IMHO la cosa più banale da fare per appianare un po' queste cose è che
dovrebbe essere deprecato in toto il tag "name" mantenendo solo il
"name:lang", essendo il nome di un luogo (o di una qualsiasi cosa), per sua
stessa natura, spesso traducibile in molte lingue. Che siano lingue
ritenute "ufficiali" o meno nel posto, non ha molto a che fare con
l'informazione geografica.

I renderer, o applicazioni varie, possono prendere il
name:linguadellutilizzatore o il name:linguadelposto, il name:en, il
name:quellochepreferisco o il name:quellochecé a seconda delle impostazioni
dell'applicazione, delle preferenze dell'utente, della disponibilità
dell'informazione e così via. Al limite anche più di una grafia.

Se si vuole indicare quale sia la lingua/le lingue "ufficiali" del posto,
si può discutere su uno schema specifico per il bi/tri/multilinguismo delle
zone geografiche da cui esuli l'informazione dei nomi.

Se un posto avrà "lingua ufficiale"=de;it (in rigoroso ordine alfabetico)
può essere scritto in it, in de, in it-de, in de-it, ma magari ad un
inglese non frega niente e vuole vederlo in en, un po' come a me
normalmente frega poco di sapere come San Pietroburgo è scritto in
cirillico...



> Purtoppo hai ragione... Quando si discutono le regole bisognerebbe
> intervenire sempre, anche a costo di risultare scassaballe o stupido.
>
> Questa storia IMHO espone il lavoro di tutti a sfruttamenti politici che
> potrebbero rappresentare l'ideologia di pochi.
>



-- 
Maurizio Daniele
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