Grazie Duccio per la condivisione, Segnalo la parte del video che specificatamente si riferisce all'intelligenza artificiale, anche se per comprendere la logica del professore è necessario seguire l'intero video. https://youtu.be/fF2RkBSfdvo?t=1686
Ma devo ammettere che non sono certo di aver compreso appieno il pensiero del professore. Mi spiego: sapere fare calcoli, denota capacità cognitive. Queste ultime sono indubbiamente formidabili nei calcolatori, ma non sono certo che questa possa essere già chiamata intelligenza. A mio modesto parere per poter parlare di intelligenza è necessaria l'esperienza cosciente (sensoriale e percettiva), un elemento presente nell'uomo, ma totalmente assente nelle macchine. Ne consegue che un un algoritmo tradizionale, ma anche un algoritmo statistico (AI), rimango dei potenti strumenti cognitivi ma non intelligenti. Mi sbaglio? Con stima, Alessandro On Fri, 16 Feb 2024 at 20:29, alessandro marzocchi <alemar...@gmail.com> wrote: > Grazie per l'attenzione ricevuta. Se fosse l'intelligenza a renderci > irripetibili meditiamo su Giorgio Vallortigara, neuroscienziato il quale > afferma che “” GIÀ ADESSO LE MACCHINE SONO MOLTO PIÙ INTELLIGENTI DI NOI > - ndr: maiuscolo mio - … il fatto che una macchina o un animale sia capace > di sofisticate attività cognitive non è prova di per sé che senta qualche > cosa che prova “”. > https://www.youtube.com/watch?v=fF2RkBSfdvo&t=314s minuto 28:20 > Vallortigara articola le sue riflessioni oltre la sintesi di cui sopra, in > breve sposta il confine uomo / automa dall'intelligenza alla coscienza e, > risalendo alle origini della specie, ipotizza quest'ultima come qualità > del corpo che riconosce sè stesso nel movimento. > Intanto è interessante spostare il centro del confronto dalla mente al > corpo, è poi possibile che non sia l'opinione definitiva ma è una conferma > che non siamo irripetibili in tutto, in primo luogo perché l’automa già > ci raggiunge, e non di rado supera, in varie attività che riteniamo > esclusivamente nostre e quello digitale è cammino appena iniziato; inoltre > penso che l’eccesso di fiducia in noi sia pericoloso in sé e per la > sottovalutazione delle qualità altrui. > Cordialmente. > Duccio (Alessandro Marzocchi) > > Date: Thu, 15 Feb 2024 10:02:48 +0100 >> From: Alberto Cammozzo <ac+n...@zeromx.net> >> To: nexa@server-nexa.polito.it >> Subject: Re: [nexa] siamo davvero irripetibili? was: sistemi di IA e >> scrittura >> Message-ID: <d90b3297-927f-4c78-a457-7f0393f94...@zeromx.net> >> Content-Type: text/plain; charset=UTF-8; format=flowed >> >> Esattamente, >> >> da sempre siamo inclini a spiegarci il comportamento umano riducendolo >> nei termini delle nuove "scoperte": negli ultimi secoli, siamo di volta >> in volta automi meccanici, o ci guidano affinità chimiche, o siamo >> determinati dal DNA, o computer programmati... >> >> Ciò che non cambia è che ogni volta qualcuno cerca di approfittarne per >> controllare i propri simili. >> >> Alberto >> >> >> On 13/02/24 10:07, Giacomo Tesio wrote: >> >> davvero i nostri cervelli funzionano diversamente dall'IA? >> > Sì, Alessandro. >> > >> > A livello di meccanismi funzionamento sono completamente diversi. >> > >> > Come già detto da Stefano, non comprendiamo ancora lontanamente come >> funzioni il >> > cervello ma le informazioni di cui disponiamo evidenziano come non >> siariconducibile >> > ad un calcolatore [1]. >> > >> > Le allucinazioni transumaniste servono solo a distrarre dal terribile >> accumulo di potere >> > che la favola dell'intelligenza artificiale sta supportando. >> > >> > >> > Per contro sappiamo tutto dei meccanismi di funzionamento dei software >> programmati >> > statisticamente. >> > >> > Data la totalità dell'input e dello stato in un determinato momento, ne >> potremmo sempre >> > calcolare precisamente l'output. >> > >> > Non lo facciamo perché chi esegue tali software nasconde le >> informazioni necessarie >> > per impressionare chi non comprende tali meccanismi ed alimentare la >> favola di cui sopra. >> > >> > >> > Per contro, la mente di un essere umano è imprevedibile. >> > >> > I sistemi di manipolazione individuale su larga scala messi su dai >> GAFAM funzionano >> > proprio perché rinunciano ad imporre puntualmente un comportamento >> > ad una singola persona e si accontentano di modificare il comportamento >> prevalente >> > di un certo segmento di popolazione. >> > >> > Quando inviano un messaggio che ha una probabilità del 99% di produrre >> > un determinato comportamento in un dato segmento (un gruppo di >> individui vicini >> > rispetto alle dimensioni di volta in volta rilevanti), almeno oltre 9 >> persone su 10 eseguiranno >> > l'azione prevista, mentre 1 (forse) riuscirà a resistere (quella volta). >> > >> > >> > Questo è anche ciò che ne rende il potere invisibile in una società >> individualista: >> > quando le loro manipolazioni (ad esempio gli ads o i "suggerimenti di >> lettura") funzionano >> > su di te, tu non te ne accorgi; quando te ne accorgi, non funzionano (a >> meno che >> > tu non sia ormai completamente soggiogato). >> > >> > La loro influenza individuale è probabilistica. >> > E resterà sempre tale proprio perché noi disponiamo di libero arbitrio. >> > >> > Ma se anche la probabilità di successo di igni singola manipolazione >> fosse del 40 o del 30%... >> > se anche fosse solo del 10%, l'aggregazione di queste manipolazioni >> statistiche, >> > ripetute centinaia di volte al giorno per miliardi di persone, >> fornirebbe un potere >> > soverchiante anche per le persone che vi si sottraggono (sottraendosi >> almeno >> > agli attuatori di questi agenti cibernetici). >> > >> > >> > Attento perché l'apice insuperabile dell'aiienazione cibernetica che >> certi miliardari >> > cercano di imporre consiste proprio nel farti credere di essere solo >> una macchina complessa. >> > >> > È fondamentale per loro: significa giustificare ogni uso dell'uomo da >> parte dell'uomo. >> > Se l'uomo è sostituibile con una macchina, perché non smembrarlo o >> riciclarlo quando >> > non funziona più come serve a chi lo controlla. >> > >> > Per farlo distraggono la tua attenzione dal fatto che queste macchine >> sono letteralmente >> > progettate per ingannare l'uomo che non ne comprende (o ne ignora >> volutamente) >> > il funzionamento. >> > >> > Ma solo ignorando i loro meccanismi di funzionamento, puoi crederle >> simili >> > al tuo cervello. >> > >> > >> > >> > Giacomo >> > >> > [1] https://www.infoq.com/articles/brain-not-computer/ >> > >> > Il 9 Febbraio 2024 14:00:07 UTC, alessandro marzocchi < >> alemar...@gmail.com> ha scritto: >> >> Siamo davvero irripetibili? >> >> Mi appassiona la domanda: davvero i nostri cervelli funzionano >> diversamente >> >> dall'IA? >> >> Cordialmente, >> >> Duccio (Alessandro Marzocchi) >> >> >> >> Il 9 feb 2024 alle ore 12:00 <nexa-requ...@server-nexa.polito.it> >> Daniela >> >> Tafani ha scritto: >> >> >> >>> Grazie della segnalazione, Maurizio. >> >>> Sono domande che Joseph Weizenbaum poneva, anche a proposito della >> >>> comprensione del linguaggio naturale, >> >>> in Computer power and human reason: >> >>> >> >>> The second kind of computer application that ought to be avoided, or >> at >> >>> least not undertaken without very careful forethought, >> >>> is that which can easily be seen to have irreversible and not entirely >> >>> foreseeable side effects. If, in addition, such an application cannot >> >>> be shown to meet a pressing human need that cannot readily be met in >> any >> >>> other way, then it ought not to be pursued. The latter stricture >> >>> follows directly from the argument I have already presented about the >> >>> scarcity of human intelligence. >> >>> The example I wish to cite here is that of the automatic recognition >> of >> >>> human speech. There are now three or four major >> >>> projects in the United States devoted to enabling computers to >> understand >> >>> human speech, that is, to programming them in such a >> >>> way that verbal speech directed at them can be converted into the same >> >>> internal representations that would result if what had been said >> >>> to them had been typed into their consoles. >> >>> The problem, as can readily be seen, is very much more complicated >> than >> >>> that of natural-language understanding as such, for >> >>> in order to understand a stream of coherent speech, the language in >> which >> >>> that speech is rendered must be understood in the first place. >> >>> The solution of the "speech-understanding problem" therefore >> presupposes >> >>> the solution of the "natural-language-understanding >> >>> problem." And we have seen that, for the latter, we have only "the >> tiniest >> >>> bit of relevant knowledge." But I am not here concerned with >> >>> the technical feasibility of the task, nor with any estimate of just >> how >> >>> little or greatly optimistic we might be about its completion. >> >>> Why should we want to undertake this task at all? I have asked this >> >>> question of many enthusiasts for the project. The most cheerful >> >>> answer I have been able to get is that it will help physicians record >> >>> their medical notes and then translate these notes into action more >> >>> efficiently. Of course, anything that has any ostensible connection to >> >>> medicine is automatically considered good. But here we have to >> >>> remember that the problem is so enormous that only the largest >> possible >> >>> computers will ever be able to manage it. In other words, >> >>> even if the desired system were successfully designed, it would >> probably >> >>> require a computer so large and therefore so expensive >> >>> that only the largest and best-endowed hospitals could possibly afford >> >>> it—but in fact the whole system might be so prohibitively >> >>> expensive that even they could not afford it. The question then >> becomes, >> >>> is this really what medicine needs most at this time? >> >>> Would not the talent, not to mention the money and the resources it >> >>> represents, be better spent on projects that attack more urgent and >> >>> more fundamental problems of health care? >> >>> But then, this alleged justification of speech-recognition "research" >> is >> >>> merely a rationalization anyway. (I put the word >> >>> "research" in quotation marks because the work I am here discussing is >> >>> mere tinkering. I have no objection to serious scientists >> >>> studying the psycho-physiology of human speech recognition.) If one >> asks >> >>> such questions of the principal sponsor of this work, the >> >>> Advanced Research Projects Agency (ARPA) of the United States >> Department >> >>> of Defense, as was recently done at an open meeting, >> >>> the answer given is that the Navy hopes to control its ships, and the >> >>> other services their weapons, by voice commands. This project then >> >>> represents, in the eyes of its chief sponsor, a long step toward a >> fully >> >>> automated battlefield. I see no reason to advise my students to lend >> >>> their talents to that aim. >> >>> I have urged my students and colleagues to ask still another question >> >>> about this project: Granted that a speech-recognition >> >>> machine is bound to be enormously expensive, and that only >> governments and >> >>> possibly a very few very large corporations will >> >>> therefore be able to afford it, what will they use it for? What can it >> >>> possibly be used for? There is no question in my mind that there is >> >>> no pressing human problem that will more easily be solved because such >> >>> machines exist. But such listening machines, could they be >> >>> made, will make monitoring of voice communication very much easier >> than it >> >>> now is. Perhaps the only reason that there is very little >> >>> government surveillance of telephone conversations in many countries >> of >> >>> the world is that such surveillance takes so much >> >>> manpower. Each conversation on a tapped phone must eventually be >> listened >> >>> to by a human agent. But speech-recognizing machines >> >>> could delete all "uninteresting" conversations and present >> transcripts of >> >>> only the remaining ones to their masters. I do not for a moment >> >>> believe that we will achieve this capability within the future so >> clearly >> >>> visible to Newell and Simon. But I do ask, why should a talented >> >>> computer technologist lend his support to such a project? As a >> citizen I >> >>> ask, why should my government spend approximately 2.5 >> >>> million dollars a year (as it now does) on this project? >> >>> >> >>> https://archive.org/details/computerpowerhum0000weiz_v0i3/page/270 >> >>> >> >>> Un saluto, >> >>> Daniela >> >>> ________________________________________ >> >>> Da: nexa <nexa-boun...@server-nexa.polito.it> per conto di maurizio >> lana < >> >>> maurizio.l...@uniupo.it> >> >>> Inviato: giovedì 8 febbraio 2024 16:57 >> >>> A: NEXA ML >> >>> Oggetto: [nexa] sistemi di IA e scrittura >> >>> >> >>> mi sono imbattuto in questo libro: >> >>> Baron, Naomi S. Who wrote this? how AI and the lure of efficiency >> threaten >> >>> human writing. Stanford, California: Stanford University Press, 2023. >> >>> >> >>> nel capitolo finale l'autrice scrive: >> >>> Imagine a world where AI’s current writing challenges have been >> solved. >> >>> Where large language models (or their successors) don’t churn out >> ugliness. >> >>> Where using them is energy efficient. Where predictive texting, >> spellcheck, >> >>> and grammar programs are infallible. Where AI can produce lengthy >> texts >> >>> that are non-repetitive, stylistically interesting, factually >> accurate, and >> >>> always on topic. Oh, and can generate text that’s indistinguishable >> from >> >>> what you might have written. Where would this world leave us humans? >> >>> As we weigh options, keep in mind potential blowback of getting what >> we >> >>> wish for. Cultural lore—be it of King Midas in Greek mythology, the >> >>> recurrent “three wishes” stories across European tales, or W. W. >> Jacobs’s >> >>> more modern “The Monkey’s Paw”—reminds us that attractive prospects >> may >> >>> bear unforeseen consequences. >> >>> lo trovo interessante perché molta parte della riflessione critica sui >> >>> sistemi di AI si appunta su singoli aspetti >> mal-funzionanti/dis-funzionanti. >> >>> mentre qui c'è una riflessione critica globale, 'a prescindere', che >> si >> >>> esprime sui sistemi di IA ma che riguarda ogni ambito: è >> desiderabile/quali >> >>> conseguenze ha, che in ogni campo ogni necessità sia risolta e ogni >> >>> difficoltà operativa sia eliminata ? >> >>> "teletrasporto per tutti a costo zero" e via in cima al monte Bianco >> con >> >>> un tasto (in questo esempio si vede che sono proprio uno al pie' dei >> monti >> >>> - piemontese): che cosa mi significherebbe? >> >>> >> >>> Maurizio >> >>> >> >>> >> >>> ________________________________ >> >>> >> >>> quanti nella loro vita >> >>> si fecero custodi delle termopili, >> >>> sono degni di più grande onore >> >>> se prevedono (e molti lo prevedono) >> >>> che all’ultimo comparirà un efialte >> >>> e comunque i persiani passeranno >> >>> kostantinos kavafis, termopili >> >>> >> >>> ________________________________ >> >>> Maurizio Lana >> >>> Università del Piemonte Orientale >> >>> Dipartimento di Studi Umanistici >> >>> Piazza Roma 36 - 13100 Vercelli >> >>> >> >>> >> >>> >> >>> >> > _______________________________________________ >> > nexa mailing list >> > nexa@server-nexa.polito.it >> > https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa >> >> >> ------------------------------ >> >> Subject: Digest Footer >> >> _______________________________________________ >> nexa mailing list >> nexa@server-nexa.polito.it >> https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa >> >> >> ------------------------------ >> >> End of nexa Digest, Vol 178, Issue 20 >> ************************************* >> > _______________________________________________ > nexa mailing list > nexa@server-nexa.polito.it > https://server-nexa.polito.it/cgi-bin/mailman/listinfo/nexa >
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