> On 27 Oct 2023, at 11:21, Fabio Alemagna <falem...@gmail.com> wrote:
> 
> Il giorno ven 27 ott 2023 alle ore 10:58 Giuseppe Attardi
> <atta...@di.unipi.it> ha scritto:
>> [...]
>> I dati non /dicono/ nulla, i dati vanno /interpretati/ e ciascuno li 
>> interpreta a modo suo, visto che, con una quantità sufficiente di dati si 
>> può dimostrare qualunque tesi.
> 
> Trovo che ciò non risponda al vero. I dati sono l'immagine, parziale
> quanto si vuole, della realtà oggettiva.

Oggettivo non molto: dipende da come si misurano, raccolgono e selezionano.
Nel caso Reinhard-Rogoff, oltre agli errori nelle formule, i dati erano stati 
accuratamente selezionati per ottenere le conclusioni volute.
Non esistono dati oggettivi, ma solo dati scelti, e la scelta influenza le 
conclusioni che se ne possono trarre.
Tutto dipende quindi dalla serietà e professionalità di chi maneggia i dati: i 
dati in sè non hanno valore oggettivo.

— Beppe

> Vanno capito, spesso
> accettati, certamente anche interpretati - al fine di capirli e
> contestualizzarli - ma restano l'immagine della realtà oggettiva.
> 
> E, infatti, tu stesso più tardi sostieni che:
> 
>> [...] decenni di politiche di austerity che hanno dimostrato coi fatti,
> 
> I "fatti" sono dati.
> 
>> [...] una scuola di economisti continua a non volerlo ammettere, per la 
>> frustrazione di Paul Krugman.
> 
> Che però vanno accettati, come dicevo su. Il rifiuto della realtà è un
> problema umano, non dei "dati", che stanno lì a dire tutto quello che
> devono dire, ma a poco servono se nessuno li sta ad ascoltare.
> 
> Fabio

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