On 14/04/23 16:26, Daniela Tafani wrote:
Concordo, naturalmente. Ma la narrazione sugli agenti antromorfi e le menti sovrumane

riesce a far credere che la situazione sia quella del povero Topolino apprendista stregone in Fantasia, che ha evocato una forza incontrollabile,

mentre la situazione è quella di Ezechiele lupo che adesca i porcellini per mangiarseli.


Quanto al disclaimer, ce n'era uno anche in Replika (che era, esso stesso stesso, pubblicità ingannevole: ne copio alla fine la parte che avevo salvato). Contemporaneamente, c'erano meccanismi introdotti per creare dipendenza emotiva (alcuni argomenti di conversazione si sbloccavano solo collegandosi più volte nello stesso giorno).


Se vogliamo essere meno fiabeschi, qui il termine di confronto appropriato è quella potente multinazionale del tabacco B&W che consapevolmente manipolava la sua miscela con additivi dannosi e in grado di accrescere la dipendenza. Qui c'è la storia di Jeffrey Wigand, l'informatore civico (whistleblower) che si espose per smascherarla:

https://web.archive.org/web/20081010102623/http://www.mariebrenner.com/PDF/TheManWhoKnewTooMuch.pdf

storia poi romanzata nel film "The Insider" (1999).

Oggi, a proposito del fumo, a nessuno verrebbe in mente di sostenere che la controversia che oppose B&W a 46 stati americani (https://wikiless.org/wiki/Brown_%26_Williamson?lang=en) era un conflitto fra l'innovazione privata e l'ossessione regolativa di uno stato arretrato e oscurantista, ma le cose sarebbero potute andare diversamente, se non ci fosse stata una stampa indipendente e una crescente percezione sociale della pericolosità del tabacco.

Cito dal pdf sopra:

"The anti-tobacco forces depict Jeffrey Wigand as a portrait in courage, a Marlon Brando taking on the powers in On the Waterfront. The pro-tobacco lobbies have been equally vociferous in their campaign to turn Wigand into a demon, a Mark Furhman who could cause potentially devastating cases against the tobacco industry to dissolve over issues that have little to do with the dangers of smoking. According to New York public-relations man John Scanlon, who was hired by B&W’s law firm to help discredit Wigand, “Wigand is a habitual liar, a bad, bad guy.” It was Scanlon’s assign- ment to disseminate a wide range of damaging charges against Wigand, such as shoplifting, fraud, and spousal abuse. Scanlon himself, along with B&W, is now the subject of an unprecedented Justice Department investigation for possible intimidation of a witness. For First Amendment specialist James Goodale, the charges and countercharges B&W has attempt- ed to level against Wigand represent “the most important press issue since the Pentagon Papers.” Goodale, who represented The New York Times during that period, said, “You counteract these tactics by a courageous press and big balls."

Un saluto,
MCP



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