Non sono d’accordo, anch’io la considero diffamazione.

L’art. 9 della GDPR dice:

    1. Processing of personal data revealing racial or ethnic origin, political 
opinions, religious or philosophical beliefs, or trade union membership, and 
the processing of genetic data, biometric data for the purpose of uniquely 
identifying a natural person, data concerning health or data concerning a 
natural person’s sex life or sexual orientation shall be prohibited.

ma esclude:

   (e) processing relates to personal data which are manifestly made public by 
the data subject;

Nel produrre le risposte risposte di ChatGPT non ci sono dati personali che 
vengono elaborati, solo dati “manifestly made public” nelle fonti web da cui li 
trae, e le risposte sono solo affermazioni, senza garanzia di verità.
Se fossero vere, si potrebbe contestare che rivelano fatti personali, ma se 
sono falsi si tratta di diffamazione.
Delle due l’una: o riteniamo che ChatGPT dica cose vere o non lo crediamo.

Se il solo rimettere in circolazione dati pubblicati su web violasse la GDPR, 
anche i motori di ricerca sarebbero vietati.
Non dobbiamo vedere tutto come chiodi perché siamo un martello (GDPR).
Per la diffamazione c’è un reato apposito.

È abbastanza evidente che le norme attuali, GDPR, Copyright e annunciato 
European AI Act, sono inadeguati.
Ma intervenire adesso a bloccare una tecnologia che non fa danni, certamente di 
meno di tanto software di cui non ci curiamo, è prematuro e controproducente.

— Beppe

> On 3 Apr 2023, at 07:19, <nexa-requ...@server-nexa.polito.it> 
> <nexa-requ...@server-nexa.polito.it> wrote:
> 
> Date: Sun, 2 Apr 2023 22:14:12 +0200
> From: Maria Chiara Pievatolo <mariachiara.pievat...@unipi.it>
> To: <nexa@server-nexa.polito.it>
> Subject: Re: [nexa] ChatGPT disabled for users in Italy
> Message-ID: <c3aee1da-ee0f-4ea4-4581-4b0a45515...@unipi.it>
> Content-Type: text/plain; charset="utf-8"; Format="flowed"
> 
> On 02/04/23 20:19, Stefano Zacchiroli wrote:
> 
>> Che GhatGPT dica panzane a proposito di persone specifiche (viventi) è
>> in effetti evidente a tutti. Ma, da non giurista, faccio veramente
>> fatica a capire perché questo ponga problemi al Garante per la
>> protezione dei dati personali. Se pubblico un sito web pieno di panzane
>> su persone viventi, il Garante ha il potere di farmelo chiudere? Direi
>> (sempre da non giurista), che al massimo rischio una querela per
>> diffamazione dagli interessati.
>> 
> 
> Se si rivelano dati particolari (ex sensibili) senza il consenso 
> esplicito dell'interessato si viola l'articolo 9 della GDPR. I dati 
> particolari, perfino quando sono falsi, mi rappresentano. Se un SALAMI 
> allucinato mi arruola nei testimoni di Geova, descrive comunque le mie 
> (presunte) convinzioni religiose senza il mio consenso.
> 
> In questo sito
> https://es.sonicurlprotection-fra.com/click?PV=2&MSGID=202304030519280824639&URLID=11&ESV=10.0.19.7431&IV=FD30D571A9BE34FDF44C2AE7DE8A8F75&TT=1680499341788&ESN=Q06ji5erVxjVyeKJcOpKxNnU4nl6Pbng%2BSqum1y3kKg%3D&KV=1536961729280&B64_ENCODED_URL=aHR0cHM6Ly93d3cucHJpdmFjeWxhYi5pdC9JVC8yMDUvSS1kYXRpLXNlbnNpYmlsaS1uZWwtR0RQUi8&HK=E91FDE7B5CA871A40A3B0BA6B29B00290E68F18CA87F36FF0D9792A2FDE0F002
>  c'è un 
> fantastico esempio, quello della malattia di un Peppino agente di 
> commercio in realtà fin troppo sano, in cui una rivelazione in buona 
> fede di un dato particolare  *falso* senza il consenso dell'interessato 
> provoca pure una tragedia familiare.
> 
> Buonanotte,
> MCP
> 

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