On Fri, Sep 01, 2023 at 12:42:14PM +0200, 380° wrote: > Carissimi, > > Giacomo Tesio <giac...@tesio.it> writes: > > > Caro Fabio, > > > > in Italia abbiamo ancora diverse Leggi che si applicano al CdA di OpenAI > > checché dicano i Termini del Servizio. > > > > On Wed, Aug 30, 2023 at 08:48:00AM +0200, Fabio Alemagna wrote: > >> Il mer 30 ago 2023, 08:44 Giacomo Tesio <giac...@tesio.it> ha scritto: > >> > >> > Chi ha eseguito il software programmato statisticamente (il CdA di > >> > OpenAI/Microsoft etc...) > >> > è responsabile delle morti causate dall'errata interpretazione di quella > >> > sequenza di caratteri > >> > come un "testo" portatore di sognificato. > >> > > >> > Tale responsabilità deriva dalla scelta di realizzare e mantenere in > >> > esecuzione > >> > un software progettato per ingannare chi lo usa imitando il testo > >> > prodotto > >> > da un essere umano. > > Giacomo sai benissimo che per poter utilizzare qualsiasi servizio, anche > quelli di OpenAI, gli utenti accettano le condizioni di servizio e in > quelle ci sono scritte un sacco di cose... che hanno valore giuridico
Qualunque clausola di qualsiasi contratto che sollevi uno dei firmatari dalle proprie responsabilità penali è nulla in Italia. Di più: qualsiasi interpretazione di qualsiasi contratto che sollevi uno dei contraenti dalle proprie responsabilità penali è RIDICOLA in Italia. Se così non fosse, basterebbe far firmare un contratto alla vittima per ucciderla senza alcun rischio legale. Quindi ribadisco: qualsiasi cosa ci sia scritta sui termini del servizio, se una persona incapace di intendere o un minore venissero istigati al suicidio dall'output che OpenAI pubblica sul proprio sito web in risposta ad un qualsiasi loro "prompt", la responsabilità di quell'omicidio ricadrebbe sui vertici dell'azienda. [1] La responsabilità penale in Italia è infatti ancora PERSONALE. Ovvero da ricondurre sempre a PERSONE. Il software (programmato statisticamente o meno) non è una persona. Checché ne dicano i sostenitori della "AI" (rotfl! :-D) non ha diritti né doveri e non è soggetto alla Legge. Non è proprio "soggetto", in effetti, ma al massimo "oggetto" [2]. Giacomo [1]: Naturalmente l'istigazione andrebbe dimostrata come in ogni altro processo penale. Ma potrebbe bastare uno screenshot. [2]: Anche definire il software come "oggetto" è discutibile. Tant'è che siamo subito costretti a qualificarlo grossolanamente come "immateriale" o "intangibile" per rendere conto delle sue peculiarità. Ma su questo si dovrebbe scrivere per ore... PS: se per caso la Costituzione è stata abrogata mentre ero distratto, l'importante è saperlo. In fondo, se la legge non valesse per chi la viola tramite un software, finalmente tutti i ragazzi correrebbero ad imparare a programmare e ci saremmo liberati in un colpo della proprietà privata e del copyright. L'importante, come sempre, è che valga per tutti.
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