Ciao, Marco.

 

Non vorrei di fatto ignorare tutto il lavoro di convincimento del tuo articolo 
"contro lo strumentalismo" (del quale sono evidente fautore), ...ma a me sembra 
decisamente che:



- Un artefatto che provochi effetti sul comportamento direi nel 100% dei casi è 
stato disegnato apposta per questo, ovvero non è l'artefatto a essere non 
neutrale, ma il progettista: il cicalino che mi chiede di indossare la cintura 
di sicurezza in auto è prescrittivo perché "vuole" (il progettista) esserlo; 
fra l'altro va bene che sia fatto così, se serve a evitare dimenticanze, anche 
se al costo di un certo palpabile fastidio (io ho un'auto che addirittura si 
rifiuta di parcheggiare in automatico, a velocità sostanzialmente nulla, se non 
ho la cintura allacciata, e in questo caso non si tratta di un artefatto ebete, 
ma di un progettista ebete, direi);



- La cosa vale anche per un artefatto che personalizza la comunicazione al fine 
ad esempio di vendere: di certo la tecnologia a monte di certi algoritmi lo 
consente, ma di nuovo sono i progettisti della tecnologia a monte ad avere 
questa intenzione, come pure gli utilizzatori della tecnologia a valle, fino ad 
arrivare all'utente alla fine della catena, manipolato volutamente da ambedue i 
progettisti precedenti, uno nel ruolo di abilitatore e l'altro nel ruolo di 
approfittatore (di una certa tecnologia).

 

Voglio dire, se la smettiamo di dimenticarci che dietro ogni tecnologia c'è un 
umano (o più), e davanti alla medesima c'è un utente, mettiamo in mano alla 
tecnologia quello che non ha: potere. Il potere l'hanno le persone che 
progettano, e quelle che utilizzano. Con i primi che possono voler manipolare i 
secondi (che è un dettaglio di secondo ordine, perché il punto è che il potere 
l'hanno gli umani, ANCHE TRAMITE la tecnologia: cosa c'è di strano?).

Le frecce (magari con arcieri a cavallo o su carri da guerra) hanno 
rivoluzionato la guerra millenni fa: si poteva colpire a distanza. Vogliamo 
dare il potere alla freccia? Io insisto a dire che l'inventore voleva quello, e 
ha dato all'utente quello che ambedue volevano. PUNTO.

 

Saluti.

 

 

  ----- Original Message ----- 
  From: Marco Fasoli 
  To: Giacomo Tesio 
  Cc: nexa@server-nexa.polito.it 
  Sent: Monday, January 13, 2025 12:16 PM
  Subject: Re: [nexa] Esistono "tecnologie" "politicamente neutrali"?


  Buongiorno,
  credo che il tema della neutralità, o meglio della non neutralità delle nuove 
tecnologie, sia uno dei più attuali e rilevanti.
  Mi permetto di allegare un mio articolo di qualche anno fa, sperando che 
possa essere utile a chi vuole
  approfondire la questione.


  Cari saluti


  Marco Fasoli



  On Mon, 13 Jan 2025 at 12:09, Giacomo Tesio <giac...@tesio.it> wrote:

    Ciao Giuseppe, Alfredo, Juan Carlos e tutti.

    Colgo l'assis di Giuseppe per riportare in lista una discussione che
    è proseguita in privato e che potrebbe essere di interesse perché
    ricorrente in Nexa.

    Ad esempio, il Professor Cerroni, nell'intervista condivida da Juan
    Carlos [1], dice esplicitamente:

    > la tecnologia non è neutra, contiene dentro di sé un’anima politica
    > anche al di là dell’uso che se ne può fare.

    Una affermazione che io trovo al limite dell'ovvietà (forse perché creo
    tecnologie per mestiere e partecipo alla definizione degli effetti
    politici che queste avranno, fino al limite di dichiararmi incapace
    di realizzare certi software, qualora li ritenga dannosi per la
    società in cui vivranno i miei figli).


    Per contro, Giuseppe ed Alfredo sostengono che quanto meno la
    maggioranza delle tecnologie sono neutrali e gli effetti sociali e
    politici che hanno dipendono esclusivamente dalle scelte di coloro
    che le usano.


    Si tratta di posizioni antitetiche, che credo possa essere interessante
    discutere alla ricerca di una sintesi che le comprenda al proprio
    interno e ci fornisca un modello migliore della realtà.


    On Mon, 13 Jan 2025 09:27:51 +0100 Giuseppe Attardi wrote:

    > Temo che non siamo d’accordo sul significato di “neutrale” per una
    > tecnologia.   

    Allora perché non provare a partire da definizioni rigorose?


    Definiamo "tecnologia" un determinato insieme di artefatti concreti
    costruiti dall'uomo. In questo modo possiamo ragionare su qualcosa di
    "tangibile", non di un'idea astratta, sia essa platonica ("coltellini
    svizzeri", "LLM"), o pura fantasia ("morte nera", "intelligenze
    artificiali" etc..).

    Naturalmente molte idee (più precisamente, informazioni), e come
    vengono descritte / diffuse, hanno profonde implicazioni politiche e
    sociali, ma per quanto interessante, l'analisi degli effetti politici
    di determinate idee ci porterebbe lontano dai temi della lista.

    Non parliamo però dell'idea astratta di una tecnologia (i "LLM") ma
    delle sue applicazioni concrete.


    Definiamo poi "politicamente neutrale" un artefatto non intrinsecamente
    orientato politicamente, ovvero che

    1. non presuppone alcuna specifica organizzazione sociale
    2. non favorisce né sfavorisce alcun uso specifico, non favorendo o
       sfavorendo, di conseguenza, alcuna evoluzione della società nel tempo

    Molte tecnologie (insiemi di artefatti costruiti dall'uomo) che non
    sono neutrali per il secondo punto, lo sono anche per il primo, ma non
    viceversa.


    Una tecnologia che presuppone, ad esempio, un forte accentramento di
    ricchezza e potere per essere creata, non è politicamente neutrale per
    il primo punto.
    Infatti, come minimo, l'esistenza di artefatti tecnologici con tale
    caratteristica giustifica e rafforza quella specifica organizzazione
    sociale, rendendo la società nel suo complesso dipendente dal
    perpetuarsi di tale organizzazione.

    Una tecnologia che favorisce certi usi socialmente rilevanti e ne
    sfavorisce altri, non è neutrale per il secondo punto. Ad esempio un
    coltellino svizzero non è facile da utilizzare come arma, ma incentiva
    una cultura del fai da te per piccole riparazioni.


    La scheda ethernet o l'automobile sono altri esempi di tecnologie
    politicamente orientate da entrambi i punti di vista:
    - presuppongono una società industriale per essere prodotte e enormi
      investimenti infrastrutturali (strade / cablaggi) per essere utili
    - velocizzando le comunicazioni e i trasferimenti, riducono le
      distanze, facilitando determinate evoluzioni della società e
      ostacolandone altre.



    Vi sembrano definizioni ragionevoli?
    Se no, perché?


    Una volta individuate definizioni esplicite, attinenti e condivise,
    potremo ragionare se esistano davvero tecnologie politicamente
    neutrali, ovvero che rispondano a tali definizioni, nonché valutare
    in modo rigoroso la neutralità di nuove tecnologie.


    Giacomo

    [1]
    https://server-nexa.polito.it/pipermail/nexa/2025-January/053820.html

    PS x Giuseppe: per quanto possibile (sono un po' a corto di tempo
    libero) ti rispondero sul resto della mail nell'altro thread, ma credo
    che trovare definizioni condivise e cercare una sintesi sulla questione
    della "neutralità della tecnologia" può meritare un thread separato.

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