Ciao Giacomo, Marco ed Adrea

Penso che qualcosa si stia muovendo, c'è perlomeno una diffusa
consapevolezza dei problemi a cui vi riferite (digital divide, inclusion
equity, privacy, onwership ect.). Idee per una soluzione che include
macro-obiettivi ed indicatori di sistema, su carta ci sono.
Europe’s Digital Decade: digital targets for 2030 | European Commission
(europa.eu)
<https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age/europes-digital-decade-digital-targets-2030_en>

Trovo sempre illuminanti i post di Marco, complimenti:-)!

Certo, il diavolo è nei dettagli ma è a livello di sistema che si devono
definire le condizioni e le regole del gioco. Ci sono segnali di "vita".

Non penso che sia realistico pensare che gli attuali big nei prossimi 5-10
anni, tempo nel quale la nuova idea di digitale/internet si dovrà formare,
andranno a sparire, in tal senso penso che si debba ragionare anche con
loro. Ma penso anche che i big come Amazon hanno un fattore così distorsivo
che mi aspetto a breve, soprattutto in America, che vengano presi
provvedimenti seri a riguardo. Ma non butteri il bimbo con l'acqua sporca,
diciamo. C'è un know-how, infrastruttura, capacità innovativa, etc. che va
re-indirizzata per diversi scopi.

A presto, Alessandro

On Mon, 20 Dec 2021 at 23:36, Giacomo Tesio <giac...@tesio.it> wrote:

> Ciao Alessandro e Marco,
>
> On December 20, 2021 8:02:14 PM UTC, Alessandro Brolpito <
> abrolp...@gmail.com> wrote:
>
> > Alla fine bisognerà scendere a patti con loro e trovare soluzione con i
> > "big", non vedo alternative.
>
> Il topo non può scendere a patti col gatto.
> Il gatto invece è felicissimo di giocare col topo.
>
> Ma è ovvio che dalla pancia del gatto, il topo non può vedere alternative.
> ;-)
>
>
> > Ma c'è una questione più ingegneristica che mi gira nella testa... ma
> come
> > è possibile pensare di "scalare" le soluzioni presentate nel video senza
> > che i "giganti del web".ne prendano parte o addirittura il controllo, di
> > nuovo?
>
> Vi sono molti modi, ma tutti richiedono investimenti.
>
> Anzitutto serve una maggiore cultura informatica diffusa.
>
> E per questa bisogna investire in educazione informatica seriamente.
>
>
> Poi servono reti in fibra a basso costo con banda simmetrica, in modo che
> ospitare
> server familiari, condominiali etc sia tecnicamente fattibile.
>
> E servono (urgono!) leggi che vietino il trasferimento di dati personali
> fuori dal
> domicilio senza l'esplicito consenso, pacchetto per pacchetto, dei
> datasubject coinvolti.
>
> Urgono perché con il 5g i dispositivi smart potrebbero chiamare casa senza
> bisogno
> di passare per un firewall domestico
>
> Ma servono anche investimenti in datacenter (aka "cloud locali" ;-) per le
> PA.
>
> E servono investimenti in sviluppo software per realizzare nuove
> architetture distribuite resilienti.
>
>
> A questo ultimo proposito vorrei farvi notare che i bigtech hanno
> sviluppato il software
> che hanno in poco più di 20 anni.
>
> E nel frattempo sono nate moltissime alternative libere o almeno open
> source.
>
> Alternative che loro hanno integrato nelle proprie codebase ex post.
>
> Google oggi ha circa 150.000 dipendenti [1] una parte dei quali sono
> ingegneri.
> 10 anni fa ne aveva meno di 40.000 e 20 anni fa meno di 5.000
>
> Di quanti ingegneri potrebbe disporre uno stato come l'italia?
> E l'Europa?
>
> E di che leva disporrebbero questi ingegneri nel 2021 (se non si facessero
> abbindolare
> dalle mode tecnologiche del momento)?
>
> Sostenere che i BigTech abbiano un vantaggio tecnologico irrecuperabile è
> ridicolo.
> Non sono solo recuperabili, ma superabili!
> E loro... lo sanno!
>
> L'unico loro enorme vantaggio consiste nel potere a crescita esponenziale
> che traggono
> dai dati che hanno raccolto e raccolgono.
>
> Ma è un potere che sarebbe facile ridurre, per uno stato.
> Le leggi ci sono già. Basta la volontà politica di applicarle.
>
>
> > Per me, che mi ostino a credere che i fatti e
> > misfatti umani sono sempre riformabili
>
> Vero.
>
> Ogni tanto però ci vuole una guerra per riformare certi misfatti.
>
> Ed in effetti una guerra è già in corso.
> E noi stiamo perdendo a tavolino.
>
> Preferirei che iniziassimo a combatterla anche noi su un piano culturale e
> tecnologico
> prima che si sposti definitivamente sul piano fisico.
>
> Ma in guerra bisogna aver chiaro chi è il nemico... e togliersi dalla
> linea di tiro delle sue armi.
>
> Noi invece lo giustifichiamo. Lo razionaliziamo. Lo tolleriamo.
> In nome del libero mercato, della meritocrazia o balle simili.
>
> "È così comodo!" "Lo usano tutti!" "Funziona meglio!"
> "Le alternative costano troppo!" [2]
>
>
> Giacomo
>
> [1]
> https://www.macrotrends.net/stocks/charts/GOOGL/alphabet/number-of-employees
>
> [2] afaik, tutti i fornitori di connettività internet forniscono una
> casella email.
> Se hai una adsl a casa, probabilmente Gmail non ti serve.
>
> Post scriptum:
>
> > E qui Marco dovrebbe essere lo stato/public polices ad intervenire, per
> > garantire accesso a dei servizi che ritengo essenziali non solo per
> > l'individuo ma per l'intera società x prevenire radicalizzazioni su base
> > non fattuale/scientifca di ogni sorta e genere...
>
> Vi pregherei di non ricondurre tutte le scelte diverse dalle vostre
> all'ignoranza.
>
> Talvolta tale riduzione è corretta.
> Spesso non lo è.
>
>
> Anche se lo fosse, dobbiamo imparare tutti a rispettare i diritti altrui
> anche quando
> il loro esercizio ci infastidisce.
>
> Ma paradossalmente, i "no-vax" in questo momento presidiano la nostra
> libertà
> a rischio anzitutto della _propria_ salute.
>
> Per contro, chi usa gmail (e whatsapp etc...) la danneggia gravemente
> (peraltro
> pagando un prezzo esorbitante... di cui non è consapevole)
>
> Solo che i primi hanno i media contro, i secondi a favore.
>
> Le opinioni dei primi sono denigrate come ignoranza a prescindere, mentre
> quelle dei secondi (frutto di ignoranza informatica facilmente misurabile)
> sono trattate come "normali", e vengono denigrati come paranoici coloro
> che,
> con maggiore cultura informatica, vi resistono.
>
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