Caro Enrico,
concordo pienamente con la tua connessione tra "computer professionals" e 
"social responsibility":

>In effetti, forse la comunità "in-the-large" degli informatici dovrebbe 
>smettere di "indossare i calzoni corti" ed assumersi le responsabilità per i 
>propri prodotti come accade >negli altri settori tecnologici

una volta c'era anche una fantastica organizzazione "Computer Professionals for 
Social Responsibility" purtroppo "dissolved" nel 2013
https://en.wikipedia.org/wiki/Computer_Professionals_for_Social_Responsibility

da quella straordinaria avventura sono pero' nate molte storie che continuano,
per esempio nel ACM Code of Ethics, aggiornato nel 2018, che indica al punto 
2.9:
"In cases where misuse or harm are predictable or unavoidable, the best option 
may be to not implement the system."
https://www.acm.org/code-of-ethics

Come membro dell'ACM Committee on Professional Ethics ricordo le lunghe e 
interessanti discussioni sulla necessita' anche per gli informatici
di "assumersi le responsabilita' dei propri prodotti" (come suggerisci tu) 
nella tua mail.

Sullo stesso tema anche questa e' una lettura interessante:
Deborah G.Johnson (2008). Computer Experts: Guns-For-Hire or Professionals? 
Communications of the ACM, October 2008, Vol. 51 No. 10, Pages 24-26.

scusate per la lunghezza ...
un caro saluto,
Norberto


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From: nexa <nexa-boun...@server-nexa.polito.it> on behalf of Enrico Nardelli 
<narde...@mat.uniroma2.it>
Sent: Sunday, April 16, 2023 10:52 PM
To: nexa@server-nexa.polito.it <nexa@server-nexa.polito.it>
Subject: Re: [nexa] China to require ‘security assessment’ for new AI products


Sono d'accordo con te Stefano. Ero consapevole dell'eccezione costituita dal 
software ma non volevo complicare il ragionamento.

In effetti, forse la comunità "in-the-large" degli informatici dovrebbe 
smettere di "indossare i calzoni corti" ed assumersi le responsabilità per i 
propri prodotti come accade negli altri settori tecnologici, per lo meno in 
quei casi in cui il prodotto software viene venduto o dato in licenza. (Se ti 
regalo una macchina rotta non ha senso che ti lamenti che sia rotta se ti ho 
avvisato che potrebbe essere rotta).

Mi è chiaro l'enorme impatto (non solo economico) di un'affermazione di questo 
genere ma, per stemperare l'osservazione con una battuta, se vogliamo essere 
chiamati "ingegneri del software" dobbiamo fare gli ingegneri veri, che 
(normalmente) vanno in galera se il palazzo che hanno costruito crolla perché 
non hanno verificato adeguatamente i calcoli.

Diciamo che in questo ambito l'arrivo di ChatGPT è stato il bambino è che ha 
gridato "il re è nudo" ...

Ciao, Enrico

Il 16/04/2023 18:09, Stefano Zacchiroli ha scritto:

On Sun, Apr 16, 2023 at 12:13:20PM +0200, Enrico Nardelli wrote:


QUALUNQUE altro prodotto immesso nell'uso pubblico DEVE soddisfare
requisiti di sicurezza.


... tranne il software. Certamente ci sarà qualche requisito che si
applica in automatico anche al software --- e mi appello anche io ai
giuristi in lista per precisarlo --- ma la barra di accesso al mercato
del software è bassissima. Di default, chiunque può pubblicare prodotti
software su svariati app store senza alcun controllo a monte (salvo
quelli automatici implementati dagli app store dei vari GAFAM).

Il CRA (Cyber Resilience Act) europeo va nella direzione di aggiungere
tali controlli, sotto forma di (auto-)certificazioni e questo ha
provocato una sollevata di scudi da parte del mondo free/open source
software. (Ne abbiamo già parlato separatamente in lista.)

Dico questo non per controbattere al tuo argomento, Enrico, che trovo in
se ragionevole. Ma per osservare che qui siamo anche perché per decenni
l'industria del software (compresa quella FOSS!, fatta anche di
volontari/ non-profit/ etc. che non potrebbero permettersi l'overhead
dei controlli) è fiorita grazie all'assenza dei controlli che ora si
invocano.

Trovare un giusto mezzo tra lo status quo ed il desiderio di
regolamentare prodotti "che contengono AI" non sarà affatto banale.

Saluti a tutti


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Prof. Enrico Nardelli
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Direttore del Laboratorio Nazionale "Informatica e Scuola" del CINI
Dipartimento di Matematica - Università di Roma "Tor Vergata"
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