Dear all, 

La sera del 7 giugno 2023, il Senato francese ha approvato in prima lettura 
l'articolo numero 3 del nuovo progetto di legge di programmazione sulla 
"giustizia" (le virgolette sono di rigore). Questa misura, fortemente voluta 
dal ministro dell'interno Gérald Darmanin, permette ai giudici di decidere 
l'attivazione a distanza dei dispositivi elettronici per registrare video e 
audio senza il consenso del proprietario di smartphone, tablet ecc. 
https://www.publicsenat.fr/actualites/politique/justice-le-senat-autorise-lactivation-a-distance-des-telephones-portables-pour-certaines-enquetes

Come spesso accade quando vengono proposte nuove leggi liberticide, nelle 
"democrazie" occidentali le giustificazioni di base sono la protezione 
dell'infanzia o la lotta contro il terrorismo. In questo caso, si applica la 
seconda scusa. Quello che preoccupa è la probabile estensione di questa misura 
ad altri ambiti al di fuori del terrorismo.

È importante sottolineare che questa legge non nasce in un vuoto tecnologico. 
Al contrario, si inserisce in un contesto segnato da una serie di scandali e 
abusi legati alla monitoraggio abusivo degli utilizzatori da parte delle 
aziende della tech nel contesto del loro modello di business. Prima delle 
rivelazioni del 2023 dei dipendenti di Tesla che hanno spiato i loro clienti 
attraverso le telecamere delle auto, e prima delle violazioni di sicurezza 
della videocitofono connesso Amazon Ring, diversi scandali hanno rivelato la 
propensione delle grandi aziende tecnologiche a invadere l'intimità dei loro 
utenti.

Queste rivelazioni sono strettamente legate alla Francia e al lavoro dei nostri 
ricercatori del DiPLab (diplab.eu). Con l'aiuto di diverse ONG come La 
Quadrature du Net e la Maison des Lanceurs d'Alerte, abbiamo aiutato dei 
whistleblower a raccontare la loro esperienza come "ascoltatori a distanza" per 
le grandi aziende tecnologiche. Ad esempio, Julie, che già nel 2018 aveva 
raccontato di aver trascritto conversazioni nell'ambito dell'attività di una 
piattaforma di micro-lavoro chiamata Pactera, dove Cortana (Microsoft) 
esternalizzava questo tipo di lavoro. La sua testimonianza è presentata qui 
https://www.laquadrature.net/2018/05/18/temoin_cortana/ ed è state analizzata e 
discussa nel nostro rapporto DiPLab 'Il micro-lavoro in Francia' (2019): 
https://hal-sciencespo.archives-ouvertes.fr/hal-03579349. 

Altri casi sono discussi nel nostro saggio "Human Listeners", pubblicato da MIT 
Press nel 2022 e disponibile in open access: 
https://direct.mit.edu/books/oa-edited-volume/5319/chapter/3800161/Human-Listeners-and-Virtual-Assistants-Privacy-and
 . L'attivazione dei microfoni per spiare gli utenti non è un bug, ma una 
feature dei prodotti digitali contemporanei. È "necessaria per migliorare la 
qualità" delle soluzioni di intelligenza artificiale ed è strettamente legata 
al funzionamento e ai modelli di business delle grandi piattaforme. Ogni volta 
che un'azienda sviluppa un assistente vocale o un'altra tecnologia basata sulla 
voce (o sull'immagine), deve assicurarsi che l'IA interpreti correttamente ciò 
che gli utilizzatori dicono (o fanno). Chi verifica le prestazioni dell'IA 
confrontando le registrazioni audio reali delle conversazioni degli utenti (o i 
video e le immagini)? Dei micro-lavoratori umani, mal retribuiti e precari, che 
ascoltano e osservano conversazioni private senza che gli utenti ne siano 
consapevoli (siccome il microfono e le telecamere "hanno tendenza ad 
accendersi", a volte per errore, a volte in modo *molto* intenzionale).  
Naturalmente, nell'articolo spieghiamo che questo tipo di lavoro viene svolto 
da persone mal pagate, con scarso potere decisionale e poche alternative, ad 
eccezione della scelta di abbandonare il sistema e diventare whistleblower, 
cosa sempre più difficile.

Un caso particolare è rappresentato appunto da un whistleblower che abbiamo 
intervistato nel nostro documentario "Invisibles" (2020) (la sua intervista, 
doppiata in inglese, è disponibile qui: https://youtu.be/sFCI3s4tNL8?t=1769). 
Il whistleblower in questione si chiama Thomas Le Bonniec, e successivamente ha 
lanciato una campagna contro Apple ed è stato presentato su diversi media 
internazionali, dal Guardian a Bloomberg. 

Di fronte a queste rivelazioni, che hanno colpito specificamente i cittadini 
francesi, cosa ha fatto il governo di Macron? Ha istituito una commissione 
speciale come per il Congresso americano? Ha avviato audizioni parlamentari 
come nel Regno Unito? No, non hanno fatto nulla. Peggio ancora, ora vogliono 
sfruttare questa funzionalità, non per migliorare l'IA, ma con l'obiettivo 
dichiarato di mettere in atto un piano distopico di sorveglianza. 

Il punto chiave di questo (lunghissimo) messaggio è il fatto che le piattaforme 
creano l'infrastruttura tecnologica che i governi sfruttano in seguito per la 
sorveglianza di massa a nome della legge. Questo era vero nel 2013, quando 
Edward Snowden ha rivelato come la NSA utilizza i dati raccolti da Apple, 
Microsoft, Meta, ecc., ed è ancora vero dieci anni dopo, come dimostra il 
nostro lavoro con i whistleblowers francesi. Senza la necessità per le 
piattaforme di utilizzare costantemente microfoni e telecamere per raccogliere 
dati per l'IA, non ci sarebbe la necessità di una registrazione continua, una 
possibilità che il governo di Macron vuole attualmente sfruttare. Se questa 
proposta di legge venisse adottata senza eliminare o emendare l'articolo 3, la 
nostra privacy sarebbe ancora più malmenata. L'eredità del governo Macron, 
malgrado la sua immagine di presidente moderato, è fatta di repressione dei 
migranti, di violazione dei diritti umani, di decine di persone mutilate o 
gravemente ferite dalla polizia durante le manifestazioni, la degradazione del 
sistema di protezione sociale, l'indebolimento del sistema parlamentare. Non 
possiamo permettere che compia un ennesimo passo pericoloso verso 
l'autoritarismo.

Antonio
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