durante le manifestazioni, la degradazione del sistema di > protezione sociale, l'indebolimento del sistema parlamentare. Non possiamo > permettere che compia un ennesimo passo pericoloso verso l'autoritarismo. > > Antonio > _______________________________________________ > nexa mailing list > nexa@server-nexa.polito.it > https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa > -- *Avv. Carlo Blengino* *Via Duchessa Jolanda n. 19,* *10138 Torino (TO) - Italy* *tel. +39 011 4474035* Penalistiassociati.it
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