Rispetto al tema che accennavo in precedenza (banalita' tecnologica di controllo reale USA su persone e contesti extra-USA... e accettazione "di fatto" da parte nostra...) mi è stato fatto notare che la correlazione che indicavo:

Il 04/10/23 08:45, Damiano Verzulli ha scritto:
[...]
Da tempo rifletto sul perché cio' accada.

Probabilmente il fatto che un figlio adolescente scelga scientemente di "loccare" le chat di Whatsapp, su Android, subordinandone la "lettura" all'inserimento di un PIN che "solo lui" conosce (e, quindi, inibendone l'accesso a terzi, genitori e fratello incluso)... è un tema correlato.
[...]

non è chiara.

Quello che intendo dire è che nella testa di un adolescente (che da anni frequenta la "societa'" del mondo scolastico), di un bambino (che da qualche anno utilizza uno smartphone), o anche di un adulto (che da anni segue facebook ed i social in generale).... il concetto di "privacy" si è "evoluto" ed ormai si da ampiamente per scontato che i produttori di tecnologia (Google, Apple, Facebook, etc.) possano far parte "della propria privacy".

Piu' precisamente:

 * pubblico una foto su facebook... ma la rendo "privata", oppure la
   condivido ad un "fidato", via WhatsApp => nella testa di chi fa
   questo, si crede realmente che la foto resti "privata"... e si
   accetta banalmente il fatto che la foto sia, in realta', nella piena
   disponibilita' di Meta;

 * decido di fare un dispetto al mio partner, e vado a trovare un
   amico/amica per confidarmi, di nascosto. Ci vado in auto (moderna) e
   con lo smartphone => nella testa di chi fa questo, si accetta il
   fatto che il produttore dell'auto *E* Google/Apple sanno esattamente
   dove è andato e quando ci è andato. L'umano ritiene che la sua
   "biricchinata" sia qualcosa "di segreto"... quando invece cosi' non
   è (e, spesso, lo si accetta);

 * decido di proteggere le chat di WhatsApp con un PIN, cosi' le vedo
   solo io => nella testa di chi fa questo, si accetta (o, peggio, si
   dimentica) che Meta, comunque, l'accesso a quelle chat ce l'ha.

...e cosi' via per molti sistemi di videosorveglianza, di home-automation, etc.

Tornando al mio messaggio iniziale, il punto che sollevo è duplice:

 * da un lato, il "controllo" --ormai acclarato e documentato-- di
   realta' USA che, dagli USA, accedono a dati e impattano su
   comportamenti di noi, extra-USA

 * il dilagare di un comportamento ormai diffuso nel quale il cittadino
   medio (il politico medio, ed anche il cittadino/politico ben
   istruito), da ampiamente per scontato la "presenza" di soggetti
   esterni, sconosciuti, fin nei meandri piu' intimi della propria
   vita. Cioè: si vuole e si difende la "privacy"... da tutti, tranne
   che dai soggetti di cui sopra.

Come dicevo prima, mi piacerebbe approfondire queste dinamiche, a 360° (specie *NON* in ambito tecnico, ovviamente).

Saluti,
DV

--

Damiano Verzulli
e-mail:dami...@verzulli.it
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possible?ok:while(!possible){open_mindedness++}
---
"...I realized that free software would not generate the kind of
income that was needed. Maybe in USA or Europe, you may be able
to get a well paying job as a free software developer, but not
here [in Africa]..." -- Guido Sohne - 1973-2008
   http://ole.kenic.or.ke/pipermail/skunkworks/2008-April/005989.html

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