ho letto l'articolo.
condivido che l'infiltrazione di IA nelle pratiche della scuola e dell'Università sia un problema e sia anche l'espressione di un problema che c'era già - scuola e università come appendici del mondo aziendale. che i sistemi di IA - incapaci di gestire le ordinazioni degli hamburger - vengano introdotti nella  scuola per gestire gli studenti (studenti come hamburger?) esplicita l'idea che lo studente sia un prodotto e non una persona.

secondo me poi in questa introduzione una parte non piccola la gioca anche una dose di ignoranza e sudditanza psicologica: 'se non lo facciamo, facciamo figura di ignoranti'. come una riedizione dei vestiti nuovi dell'imperatore.

quanto al fatto, nel commento di Alessandro Marzocchi, che "la macchina è creata dagli umani, mi pare ovvio che riproduca l'umano, coi suoi difetti ed errori" il problema è che ai sommi sacerdoti del culto di questa macchina, degli errori non importa nulla, importa solo che tutti (il maggior numero possibile) la credano onnisciente creativa onnipotente.

rimando anche a Daniele Gambetta «Technic and magic: animismo di piattaforma e svolta linguistica 2.0 - seconda parte». DINAMOpress, 5 ottobre 2023. https://www.dinamopress.it/news/technic-and-magic-animismo-di-piattaforma-e-svolta-linguistica-2-0-seconda-parte/ che ricorda che il bias è insito (ineliminabile forse) nei sistemi di IA:

“Il punto non è migliorare o correggere il modello, il punto è che qualunque rappresentazione del mondo e qualunque forma di espressione è situata, è posizionata in un contesto specifico sociale, storico. ... Eliminare il bias è una richiesta priva di senso, dal momento che un discorso neutrale non esiste”

e il loro bias diventa pervasivo, mentre quello degli umani non arriva ad esserlo in quella forma e in quella misura.
Maurizio





Il 13/10/24 12:03, alessandro marzocchi ha scritto:
Date: Sat, 12 Oct 2024 17:04:47 +0000From: Daniela Tafani <daniela.taf...@unipi.it>ha scritto
ho appena pubblicato un articolo dal titolo
Omini di burro. Scuole e università al Paese dei Balocchi dell'IA generativa
<https://btfp.sp.unipi.it/it/2024/10/omini-di-burro-scuole-e-universita-al-paese-dei-balocchi-dellia-generativa/>
Vi sarò grata di qualsiasi osservazione, in questa lista
o nei commenti, nella pagina del "Bollettino telematico di filosofia politica"
***
Daniela scrive:
I testi generati riproducono, come in uno specchio <https://academic.oup.com/book/56292>, il pensiero egemonico e le ingiustizie espresse nei dati di partenza, ma, così come gli specchi non producono corpi, i grandi modelli del linguaggio naturale non producono menti.
***
(mia osservazione):
Ognuno deve molto all'ambiente in cui è cresciuto, all'educazione ricevuta. Le scelte diverse che a volte facciamo, potrebbero essere criticate come allucinazioni? Riflettiamo sul titolo del manuale di riferimento sulla follia: DSM, diagnostic STATISTIC manual, paradossalmente esasperando la statistica, quando la maggioranza era quadrupede i bipedi erano folli. E' stato un caso fortunato che allora non esisteva il DSM ma la stessa evoluzione è una deviazione statistica? Al netto di tutto, la macchina è creata dagli umani, mi pare ovvio che riproduca l'umano, coi suoi difetti ed errori. In fin dei conti la macchina analizza un numero enorme di casi (dati, informazioni, frasi, immagini) e da essi cerca di dedurre significati, relazioni. Noi umani facciamo qualcosa di diverso quando impariamo a parlare, camminare, scrivere, quando impariamo ad imparare? In tempi antichi, ma tutto sommato recenti, il medico toccava il nostro corpo per dedurre lo stato di salute, ora non più e da malato ho sofferto la mancanza del contatto fisico col medico, ora si usano termometri e millemila analisi molto spesso affidate a macchine ... esternalizzate, avrebbe criticato Platone. A partire dal termometro, ogni macchina ci dà una conoscenza del reale sua, della macchina con un "linguaggio macchina" e questo non ci ha preoccupato. A parte meraviglia, sorpresa, non ci ha preoccupato più di tanto la sostituzione del cuore - trapianto o macchine varie - anche se nel cuore vedevamo la sede di affetti ed emozioni. Ora ci preoccupa che la macchina si occupi di mente. Voleva scuotere la nostra mente il surrealismo che aveva anticipato dubbi e suggestioni, confondendo ed ibridando linguaggi e sensi, Magritte ci ha mostrato l'immagine di una pipa con la scritta "ceci n'est pas une pipe", prima dell'IA abbastanza per aprirci a domande nuove in tema di realtà e linguaggio che la descrive. Come tutti sono molto preoccupato, anche per controlli degenerati denunciati da Stefano Quintarelli e Juan Carlos De Martin, degenerazioni che neppure esse sono nate ora, fascismo nazismo stalinismo e loro controlli sono presenti nelle memorie dirette delle generazioni umane tuttora viventi.
Alla fine mi domando: non è ovvio che questa nuova "macchina" ci somigli?
Ma l'aspetto più interessante è l'analisi della realtà che essa apre. ... se ci arriveremo da persone libere, e questa è la domanda che più mi preoccupa, non la riflessione che la realtà è altro da noi, nonostante noi siamo parte della realtà Grazie, Daniela, per le riflessioni con le quali cresce la mia gratitudine per quel che imparo da questa lista: chi l'ha inventata? Errando discitur, anche questa è statistica, siamo tutti un poco pappagalli stocastici?
Duccio (Alessandro Marzocchi)





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pourquoi es-tu parti avant que je te l'apprenne?
le savais-tu déjà?
avais-tu deviné?
bashung, immortels

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Maurizio Lana
Università del Piemonte Orientale
Dipartimento di Studi Umanistici
Piazza Roma 36 - 13100 Vercelli

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