> Sebbene non fosse parte del programma scolastico (ma c'era sul libro che
> usavamo), i miei primi rudimenti di OOP li ho avuti col TP7 (classi vs
> istanze, metodi, membri dato, visibilità degli stessi, ereditarietà
>etc...).
> 
> Paolo


Ero all'università durante i primi anni novanta.
Ho usato con profitto TurboPascal a partire dalla ver. 5.5 che per la prima 
volta 
introduceva OOP, spiegandone le tecniche fino al singolo pointer.
Effettivamente il passaggio alla OOP è stata una piacevole novità, ma in fondo 
in fondo
si trattava solo di saper maneggiare con destrezza delle sfilze di pointer di 
pointer 
(talvolta pointer di pointer di pointer...)
Con la 6.0 veniva "regalata" la TurboVision una libreria di classi per 
sviluppare buone 
applicazioni con finestre, eventi, ecc. ma senza grafica - solo testo.
Con la 6.0, all'università, ho perfino scritto un software di risoluzione di 
sistemi 
lineari con la particolarità che la matrice era alquanto grande, 880x880, visto 
che 
all'epoca dei fatti disporre di 16Mega di RAM era una rarità.
Arrivata la 7.0 l'ho abbandonato per il C++ e quello che ho notato è che la 
semantica 
di TurboPascal 6.0 trovava corrispondenza uno a uno rispetto alla semantica del 
C++ 
della Borland... ma questo probabilmente vale per molti altri linguaggi.

Oggi, in pratica quasi tutti i linguaggi utilizzano la OOP giustamente 
"nascondendo" 
tutta la complessa rete di pointer sottostante.

Python ha fatto una scelta più radicale, visto che tutto è oggetto e pur non 
parlando
più di pointer ma di reference, si è finalmente abbandonato il retaggio ai tipi 
non-oggetto
garantendo al tempo stesso dai pericoli dell'uso diretto degli indirizzi di 
memoria.

Matteo.
                                          
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