Il 04/09/2016 15:36, Francesco Placco ha scritto:
Molti invocano una votazione, ma nessuno si prende la briga di creare la paginetta sul wiki (roba da 10 min massimo).
Neanche tu...

Vero. Ma a me andava benissimo la situazione com'era. Sta a chi propone un cambiamento provvedere.

No problem, a cambiare un toponimo ci si mette un secondo.
E si commettono errori su errori, partendo dal non rispettare gli altri pareri/mappatori, per il semplice fatto che NON si è definito nulla.

Ovviamente sottintendevo il cambiamento come una diretta conseguenza della presa di una decisione.


Il 04/09/2016 16:00, Martin Koppenhoefer ha scritto:
Con una soluzione basata su determinate lingue, se c'è un cartello all'inizio di un paese, in futuro dovrei 
indagare di quale lingua si tratta per poter mappare il "name"? Per me, "on the ground" è 
il nostro concetto principale: vado lì e vedo, o ancora meglio, ci abito e lo so per certo. Poi la versione 
"ufficiale", stampata su albero morto in un archivio, si può sempre mettere in official_name, non 
solo nel caso di nazioni o regioni.

+1


Il 05/09/2016 12:59, Francesco Pelullo ha scritto:
Se volessimo seguire letteralmente la regola "on the ground", dovremmo trascrivere anche gli errori. Non faccio esempi perché ciascuno di noi ha la sua esperienza.

È quel che già facciamo. Per esempio a Venezia. Dove girando per le calli si trovano un sacco di "nizioleti" scritti in modo errato, in alcune zone corretti a mano dai veneziani... Ma il compito nostro non è certo quello di correggere, bensì di rappresentare la realtà dei fatti.

ciao
Paolo M

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